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Come NetApp accompagna le aziende nel viaggio verso il cloud

Continua a espandersi e innovarsi la strategia data fabric del vendor storage. Le soluzioni hybrid e multi cloud assumono un ruolo sempre maggiore nel portfolio NetApp insieme alle partnership con i tre maggiori hyperscaler, che le vendono anche direttamente. Ne parliamo con i manager italiani

Pubblicato il 10 Nov 2021

NetApp

Nel 2022 NetApp compirà trent’anni. Tre decenni totalmente dedicati a sviluppare e vendere soluzioni per il data management. Con una forte attenzione, oltre a curare l’offerta esistente, a cogliere e sfruttare i nuovi trend di utilizzo delle tecnologie di memorizzazione e archiviazione da parte delle organizzazioni e a stringere alleanze strategiche con partner che offrono tecnologie e servizi complementari allo storage.

“In questo momento. in cui i dati devono essere gestiti in contesti di tipo hybrid cloud e multi cloud, che offrono grandi opportunità per il business ma che fanno anche crescere la complessità – afferma Davide Marini, country manager di NetApp Italia – il mercato tende a rivolgersi agli specialisti nei dati come noi, oltre che ad altri specialisti in altri ambiti legati al cloud, come, per esempio Cisco, gli hyperscaler o Sap“.

Davide Marini, country manager di NetApp Italia

Acceleratore sulle tecnologie e i servizi cloud

Nell’anno solare 2021 NetApp si è avvicinata ai 6 miliardi di dollari di fatturato a livello globale (5,7 miliardi). Nell’anno fiscale 2020 le revenue avevano raggiunto i 5,4 miliardi di dollari. Nel primo trimestre fiscale 2022, il giro d’affari è stato pari a 1,46 miliardi di dollari. Ovviamente, la parte del leone nel business NetApp continuano a farla le vendite di appliance, e in particolare oggi di all-flash array, e dei servizi correlati, ma il vendor registra un’impennata della crescita del fatturato proveniente dai servizi public cloud, tanto da prevedere (sulla base del run rate registrato nel trimestre appena concluso), per questi ultimi, una crescita delle revenue pari all’89% anno su anno (23% invece per gli all-flash array), anche grazie all’impegno degli hyperscaler che hanno aggiunto soluzioni NetApp sui loro marketplace come servizi first party. “Entro il 2025 – dichiara Marini – il nostro obiettivo è raggiungere il miliardo di dollari di fatturato nel solo ambito delle tecnologie cloud”.

Un one-stop shop per lo storage on-premise e in cloud

Tutta l’offerta esistente e futura di NetApp ha come “cappello” la visione di un data fabric che consente, ribadisce il country manager, “alle aziende di condividere i dati in modo sicuro dal data center al multi cloud”. Per questa ragione, il vendor continua tanto a supportare e innovare le tecnologie per le infrastrutture on-premise, sia a esplorare e conquistare nuovi territori nel mondo storage in continua evoluzione. “Secondo il Politecnico di Milano siamo quasi giunti al giro di boa fra l’utilizzo di tecnologie storage solo on-premise e il ricorso allo storage in modalità hybrid e multi cloud”, fa notare Roberto Patano, Senior Manager Solution Engineering di NetApp Italia. “Forse l’anno prossimo potrebbe avvenire il sorpasso”, aggiunge. “Certamente la maggior parte del merito è dovuto alla crescente adozione di soluzioni SaaS (Software-as-a-Service), ma è in forte crescita anche la domanda di soluzioni storage cloud in ottica IaaS (Infrastructure-as-a-Service). L’obiettivo di NetApp è lasciare ai clienti la libertà di scegliere dove e come utilizzare meglio i loro dati e fornirgli i prodotti e i servizi migliori e più sicuri per costruire le loro data fabric”. Architetture, va precisato, in cui devono essere soddisfatte le esigenze storage sia delle applicazioni tradizionali on-premise, sia di quelle tradizionali migrate sul cloud (lift and shift), sia di quelle cosiddette cloud native (soprattutto container e microservizi gestiti con piattaforme kubernetes).

Roberto Patano, Senior Manager Solution Engineering di NetApp Italia

“NetApp, nell’ottica di voler essere un one-stop shop per lo storage dal tutto on-premise a tutto in cloud – continua Patano – punta per questo motivo sull’hardware, sul software, sui servizi e sulle alleanze con gli hyperscaler”. A quest’ultimo proposito, le maggiori iniziative sono concentrate con i tre principali: AWS, Azure e Google Cloud Platform. In un altro articolo abbiamo già avuto modo di accennare alle principali novità introdotte da NetApp negli ultimi mesi (comprese quelle lanciate a NetApp Insight 2021) nell’ambito di tutto l’offering: dal sistema operativo Ontao 9.10.1 alle tecnologie Cloud Manager, dalle soluzioni per le applicazioni cloud native della famiglie Astra by Netapp e Spot by Netapp, ai nuovi servizi first party lanciati in collaborazione con i tre principali public cloud.

Crescita in Italia, dai large account alle PMI

Quanto alla modernizzazione IT, fino a poco tempo fa l’Italia non ha brillato in modo particolare rispetto ad altri Paesi europei, e in particolare quelli del centro e nord del continente. In particolare, il mondo delle piccole e medie imprese in generale – che costituisce l’ossatura principale della nostra economia – è rimasto un po’ alla finestra nei confronti della migrazione verso il cloud, complice anche il digital divide che penalizza alcuni territori del paese. “Oggi – nota il Senior Manager Solution Engineering di Netapp Italia – alcune aziende si stanno dimostrando interessate a dotarsi di funzionalità di monitoraggio, gestione unificata e ottimizzazione dello storage (come quelle che offre NetApp Cloud Manager, ndr) anche per ambienti che non intendono aprire verso il cloud”.

Anche Marini mostra ottimismo riguardo al futuro del mercato italiano. “Ci confrontiamo spesso con i nostri colleghi degli altri paesi europei e posso dire di sentirmi sempre orgoglioso di come sta andando il nostro business locale. Da una parte è vero che nei momenti di difficoltà gli italiani danno il meglio, dall’altra molto dipende anche dall’impegno degli hyperscaler”. “Molti application architect dei public cloud – conferma Patano – sono interessati a capire come le nostre tecnologie funzionano con le applicazioni enterprise”. E riescono così a convincere sempre più organizzazioni a migrare le loro piattaforme business critical sulla “nube”.

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