Assintel 2012: l’IT scende ancora, ma la componente ’emergente’ fa sperare

Il rapporto Assintel stima per il mercato IT italiano un volume di 19 miliardi, in calo del 3,2%. Forte flessione dell’hardware, tiene solo il software, cloud in forte ascesa (57,8%). “Molte imprese utenti si stanno adeguando ai nuovi canoni dell’It; ora tocca agli operatori dell’offerta”.

Pubblicato il 19 Ott 2012

Il mercato It italiano chiuderà il 2012 a 19 miliardi di euro, in calo del 3,2%, registrando così il terzo anno di flessione negli ultimi 4. Un segnale positivo però è l'ascesa di una It 'emergente', basata su tecnologie come social enterprise, mobile, analytics e cloud computing, che si stacca nettamente dall'It tradizionale (mantenimento e adeguamento dell'esistente) e offre promettenti opportunità alle aziende utenti e agli operatori del settore capaci di adattare modelli operativi e skill. Questi in sintesi i responsi del report Assintel 2012 'Il mercato del software e servizi 2012 in Italia', che in realtà fotografa l'intero settore It, compreso l'hardware, il comparto che esce peggio dal 2012 con un -9,4% annuo che ne riduce il fatturato di oltre mezzo miliardo, da 5,78 a 5,24 miliardi (vedi figura 1 nella gallery in fondo al testo). La forte crescita dei tablet (52,1%) non compensa i cali di desktop (-33,6%) e server di fascia alta mainframe e Unix (-14,7%), legati ai progetti di virtualizzazione e alla riduzione di prezzi unitari e tariffe di manutenzione.
Anche i servizi It sono in discesa: -3,8% a 8,86 miliardi. “Una flessione che nasce dall'ulteriore calo delle tariffe, dal surplus d'offerta di servizi tradizionali e, per contro, dalla scarsa disponibilità di skill nelle aree più innovative”, spiega Alfredo Gatti, managing partner di NextValue, società che elabora i dati per il report Assintel. Tutti i segmenti dei servizi sono in calo tra il -3 e il -4%: consulenza, system integration, sviluppo e manutenzione software e formazione.

Il software è l'unico comparto in crescita, pur se lievissima (0,8% a 4,28 miliardi): le note migliori provengono da business intelligence (3,7%) e web content management (4,1%). Crescita zero invece per pacchetti gestionali e applicazioni verticali on-premise, anche per 'colpa' del Software-as-a-service, che ha contribuito al forte incremento (57,8%) del Cloud computing, giunto rapidamente a un valore complessivo di 620 milioni. “In Italia il cloud sta crescendo agli stessi tassi dei Paesi europei più avanzati”, sottolinea Gatti (figura 2).

Budget in calo, ma il 36% è innovazione

Assintel e NextValue hanno poi analizzato le tendenze della domanda con un'indagine su 500 imprese utenti di tutti i settori e dimensioni. L'ottimizzazione dei costi rimane la prima priorità di business nell'88% dei casi, ma continua a crescere la percezione del ruolo strategico dell'It: il 57% la ritiene “guida del cambiamento aziendale” o “supporto al business”, contro il 28% del 2009. Nonostante ciò, il budget It l'anno prossimo crescerà solo in un'azienda su quattro, mentre il 42% del campione lo ridurrà (contro il 19% dell'anno scorso): il 17% lo taglierà di una percentuale oltre il 10%.

Un segnale positivo però viene dalla composizione del budget (figura 3): il 44% è dedicato a gestire l'esistente, il 20% all'adeguamento tecnologico e normativo, il 18% allo sviluppo e trasformazione dell'esistente (per esempio il roll-out dell'Erp in una nuova filiale) e il 18% a progetti di vera innovazione. “Ben il 36% del budget quindi servirà a trasformare e innovare, contro il 26% dell'anno scorso – rimarca Gatti -. Peccato che molti vendor preferiscano concentrarsi sul 64% di gestione e adeguamento”.

A proposito di innovazione, le tecnologie It emergenti secondo le imprese del campione (figura 4) sono mobile/wireless e information security management, cioè la gestione comprensiva di tutti gli aspetti di sicurezza It. Seguono web content management nel senso più generale, automazione e controllo (internet delle cose, Rfid, M2m, ecc.), entrata da poco nella sfera di competenza del Cio, e quindi e-business e analytics/business intelligence.

Sempre più process e client-driven

Quanto alla percezione del ruolo dell'It, Gatti ha confrontato i pareri delle 500 aziende del campione con un'analoga ricerca di Insead: “Secondo queste survey in Italia il 42% dei dipartimenti It è technology-driven, mentre in Europa tale dato scende al 37% e calerà al 22% tra due anni. Viceversa i dipartimenti It business process-driven in Italia sono solo il 17% contro il 41% europeo, che salirà al 49% nel 2014. A sorpresa infine il 41% dei Cio italiani è convinto che il suo dipartimento It sia client-driven, contro il 22% europeo, che salirà al 29% tra due anni”.
Tutti questi segnali quindi fanno capire che molte imprese utenti si stanno già adeguando ai nuovi canoni dell'It 'emergente', conclude Gatti. ”Gli operatori dell'offerta It devono fare altrettanto: non basta sviluppare un'app, occorre un percorso serio di trasformazione di modelli operativi e una gamma di skill, che permetta di seguire più da vicino l'evoluzione delle esigenze dei clienti, e/o di proporsi al mercato con canali, contenuti e servizi basati su internet e completamente nuovi rispetto alla propria offerta precedente”.


Settori verticali: forte calo della Pa

Il report Assintel 2012 analizza anche la spesa It per settori verticali, rilevando una lieve crescita per consumer, telecomunicazioni/media e assicurazioni (tutti tra 1% e 2%) e un forte calo di tutti i comparti soggetti alla 'spending review' del Governo: Pa centrale (-10,8%), Enti locali (-8%) e Sanità (-5,8%). In flessione anche trasporti (-5,8%), industria (-5%), commercio (-4,5%) e in minor misura anche il bancario (-1,9%), il cui ritorno al segno negativo però, dopo il +2,9% dell'anno scorso, spicca anche perché si tratta del settore che in Italia spende di più in It: 4,5 miliardi di euro quest'anno, contro i 3,6 miliardi dell'industria.


Isv e system integrator a testa alta

Un capitolo del report Assintel 2012 analizza i risultati finanziari delle prime 200 società di software e servizi It in Italia, ricavandone diversi spunti interessanti. Alcune aziende best in class, nonostante tutto, vanno relativamente bene, anche grazie a operazioni straordinarie, mentre tra i piccoli operatori si salva chi ha un'efficace politica di nicchia geografica o di mercato. In generale, nel 2011 le difficoltà economiche sono aumentate: gli effetti della crisi economica si fanno sentire e spesso impediscono di investire le risorse necessarie per adattare modelli e skill alla trasformazione It in atto. Questo vale specialmente per il personale: gran parte degli operatori recluta quasi solo figure junior e neolaureati e solo quando le lacune di organico sono insostenibili. Tenuto conto però delle condizioni al contorno, sottolinea il report, “nel complesso Isv e system integrator italiani escono dall'analisi a testa alta”.

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