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Come rendere invisibile l’infrastruttura. Nutanix lo spiega al .Next On Tour

È terminato con la tappa milanese il .Next On Tour, la lunga serie di eventi iniziata nella scorsa primavera a New Orleans durante la quale l’azienda si è confrontata con oltre 500 tra partner e clienti su hybrid cloud, iperconvergenza, IoT, cloud automation e sicurezza

Pubblicato il 27 Mar 2019

Greg Muscarella, Vice President Products Nutanix, durante un momento dell'evento

Sono più di 500, tra clienti e partner, le persone che hanno partecipato complessivamente alle 3 tappe italiane (Roma, Padova e quella conclusiva di Milano) del Nutanix .next on tour 2019, l’evento che Nutanix ha organizzato prima a New Orleans nella scorsa primavera (vedi Nutanix NEXT conference: l’infrastruttura It si farà invisibile all’utente) e poi a Londra, per chiudere nel nostro paese.

Il road show è stata l’occasione per presentare novità e concretizzare annunci che l’azienda ha fatto negli ultimi tempi: annunciato due anni fa, vede la luce anche in Europa il cloud targato Nutanix con due strutture (a Londra e in Italia) operative entro la fine dell’anno; gli XI Cloud Services si strutturano nell’offerta di cinque specifici servizi; l’accordo con Sparkle rende disponibili i servizi di disaster recovery Nutanix Xi Leap attraverso il data center del service provider del Gruppo TIM; la certificazione SAP Hana per l’hypervisor AHV; la nascita del Nutanix User Group Italia, la community dei clienti Nutanix

Rendere semplice quello che è complesso

Nata nel 2009, ma operativa dal 2011, l’azienda in questi 10 è profondamente cambiata pur nella costante del proprio mantra “semplificare la complessità”, come ha ribadito il country manager Alberto Filisetti nell’intervista rilasciata a ZeroUno a margine dell’evento Nutanix .next on tour 2019.

foto di alberto filisetti
Alberto Filisetti, country manager di Nutanix per l’Italia

“La semplicità è la chiave per essere veloci nell’adozione di nuove tecnologie, per proporre nuovi prodotti che fanno la differenza e fin dall’inizio, quando abbiamo portato sul mercato una nuova concezione di storage con la sua virtualizzazione, la base del nostro lavoro è stata rendere semplice quello che è complesso”, ha detto il top manager. Semplicità che si combina con l’innovazione continua che contraddistingue il vendor padre dell’iperconvergenza (confermatosi tra i Leader nel Gartner Magic Quadrant per le infrastrutture iperconvergenti anche nell’ultima edizione di novembre 2018).

“Quando ho portato questa azienda in Italia nel 2011 – ricorda Filisetti– il problema principale che avevo nel proporre questo nuovo modo di vedere l’infrastruttura era quello di non avere competitor. Il nostro vero competitor era il continuare a fare le cose nello stesso modo da 20 anni e le aziende faticavano a capire cosa concretamente significasse iperconvergenza”.

Paradossalmente, il successo è arrivato con l’ingresso nell’arena di competitor, tra i quali si annoverano alcuni dei grandi nomi dell’ICT, che hanno contribuito a creare un mercato.

Per gestire l’hybrid IT bisogna virtualizzare il cloud

“A questo punto le cose sono state un po’ più facili, ma abbiamo subito capito che per mantenere il nostro successo dovevamo continuare a innovare. E, ancora una volta, il nostro modo di innovare si chiama semplicità. Oggi l’infrastruttura tecnologica sulla quale si appoggiano le aziende è sempre più complessa: cloud privato, classico data center on premise e cloud pubblici fino ad arrivare all’IoT e all’edge”, ha detto Filisetti.

A supporto delle affermazioni del manager italiano, i risultati della survey condotta da Vanson Bourne per conto di Nutanix su 2.300 intervistati a livello mondiale e ricordata da Greg Muscarella, Vice President Products Nutanix, che ha aperto la tappa milanese del roadshow dove, da un lato, si conferma il trend verso il cloud: “Le aziende prevedono di incrementare l’utilizzo del cloud ibrido: per il 91% (90% in Italia) il cloud ibrido è il modello IT ideale ma, ad oggi, solo il 18% (24% in Italia) conferma di aver adottato tale modello. I risultati rivelano, inoltre, che la mobilità delle applicazioni su qualsiasi cloud è una priorità per il 97% (96% in Italia) degli intervistati e l’88% degli intervistati (86% in Italia) afferma che tale soluzione contribuirebbe a risolvere molti dei problemi attuali”. Ma dall’altro rileva che il cloud pubblico non è la panacea per tutti i mali: “I responsabili delle decisioni in ambito IT hanno evidenziato che la possibilità di utilizzare l’ambiente cloud corretto, per le varie applicazioni, è fondamentale e come il 35% (18% in Italia) delle aziende, che utilizza il cloud pubblico, abbia speso più del budget annuale assegnato. Quando è stato chiesto di elencare in ordine di importanza i vantaggi principali del cloud ibrido, l’interoperabilità tra diversi tipi di cloud (23% a livello globale – 29% in Italia) e la possibilità di spostare le applicazioni tra diversi cloud (16% globalmente – 10 % in Italia) hanno superato nettamente il costo (6% sia a livello globale che in Italia) e la sicurezza (5% globalmente – 9% in Italia) come vantaggi principali”.

Greg Muscarella, Vice President Products Nutanix, durante un momento dell’evento

In questo contesto, si evidenzia la necessità di una maggiore orchestrazione e mobilità delle applicazioni in tutti gli ambienti cloud: “Le aziende vogliono la massima flessibilità per spostare le app sul cloud ‘giusto’ in modo più dinamico”, afferma Filisetti per ricordare la nascita dell’hypervisor AHV: “Non abbiamo sviluppato un hypervisor per fare concorrenza a quelli esistenti [peraltro tutti supportati dalle soluzioni Nutanix ndr], ma per creare qualcosa di diverso, un hypervisor di nuova generazione che consenta di ottenere il massimo da entrambi i mondi: la velocità, la governance e la sicurezza dell’on premise con la flessibilità, il controllo dei costi e la continuous innovation abilitata dal public cloud. La chiave – ha proseguito Filisetti – è stata di non vedere cloud e on premise come un’infrastruttura, ma come qualcosa al servizio delle applicazioni”.

Nutanix AHV, integrato nel sistema operativo Nutanix Enterprise Cloud, consente di “virtualizzare il cloud e rende l’azienda pronta al multicloud”.

I servizi cloud di Nutanix: l’offerta Xi Cloud Services spiegata a Nutanix .next on tour 2019

Il passo successivo è stato quello di offrire servizi cloud, sia attraverso diversi service provider sia con un proprio cloud. A oggi sono cinque i servizi offerti:

  • Xi Leap – servizio di disaster recovery attivabile direttamente in Nutanix Prism che replica le diverse componenti dell’infrastruttura ibrida che l’azienda ha definito;
  • Xi Frame – è una piattaforma desktop-as-a-service con controllo degli accessi basato sui ruoli integrato;
  • Xi IoT – piattaforma end-to-end gestita centralmente dal cloud che esegue l’elaborazione in tempo reale dei dati provenienti dai sensori;
  • Xi Beam – servizio di ottimizzazione multicloud che offre un monitoraggio approfondito e funzionalità analitiche complete in grado di dettagliare i modelli di consumo del cloud;
  • Xi Epoch –servizio che consente di monitorare, sulla base di indicatori chiave come latenza, tassi di errore e throughput, gli obiettivi dei livelli di servizio (anziché le singole istanze) impostando avvisi per KPI aggregati che permettono di acquisire informazioni approfondite sull’esperienza utente.

Infine nel corso del Nutanix .next on tour 2019 è stata inoltre annunciata l’iniziativa del Nutanix User Group Italia, la community dei clienti Nutanix per condividere la conoscenza della tecnologia mettendo a fattor comune idee, progetti, esperienze e best practice.

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