Metodologie

Servizi cloud a confronto, quale scegliere?

Quanto sono diffusi i servizi cloud computing in Italia? Quale fornitore di servizi cloud per aziende prediligere? In che modo stendere un contratto di fornitura di servizi che disciplini correttamente il rapporto tra utente e cloud provider? Sono solo alcune delle domande a cui si cercherà di dare risposta

Pubblicato il 28 Giu 2021

alcuni elementi per fare luce su servizi cloud

In questo articolo sono fornite indicazioni per coloro che hanno intrapreso il proprio percorso di adozione del cloud computing in azienda, è infatti presentata una serie di tool, ponendo a confronto i migliori vendor di soluzioni per i specifici ambiti, in modo da offrire preziosi elementi su cui basare le proprie decisioni d’acquisto su quali sono i servizi cloud più adeguati alla propria realtà.

Tra gli argomenti affrontati, dopo un breve riferimento a quello che è accaduto quest’anno, saranno elencate diverse tipologie di servizi cloud per le aziende, quindi, quali criteri utilizzare per scegliere il cloud service vendor migliore, ma anche come stendere un contratto di fornitura cloud aziendale in una prospettiva di corretta valutazione e mitigazione dei rischi possibili.

Servizi cloud computing nel 2020: ecco cosa è successo

Dai dati dell’Osservatorio Cloud 2020 emerge che quest’anno si è avuta una grande discontinuità sul fronte dei servizi cloud adottati, le aziende hanno infatti guardato a tutte quelle soluzioni che permettessero loro di essere operative durante la pandemia (tool di Office Automation, Collaboration, Gestione documentale, Project Management e Agile, per la Posta Elettronica e la PEC così come strumenti per realizzare portali eCommerce).

La conseguenza di tutto questo è stata che si è avuto un aumento della spesa SaaS (per tutti i servizi elencati è stato registrato un incremento oltre il 50%) mentre i progetti di migrazione più consistenti come le iniziative di innovazione più complesse sono state frenate.

Quale cloud provider scegliere per la propria azienda?

A un breve cenno a quali sono i fornitori di servizi cloud più noti che possono vantare una vasta offerta di soluzioni, secondo quanto evidenziato nelle differenti accezioni di servizi cloud computing per aziende, farà seguito una serie di approfondimenti su specifici segmenti di offerta per offrire a CIO e decisori d’acquisto qualche indicazione utile per orientare le scelte del cloud in azienda.

Si premette che un cloud provider è qualcosa in più di un fornitore di servizi in quanto rappresenta un player cui affidare i propri dati utili per la gestione sulla nuvola delle applicazioni della propria organizzazione. I criteri di scelta cui fare riferimento per orientarsi nel migliore dei modi nell’offerta sono la solidità finanziaria e attendibilità del vendor per avere certezze nel lungo termine; abilità di organizzazione e gestione dei rischi e, inoltre, competenze e capacità di essere compliance alle normative in vigore.

Tra i principali protagonisti nella diffusione del concetto di cloud, Amazon Web Services, resta un attore importante in quest’ambito fornendo servizi di elaborazione, storage di database, distribuzione di contenuti e molto altro.

Ibm Cloud racchiude oltre 100 servizi di Ibm e di terze parti che consentono di potenziare infrastrutture e applicazioni.

Anche Microsoft Azure lancia sul mercato tantissimi servizi cloud che garantiscono strumenti end-to-end in ambienti cloud ibridi.

Negli anni, Google, con la sua Google Cloud Platform ha realizzato una piattaforma per gestire intensi carichi di lavoro, utilizzando tecnologie di gestione avanzata dei dati.

Oracle, fornitore di soluzioni software e servizi, ha rinnovato completamente la propria offerta in ottica cloud, puntando al mission critical cloud.

Sul fronte nazionale, si distingue l’offerta di Tim, carrier che può basarsi su rete proprietaria, che è particolarmente orientata alle esigenze delle Pmi.

Sempre sul nostro territorio, con uno sguardo sempre più aperto anche all’Europa, vi è anche Aruba.it che si contraddistingue per la sua offerta destinata alle Pmi.

Lo stesso vale per Tiscali che offre servizi cloud in ambito: sicurezza informatica, Disaster recovery, Managed portal, Virtual desktop infrastructure, Billing as a service e Migration services.

La multinazionale telco BT sul territorio italiano si avvale della struttura I.Net per offrire piattaforme di rete e IT flessibili e dinamiche.

Entriamo ora più nel dettaglio nell’offerta di alcune tipologie di cloud service riportando le indicazioni di diverse società di ricerca e indagine di mercato operanti a livello internazionale

Servizi di cloud storage

Per quanto riguarda i servizi cloud storage sia Forrester Research che Gartner e Idc fanno classifiche ad hoc e poiché ciascuno di questi istituti adotta diversi criteri di analisi (tipicamente qualitativo su strategia e posizionamento dell’offerta per i primi due e quantitativo sulla presenza nel mercato per Idc) mettere tali servizi cloud a confronto significa anche muoversi tra opinioni e dati capaci di dare un quadro abbastanza completo sul soggetto in esame. Volendo fare qualche nome (e per una analisi più esaustiva rimandiamo a questo link) TechTarget ritiene che Ibm sia il vendor di riferimento per la business continuity, sia per la capacità offerte sia per l’esperienza nel configurare soluzioni di cloud ibrido.

Forte, come Ibm, d’avere propria piattaforma e data center, Microsoft fornisce un data recovery di classe enterprise che fa leva sulla compatibilità end-to-end delle sue soluzioni.

Orientati alle grandi imprese sono anche i servizi cloud di HpE (HP Enterprise) che ha soluzioni sia per il backup e recovery sia per lo storage operativo, dove il cloud è un’estensione della San aziendale ed è ad essa integrato, queste ultime giudicate positivamente dagli analisti Frost & Sullivan per le capacità di smistamento dei carichi di lavoro.

Naturalmente, il mercato offre anche una buona scelta di storage provider pensati per le PMI. Nota per il software di backup e restore True Image, Acronis fornisce servizi cloud di backup veloce e disaster recovery adatti, per facilità d’implementazione, a imprese prive di risorse specialistiche interne.

Lo stesso vale per le soluzioni cloud di Datto che è presente in Italia tramite la milanese Achab.

Non si può ignorare infine Aruba.it, che grazie ai propri data center, offre servizi cloud sia di tipo pubblico che di tipo ibrido e privato.

Pro e contro dei principali servizi di Infrastructure as a service

Nella selezione compiuta per delineare il Magic Quadrant di Gartner for Cloud IaaS non sono considerati coloro che forniscono esclusivamente storage in cloud o Platform as a Service e tanto meno chi fornisce Software as a Service. Mentre sono state prese in considerazione tutte le soluzioni IaaS in public cloud (multitenant o mixed-tenancy), community cloud (multitenant ma limitate a una specifica community di clienti) o private cloud (completamente single-tenant presso il provider o on-premise). La condizione indispensabile è che si tratti di offerte industrializzate, quindi standardizzate.

In tale ambito, Amazon Web Services, pioniere del mercato IaaS dove è presente dal 2006, ha tra i suoi punti di forza la maturità della propria offerta per il mondo enterprise; l’azienda dispone inoltre del più ampio ecosistema di ISV che garantisce ai propri clienti un supporto adeguato per la fruizione dei più comuni software commerciali offerti in modalità SaaS. Tra gli elementi cui prestare attenzione, Gartner sottolinea il fatto che l’estensione dei servizi cloud offerti da AWS richiede una certa esperienza per implementarli, anche se questa problematica è mitigata dal supporto commerciale dell’azienda; l’altro punto riguarda la possibilità di negoziazione sul livello di servizio: infatti, sostiene la società di ricerca, nonostante il suo accordo aziendale di base (EA) sia migliorato di recente, solo alcuni dei suoi servizi sono coperti da SLA.

Microsoft è entrata nel mercato IaaS con il lancio di Azure Virtual Machine nel giugno 2012 (precedentemente Azure era un’offerta solo PaaS). Tra i punti di forza si sottolinea il fatto che Microsoft Azure è al secondo posto anche per le offerte integrate IaaS+PaaS e che si tratta di una piattaforma molto capace e ampia sulla quale l’azienda lancia frequenti nuove funzionalità innovative; inoltre Microsoft sfrutta ottimamente la possibilità di abbinare Azure con altri prodotti e servizi forniti dalla stessa azienda. Riguardo questa soluzione Gartner segnala problemi nel supporto tecnico, documentazione, formazione e ampiezza dell’ecosistema di partner ISV e rileva che l’inesperienza di molti partner nell’ambito dei servizi professionali gestiti induce nei clienti una certa riluttanza a portare le applicazioni in produzione in cloud o a pianificare intere migrazioni di data center.

Le principali piattaforme di integrazione applicativa e Api management, quale iPaaS adottare?

Focalizzando ora l’attenzione sull’iPaaS, dovendo decidere, nel mondo di servizi cloud per le aziende, di quali fornitori dare una sia pur breve descrizione, abbiamo scelto di basarci sui vendor che sia gli analisti di Gartner sia quelli di Forrester valutano come “leader” nelle indagini sulle quali ci siamo basati e alle quali rimandiamo per ogni ulteriore approfondimento.

Questo, in ordine alfabetico, l’elenco dei nomi, con due piccole precisazioni (per una analisi specifica di pregi e difetti rimandiamo a questo articolo):

  1. è stato incluso Software AG, sebbene questa non sia vista né da Gartner né da Forrester come vendor iPaaS, in quanto leader (per Forrester è il n°1) nelle piattaforme ibride;
  2. è in lista IBM anche se, per Garner, più che ‘leader’ è ‘visionaria’.

Si parte da Dell Boomi la cui offerta si articola in soluzioni per l’integrazione e la gestione delle Api e dei Master Data e nella piattaforma AtomSphere.

L’Application Integration Suite di Ibm comprende tre gruppi di prodotti: Api Connect; AppConnect Professional e Integration Bus on Cloud. Per la data integration Ibm raccomanda il proprio Information Server, che permette agli utenti di distribuire la logica dei job su una o più macchine. L’offerta iPaaS è via AWS e Azure, oltre che ovviamente su Ibm Cloud e i prodotti girano su servizi Cloud Foundry.

Harmony Platform, è la soluzione di Jitterbit che assicura un pieno supporto all’integrazione di ambienti cloud e on-premises di diverse realtà che debbano operare insieme. Esistono strumenti per la creazione e gestione delle Api e schemi predisposti per i casi d’integrazione più comuni.

La Informatica Cloud Integration, parte della più ampia proposta Informatica Cloud, è una iPaaS per l’integrazione di dati, applicazioni e processi che gira on-premises, sul cloud AWS e Azure e in ambiente ibrido.

Presente in Italia tramite Omnia Group, MuleSoft fornisce Anypoint Platform, una soluzione che oggi conta un migliaio di clienti enterprise e offre Api management e integrazione tra dati e applicazioni eterogenee. Anypoint gira in qualsiasi ambiente Cloud Foundry o Docker, così come su AWS e Azure, in deployment cloud, ibrido o on-premises.

Oracle ha due proposte iPaaS: gli Integration CloudServices, mirati a integrazioni ad hoc, e i SOA Cloud Services, per gli specialisti. L’offerta include però molti altri servizi fruibili via cloud privato o pubblico dai propri data center, che si possono combinare a fini di produttività, come i Self Service Automation, per i cosiddetti ‘citizen integrator’, quelli cioè che non sono parte delle risorse It.

Da qualche tempo in forte sviluppo, SnapLogic offre con la Enterprise Integration Cloud la capacità d’integrare servizi cloud e on-premises tramite un’interfaccia intuitiva adatta ad architetti come a integratori ad hoc. Si possono creare e modificare schemi d’integrazione riutilizzabili, sviluppare i propri flussi integrativi (pipeline) e sfruttare gli oltre 400 adattatori (detti Snaps) forniti dal vendor.

Infine, la Digital Business Integration Platform di Software AG, che gira su Cloud Foundry o su qualsiasi ambiente cloud supportato da Docker, fornisce tutte le tipiche capacità d’una soluzione d’integrazione applicativa di classe enterprise. Ha strumenti d’orchestrazione, supporta schemi d’integrazione multipli e offre più di cento servizi di trasformazione dati nei formati voluti dagli utenti. Questi possono inoltre estendere gli schemi d’integrazione con numerosi strumenti aggiuntivi di gestione delle Api, d’integrazione B2B, di event processing, di file transfer gestito e messaging. Sono previsti un gateway per le Api via cloud, migloramenti della piattaforma DevOps per lo sviluppo rapido di applicazioni e strumenti di mappatura dei processi assistita.

Le soluzioni Cloud Financial Corporate Performance Management

Secondo Gartner, entro il 2020, l’80% delle organizzazioni di grandi dimensioni e il 25% di quelle di medie dimensioni in Nord America e in Europa, utilizzeranno servizi cloud FCPM-Financial corporate performance management, allontanandosi dai tradizionali sistemi on-premise. Per “Cloud Fcpmsi intendono strumenti cloud per la gestione delle prestazioni aziendali finanziarie che permettano ai responsabili di gestire la chiusura finanziaria e di applicare controlli appropriati per tutto il ciclo contabile.

Secondo il Leader del Magic Quadrant for Cloud Financial Corporate Performance Management Solutions le migliori soluzioni proposte in questo campo sono le seguenti.

BlackLine, è un puro cloud-vendor; con il servizio BlackLine Financial Close Management BlackLine è tra i fornitori che negli ultimi anni più fortemente hanno definito il mercato cloud in ambito FCPM.

La soluzione di Workiva è invece Wdesk, una piattaforma distribuita in modalità Paas, è stata rilasciata nel 2010 ed è utilizzata da oltre il 70% delle aziende top 500 nel mondo.

Host Analytics è un cloud-only vendor e fornisce una piattaforma stabile e collaudata di Financial Corporate Performance Management Solutions.

Infine, Oracle ha registrato un ruolo di primo piano in questo settore d’offerta grazie al successo delle soluzioni Hyperion, diffuse in tutto il mondo; ora l’offerta è fruibile anche in modalità as a service e l’azienda è concentrata sul rendere le due proposte, on premise e on demand, ugualmente efficaci.

I prodotti per la gestione finanziaria aziendale in cloud

Gartner identifica in “Cloud Core Financial Management Suites” tutte quelle applicazioni che, erogate in cloud, forniscono visibilità sulla situazione finanziaria di un’impresa automatizzando e supportando i processi relativi a qualsiasi attività che abbia un qualche tipo di impatto finanziario.

Sono 2 le soluzioni Cloud Core Financial Management Suites per le imprese ritenute migliori da Gartner. Si tratta di Oracle e Workday.

In particolare, l’Oracle Erp Cloud è una suite completa di funzionalità per la gestione finanziaria di base che comprende gestione dei ricavi, gestione dei progetti, procurement e risk management. Si adatta alle imprese di tutte le dimensioni (anche se la maggior parte delle organizzazioni di utenti ad oggi sono di medie dimensioni, il numero di clienti di grandi dimensioni e globali sta crescendo) e alle esigenze di un’ampia gamma di settori industriali.

Workday appartiene alla nuova generazione di fornitori ERP “cloud-only”. Rilasciata nel 2008, la soluzione di Workday per la gestione finanziaria copre tutte le principali funzionalità di management finanziario comprese quelle per la gestione di ricavi, spese e inventario.

Tra i visionari, poi, la società di ricerca individua:

  • Intacct, che ha tra i suoi punti di forza la sua vocazione cloud e un’offerta di base scalabile e funzionale con buone funzionalità sul fronte contabilità generale e analytics;
  • Dynamics 365 for Operations, la proposta di Microsoft che ha sviluppato un uso innovativo della tecnologia per gli analytics offrendo una soluzione che consente di effettuare analisi multidimensionali in real-time sfruttando l’in-memory;
  • FinancialForce, che propone una solida architettura cloud e garantisce grande attenzione alle esigenze specifiche dell’area Finance delle aziende;
  • Acumatica, particolarmente focalizzata sul cloud e sulle necessità delle imprese di medie dimensioni, un buon ecosistema di partner, capacità di supportare più settori e aree geografiche.

Che cosa aspettarsi dal fornitore cloud

Premettiamo che affidarsi a un cloud provider è una scelta che deve includere nell’accordo una capacità di controllo da parte degli amministratori IT delle aziende clienti.

Se parliamo di SaaS, PaaS e DaaS, un buon servizio in cloud deve essere in grado di supportare tante tipologie di endpoint, tutti dispositivi che si collegano al provider via Internet. Il personale del fornitore deve dunque gestire vari account legati alle porte, alle connessioni, ai firewall, ai protocolli di trasporto e a tutti gli altri componenti necessari per facilitare in sicurezza il trasferimento dei dati.

I fornitori, inoltre, devono effettuare periodici audit dei sistemi, applicare patch di sicurezza o mantenere la protezione da virus in tutti i sistemi in uso.

Infine, un cloud provider deve essere in grado di dare solide garanzie ai propri clienti, assicurando una continuità di servizio nel tempo. Un data center, per esempio, deve essere protetto in ogni momento da attacchi cybersecurity, ma anche fisici, perché qualsiasi discontinuità può generare falle nel perimetro della sicurezza e causare danni irreparabili.

Come scrivere un contratto di fornitura di servizi cloud

Analizzare e valutare dal punto di vista legale un modello di contratto avente come oggetto un servizio di cloud computing è un’operazione tutt’altro che semplice, sia perché richiede il possesso di specifiche competenze in ambito giuridico-informatico, sia perché la negoziazione di un servizio (e quindi la definizione di Sla – Service level agreement) di questo genere si differenzia radicalmente rispetto alle tradizionali modalità di contrattualizzazione e acquisizione di servizi informatici.

Le riflessioni che seguono certamente non vogliono, né possono, essere esaustive rispetto a una tematica che richiederebbe una trattazione molto più ampia, ma mirano a evidenziare alcuni degli elementi da considerare con attenzione nel momento si inizi a valutare l’adozione di un servizio cloud in azienda.

In primo luogo, tra le più diffuse problematicità presenti nella maggior parte degli accordi di servizio proposti al mercato dai cloud provider assume particolare rilievo la marcata asimmetria che caratterizza i rapporti contrattuali tra il cloud provider e il cloud customer, il quale si trova per lo più a decidere se aderire o meno a condizioni di contratto che sono unilateralmente predisposte dal provider, a fronte delle quali il potere negoziale dell’utente del servizio è scarso o addirittura nullo.

In generale, è importante comprendere il reale contenuto dell’accordo oggetto di negoziazione sotto i molteplici profili in rilievo (tecnici, giuridici, di sicurezza, di compliance normativa, ecc.) e, infine, prevedere e ponderare le ricadute concrete delle previsioni contrattuali sui processi aziendali, anche sotto il profilo della valutazione dei rischi connessi ad indisponibilità, malfunzionamenti del servizio o violazioni accidentali o volontarie dei dati trattati.

Un ulteriore fattore di complicazione potrebbe esser dato dalla complessità della struttura contrattuale, spesso articolata in una molteplicità di documenti distinti, con la conseguente difficoltà a ricostruire e definire con precisione l’insieme delle obbligazioni che gravano su ciascuna delle parti.

In conclusione, il ricorso a servizi cloud richiede un mutamento di prospettiva e di forma mentis rispetto alla contrattualizzazione tradizionale che, preso atto della diversità dei rapporti di forza che caratterizza l’offerta generalizzata di un servizio “preconfezionato”, si fondi un un’attenta analisi delle criticità, nella prospettiva di valutazione e mitigazione dei possibili rischi, piuttosto che sulla pretesa di riuscire a ottenere dal provider consistenti deroghe rispetto alla politica contrattuale e di servizio da questi diffusamente attuata sul mercato.

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