Sollevare merci e spostarle da un posto all’altro

Pubblicato il 14 Mar 2012

lombardi31082011

“Le aziende italiane sono competitive fino al cancello della fabbrica. È oltre quei cancelli che cominciano i problemi”. Una frase sentita a un recente convegno sul Supply Chain Management e che illustra in modo quanto mai efficace i limiti e i ritardi del sistema logistico del nostro paese.

Aggiungiamo qualche dato particolarmente significativo, come quello che vede l’incidenza dei costi della logistica sul costo industriale medio dei nostri prodotti raggiungere il 15 e a volte il 20%; un peso eccessivo e che solo in apparenza può sembrare esagerato. Viene infatti sostanzialmente confermato dai dati pubblicati dalla World Bank e ricavati dal ‘Logistic Performance Index’ che mostrano il grado di efficienza logistica dei singoli sistemi paese sulla base di una serie di parametri. La sintesi dei valori di questi parametri colloca l’Italia in posizione di sensibile ritardo rispetto a paesi come Germania, Singapore, Svezia, Olanda, Regno Unito, Belgio, Norvegia, Francia e altri ancora.
Sarà anche vero che molti di questi paesi godono di una più favorevole conformazione fisica e orografica del proprio territorio, ma proprio questo avrebbe dovuto favorire impegno e iniziative pubbliche almeno per recuperare anche solo in parte questa situazione di gap. Teniamo anche conto che, insieme al costo del lavoro e al regime fiscale per le imprese, lo stato dei trasporti e il livello di efficienza logistica sono temi che pesano in modo significativo sulla capacità di attrazione di investimenti esteri e sulla scelta delle imprese estere di localizzare attività economiche e produttive nel nostro Paese. È il caso infine di chiarire che per ‘fare efficienza logistica’ non conta solo il livello di modernità delle reti infrastrutturali (strade, ferrovie, telecomunicazioni) ma occorre anche sviluppare una logica di sistema, perché, riprendo le parole di Alessandro Perego del Politecnico di Milano, “la capacità di fornire un servizio logistico è fatta di collaborazione e integrazione di processi e di capacità di disegnare in una logica unitaria un processo che ha l’obiettivo di portare in modo efficiente un prodotto al consumatore”. Ce n’è a sufficienza per capire quanto possa giocare per colmare i ritardi e raggiungere quella logica unitaria e di sistema di cui si è appena accennato, un uso accorto ed evoluto degli strumenti Ict che già sono disponibili.
Cosa intendo con ‘utilizzo accorto ed evoluto’? La capacità di scegliere e utilizzare i software disponibili in un’ottica che non si limiti a guardare ai processi interni all’azienda (per cui la gestione logistica viene per esempio intesa come gestione dei magazzini e dei trasporti). Invece di un’azienda disegnata come realtà isolata e focalizzata sul prodotto, oggi l’attività delle imprese è finalizzata al cliente e al servizio al cliente e per raggiungere questo obiettivo deve essere supportata da un’ottica nuova, collaborativa, che vede l’azienda al centro di un reticolo di relazioni con collaboratori, partner e fornitori. È questa impostazione che deve orientare la scelta e l’utilizzo delle le soluzioni software.

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