Atooma insegna le regole agli smartphone

Accendere il wi-fi se si sta arrivando a casa o in ufficio, comunicare al navigatore in automatico appena si sale in macchina il luogo del meeting previsto in agenda, ricevere le notifiche vocali di email e sms rilevanti quando si è alla guida. Queste sono alcune delle centinaia di azioni che Atooma può “insegnare” a uno smartphone. Pur rivolgendosi direttamente anche al mondo consumer, il modello di business della startup si basa soprattutto sulla vendita della tecnologia ai produttori di device.

Pubblicato il 02 Dic 2014

“Siamo nati nel mondo del mobile e abbiamo lanciato un’applicazione che consente di creare automatismi sullo smartphone”, spiega Fabrizio Cialdea, Ceo e co-funder di Atooma.

Fabrizio Cialdea, Ceo & Co-founder, Atooma

In pratica, la soluzione della società romana consente di definire delle regole che lo smartphone deve eseguire in determinati contesti: da accendere il wi-fi quando il device riconosce che si sta arrivando a casa o in ufficio, a ricevere notifiche vocali di email e sms rilevanti quando si è alla guida ecc.

Gioia Pistola, Cmo & Co-founder, Atooma

La startup, una sede a Roma presso Luiss EnLabs e una San Francisco, è stata creata nel marzo del 2012 da quattro ragazzi romani. Nello stesso anno ha vinto la prima edizione della competition Tech Crunch Italy (edizione italiana dell’evento internazionale che riunisce esperti, guru, referenti tecnologici del mondo dell’innovazione digitale). È stata la prima di tante affermazioni fra cui, nel 2013, essere “the best app of the year” in occasione del Mobile Premier Awards di Barcellona e arrivare prima al Telekom Innovation Contest organizzato da Deutsche Telekom per trovare nuove soluzioni tecnologiche da inserire nei propri servizi. Da ultimo è stata selezionata fra le prime 50 startup che hanno partecipato al Pioneers Festival di fine ottobre 2014 con l’opportunità di incontrare investitori internazionali e importanti aziende di tecnologia, come Google, Samsung, Microsoft e Cisco, che rappresentano alcuni dei potenziali clienti di Atooma.

Andrea Meriggioli, Cco & Co-founder, Atooma

Anche se la soluzione è disponibile anche direttamente per gli utenti finali, il modello di business è un altro: “Le applicazioni consumer servono soprattutto per testare le soluzioni e avere un feedback immediato – precisa Cialdea – Ma il nostro business model guarda soprattutto al mercato dei produttori di device, interessati a integrare la nostra piattaforma per la creazione di regole nei loro dispositivi”. Non si parla solo di giganti come Samsung o Alcatel, con cui già Atooma ha accordi, ma anche di aziende più piccole.
I settori possono andare dall’automotive, agli wearable device fino all’home automation.

È evidente la stretta relazione con il mondo dell’Internet of Things: “Abbiamo una piattaforma software che ci consente di parlare con qualsiasi oggetto: dall’auto, agli orologi, alla smart Tv. Inoltre non siamo solo in grado di creare regole, ma anche di utilizzare la grande quantità di dati raccolti per analizzare i comportamenti e suggerire le regole”, specifica Cialdea.

Francesca Romano, Cxo & Co-founder, Atooma

Atooma è infatti una piattaforma software estremamente versatile, capace di raccogliere input da sensori software e hardware presenti non solo negli smartphone ma anche nelle auto o in altri oggetti connessi alla rete e, attraverso l’analisi dei comportamenti, suggerire informazioni e impostazioni all’utente.

Chi è l’interlocutore al quale la startup si rivolge all’interno delle aziende? “Non è facile trovare i giusti interlocutori; quello ideale sarebbe il responsabile dell’innovazione, una figura che dovrebbe avere le competenze tecniche, ma anche la sensibilità per sviluppare le vendite”, conclude Cialdea.

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