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Ellison: cloud e AI per battere il cybercrime

È impossibile, dice il Cto e fondatore di Oracle, pensare al cloud senza una sicurezza di livello. Le aziende stanno perdendo la cyberwar. Servono automation e machine learning in un sistema di security e gestione del cloud altamente automatizzato e intelligente

Pubblicato il 04 Ott 2017

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SAN FRANCISCO – Potremmo senz’altro perderci nelle decine di annunci che caratterizzano il refresh tecnologico che Oracle, all’Openworld 2017, ha presentato all’interno dei segmenti Iaas, Paas e Saas (e derivate), con una forte chiave di security e, come sempre, di elevata performance. Tuttavia, oltre a rimandarvi al sito Oracle (opportuno per chi necessita di drill down di dettaglio), la chiave di lettura fondamentale di questi annunci emerge chiara: è la pervasività, in ogni ambito tecnologico, dell’integrazione, anzi dell’ingegnerizzazione all’interno delle infrastrutture, delle applicazioni e del Platform as a service, di tecnologie di Intelligenza Artificiale (AI) e di machine learning.

Segnano senz’altro un punto fermo, a favore di Oracle rispetto all’attuale scenario dei vendor IT, nell’evoluzione dell’offerta a supporto delle imprese, le quali devono muoversi nella complessità tecnologica, velocità, quantità e diversificazione di dati, necessità di una maggiore e più intelligente security, nell’inevitabile, secondo Oracle, passaggio al cloud per poter rispondere alla disruption digitale in atto.

Ovviamente esiste anche una Oracle Security and Management Cloud Platform, sviluppata per girare sull’Oracle Cloud, che attraverso meccanismi integrati di machine learning automatizza in ambienti cloud la rilevazione delle anomalie, la prevenzione e la risposta alle vulnerabilità in tema di security. Ed è proprio su questa piattaforma che ha centrato il suo secondo key note speech Larry Ellison, focalizzando un punto cruciale nel passaggio al cloud: la certezza di disporre di una security che protegga i dati, i workload e in ultima analisi la reputation delle aziende sul mercato. Ellison ha esordito su questo tema in modo molto netto: “Le aziende stanno perdendo la cyberwar: sempre più i dati di milioni e milioni di persone vengono rubati ogni anno. E’ una guerra!”. E la risposta è appunto questa piattaforma altamente automatizzata che rileva gli attacchi in real time, in coppia ideale, dalla prospettiva Oracle, con quell’Oracle18c Autonomous Data Base in grado di fare patching in autonomia, senza intervento umano, in real time, con availability continua, recovery e upgrades con il db on line e Sla garantiti del 99.995%. Se la Oracle Security and Management Cloud Platform, attraverso tecniche di machine learning rileva e separa i pattern normali di dati da quelli anomali, ecco che il Db classifica i primi, memorizza le query regolari e automaticamente fa il self tuning. La piattaforma può essere on premise, on cloud, non richiede integrazioni, effettua automaticamente event correlation e una remediation basata su un decision making abilitato dalle funzionalità di machine learning. Nel quadro Oracle di passaggio al cloud, l’AI in una piattaforma di security, con il cuore di un autonomous db, va a fissare un tassello di fondamentale importanza oggi per le imprese nella trasformazione digitale dei propri modelli di business.

Intelligenza Artificiale e Machine Learning ovunque

Ma l’AI, come si diceva, connota trasversalmente tutta l’evoluzione dell’offerta della società di Ellison. Prendiamo ad esempio l’area sviluppo del Paas: il lancio dell’Oracle AI Platform Cloud Service indirizza il mondo dello sviluppo di servizi applicativi con componenti AI, sfruttando la potenza di sistemi e servizi Iaas (la Oracle Cloud Infrastructure, ottimizzata anche per picchi di performance legati al “run” di applicazioni deep learning specializzate) per ogni tipo di workload. La società ha esteso il proprio Application Development Portfolio per facilitare lo sviluppo di applicazioni containers e funzionalità serverless; con l’Oracle Blockchain Cloud service propone invece alle imprese una piattaforma general ledger per estendere l’utilizzo delle applicazioni, garantendo anche l’aspetto transazionale in sicurezza, all’interno dei propri ecosistemi di partner basati su blockchain; oppure l’Oracle Mobile Cloud portfolio, per lo sviluppo di chatbot con funzionalità di AI da integrare nelle piattaforme di messaging e CRM.

Sempre in area Paas, sul fronte dell’integrazione, importante a nostro avviso sottolineare la Oracle Data Integration Platform Cloud che raggruppa tutti i prodotti di integrazione Oracle (Oracle GoldenGate, Oracle Data Integration, and Oracle data quality solutions) in un’unica soluzione fruibile in cloud. L’obiettivo, dichiarato più volte nello speech di Thomas Kurian, President Product Development di Oracle, è quello di consentire alle imprese di saper gestire ogni tipo di dato, proveniente da ogni tipo di fonte, per evolute funzionalità di analytics, migliorando la gestione e la security (anche qui, la Analytics Cloud Platform si basa su tecniche cognitive per la data preparation, il consolidamento e la visualizzazione del dato, con l’obiettivo di rendere sempre più pervasive e utilizzate anche da non esperti le funzioni di intelligence).

Robustezza prestazionale sull’infrastruttura

Lo zoccolo di robustezza infrastrutturale non va infine dimenticato. La Oracle Cloud Infrastructure è stata migliorata nelle sue componenti chiave, sistemi, storage, network (maggiore throughput), per garantire servizi ottimizzati funzionali a far operare al meglio le core enterprise applications in cloud. Adesso, afferma Oracle, la capacità elaborativa è stata migliorata dell’87% con un price-performance migliore del 54% in una comparazione, tutta da verificare ma indicativa nelle dimensioni, con altri cloud provider. La sintesi è che Erp, applicazioni anche di HPC (High Performance Computing), applicazioni core altamente critiche (tipo quelle di e-commerce/transazionali) possono girare più veloci e ad un costo minore sulla Oracle Cloud Infrastructure. Non è un punto da poco se pensiamo al freno culturale, rispetto al passaggio al cloud, che hanno fino ad oggi rappresentato per le aziende le applicazioni legacy mission critical.

Ad esempio la parte system è stata incrementata prestazionalmente con l’architettura X7, processori più veloci, incrementi di memoria, nuove istanze di virtual machine, nuove bare metal standard…insomma, sono state incrementate le performance per permettere agli sviluppatori e a tutti gli utenti, anche di elaborazioni intensive, di fruire in cloud dei workload necessari, considerando la sempre maggiore integrazione di funzioni complesse di machine learning e di algoritmi di Intelligenza artificiale. Benvenuti nel nuovo mondo cloud intensive, sicuro e “artificial intelligente”.

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