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Oracle OpenWorld 2017, pronti, via: Autonomous Data Base e Cyber security

Larry Ellison apre l’Openworld con un annuncio destinato a segnare un punto nell’applicazione del machine learning al data base, per proteggere i dati rendendo il db automatizzato, intelligente nella propria auto protezione. “Un vero e proprio self driving db”, come ha detto il Cto di Oracle

Pubblicato il 02 Ott 2017

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SAN FRANCISCO – Parte in quarta, senza troppe premesse, l’edizione 2017 della kermesse Oracle, la manifestazione più grande del settore Ict che raggruppa in media tra i 50 e 60 mila visitatori nella “settimana rossa” (dal brand Oracle), dove la città della baia è invasa da clienti, analisti, giornalisti e top manager che discutono delle strategie e delle tecnologie della società di Larry Ellison.

Il Chairman of the Board e Chief Technology Officer (Cto) dell’azienda ha dato un primo assaggio della declinazione cloud degli annunci che ci saranno durante la settimana: si parte con l’Oracle Autonomuous Data Base, accoppiato ad un livello di cyber security automatizzata.

Due parole del perché ci ritroviamo a parlare di queste tecnologie subito partendo da caratteristiche di prodotto e specifiche funzionalità: è la cultura Oracle che arriva dritta dritta alla soluzione proposta e non perde troppo tempo a contestualizzare i fenomeni e le tendenze, tipo la digital transformation, che trasversalmente e in profondità sta rivedendo i modelli di business di ogni industria.

In questo caso, cosa c’è di più delicato e vitale, nella digital transformation, dei dati? Del furto dei dati? La risposta della società di Ellison sta nell’Oracle18c Autonomous Data Base. Presentando questa soluzione che va ad arricchire il portafoglio di prodotti Paas della società, Ellison ha affermato che “Le tecnologie di machine learning, dopo l’ingresso nel settore dell’automotive con la self driving car, dopo la facial recognition applicata in numerosi campi, entrano in una nuova applicazione, quella dell’Autonomous Data Base e della cyber security automatizzata”.

In pratica, è finito lo scheduling programmato di downtime del db per l’aggiornamento delle patch di security: le finestre temporali di fermo lasciano il posto ad un db in grado di fare le patch immediatamente, in autonomia, senza alcun intervento umano, in real time, availability continua, recovery e upgrades con il db on line e Sla garantiti del 99.995%: un vero e proprio “self driving db”, come ha detto un Ellison in piena forma.

Universal credit & Byol

La totale declinazione in cloud dell’offerta di un data base anti-cyber crime, autonomo e basato sul machine learning (l’Oracle 18c: dal 12c al 18c per aggiornarlo alla data del prossimo anno) per imparare, dai pattern di dati derivati dagli event log, a proteggersi, si accompagna ad un nuovo modello di acquisto e consumo di servizi cloud, con un annuncio, l’Universal Credit, fatto da Ellison pochi giorni prima dell’Openworld. Gli utenti di Paas e Iaas potranno fruire dei servizi utilizzando un modello contrattuale unificato, senza specificare in anticipo cosa si prevede consumare, ma contrattualizzando e pagando solo il servizio a reale consumo. Un’agevolazione che introduce un nuovo livello di semplificazione e supporta gli utenti nelle loro “variabili progettuali e di business”, le quali necessitano di flessibilità nell’acquisto e utilizzo del cloud dovendo gestire improvvise necessità elaborative, spostamenti cloud-on premise e viceversa e quant’altro di flessibile serva al business digitale di oggi. Un modello di pagamento a consumo che pone Oracle, anche sotto il fronte del pricing di servizi cloud, in diretta competizione con Amazon, da un paio di anni oggetto degli strali di Ellison: il Cto si è infatti divertito, anche quest’anno, a infierire su Amazon (tra l’altro uno dei più grandi clienti Oracle) sul piano dei performance benchmark tra Oracle Database su Oracle Cloud e Oracle Database che gira sul migliore Oracle Database Cloud Service di Amazon, il Relational Database Service (RDS). In sintesi, dice Ellison “Amazon è da 5 a 8 volte più costoso comparando gli stessi workload rispetto all’Oracle Autonomous Database. Noi garantiamo contrattualmente di poter abbattere la fattura Amazon del 50% e con prestazioni da 5 a 8 volte superiori….”.

Un momento del keynote di Ellison

Anche il Byol (Bring Your Own Licence) è un’operazione che forza, convenientemente, il passaggio al cloud. I clienti potranno portare le loro licenze on premises all’Oracle Iaas; potranno riutilizzare le loro attuali licenze software per Oracle Paas (compreso Oracle DB, middleware, Analytics). In pratica i clienti ottimizzeranno i loro pregressi investimenti nelle licenze on premise usando l’Oracle Database Cloud ad una frazione del vecchio Paas price.

Ed oggi, nuova ondata di annunci con Artificial Intelligence e Blockchain a farla da padrone…

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