Ptc: la struttura ‘a cinque facce’ e le strategie 2013

Il general manager Stefano Rinaldi illustra il riposizionamento della società sulle aree Cad, Plm, Scm, Alm e Slm. Nel nostro Paese, priorità alla versione 2 del Cad Creo e alla gestione del canale, “che da cinque anni cresce in doppia cifra”

Pubblicato il 13 Dic 2012

“Negli ultimi 20 anni le aziende manifatturiere hanno ottimizzato soprattutto le operation con i sistemi Erp, mentre progettazione e servizi post-vendita sono ancora 'black box' in cui si buttano investimenti sperando di ottenere buoni prodotti e clienti fedeli: queste due aree hanno ampi margini di miglioramento”. Così Stefano Rinaldi, general manager di Ptc Italia, spiega il recente riposizionamento dell’azienda su cinque aree del software applicativo: quelle storiche del Cad e del Plm, e quelle nate da acquisizioni degli ultimi anni, ovvero Alm (Application Lifecycle Management), Scm (Supply Chain Management), e Slm (Service Lifecycle Management). “Sono cinque insiemi di soluzioni che possono essere adottati da soli ma che saranno integrati in una sola suite, di cui Windchill (l'offerta Plm di Ptc, ndr) sarà il backbone”, precisa Rinaldi.

Stefano Rinaldi, general manager di Ptc Italia

Iniziando dal Cad, qualche mese fa Ptc ha rilasciato la versione 2 di Creo, piattaforma che sostituisce lo storico pacchetto Pro/Engineer (Pro/E), puntando su elementi innovativi come la gestione di vari tipi di modellazione (2D, 3D parametrico, 3D esplicito) e disegni Cad basati su tecnologie di altri vendor, il corredo di app differenziate per tipi di utenti, e l'integrazione 'seamless' con il Plm. Il Cad rappresenta oggi il 55% del fatturato Ptc, ma è un mercato maturo, in cui la società punta soprattutto sulla sostituzione nel suo parco installato. Quanto al Plm, mercato consolidato che cresce del 15% annuo, Ptc punta su Windchill, con 1,2 milioni di postazioni attive e utenti come Samsung, Huawei, Eads, Lockheed Martin e Hp, “ma Alm e Scm, essendo ancora nelle fasi iniziali, offrono più opportunità di rapida crescita”.

Per Scm, Ptc intende la gestione delle forniture in senso lato, compresi supplier management e gestione di costi e compliance dei componenti. L'Alm invece è la gestione del ciclo di vita dei software intrinseci in sempre più prodotti, anche di largo consumo (per esempio automobili ed elettrodomestici): ambito in cui Ptc è entrata acquisendo Mks e la sua suite Integrity, che ha utenti come Continental, Nokia, Motorola, Whirlpool e la Nasa.

La quinta area è l'Slm, in cui Ptc sta costruendo un'offerta con varie acquisizioni: la più recente è Servigistics (gestione della logistica e del pricing dei servizi post-vendita). “Qui il potenziale di crescita è del 15-20% annuo: i servizi sul prodotto sono un driver di fidelizzazione essenziale e portano più margini della vendita dei prodotti stessi, ma a fronte di ciò, chi fabbrica il prodotto incassa solo il 25% delle potenziali entrate da servizi su quel prodotto, a causa di atteggiamenti solo reattivi, scarso coordinamento tra processi e dispersione dei dati in diversi 'silos'”.

Infine l'Italia, dove Ptc ha tre uffici, 60 dipendenti e 15 reseller e partner, e realizza il 10% del fatturato Emea, con 3000 clienti tra cui Finmeccanica, Thales-Alenia, Piaggio, Brembo, Ducati, Cnh, Abb, Luxottica, Geox e Whirlpool. Nell'esercizio 2012, chiuso il 30 settembre scorso, il fatturato è cresciuto dell'1% circa “in linea con i piani di mantenimento dell'eccezionale risultato del 2011, dovuto a una serie di grandi contratti”. Per il 2013 Ptc Italia punta soprattutto su Creo 2 (“in Italia il 60% delle circa 3000 aziende utenti di Pro/E non è ancora passato a Creo”), sulla soluzione verticale di Windchill per Retail, Footwear e Apparel, e sulla proposta di Alm e Slm ai settori automotive e aerospazio/difesa. Sui grandi clienti la priorità è rafforzare la proposta di servizi premium, “mentre per le Pmi investiremo ancora nella gestione dei partner: il canale è il 'fiore all'occhiello' di Ptc Italia; da 5 anni cresce in doppia cifra e a fine 2013 rappresenterà il 45% del fatturato totale”, conclude Rinaldi.

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