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Infrastrutture digitali in Italia: ecco i dati EY

Il Digital Infrastructure Index analizza il livello di efficienza e maturità delle infrastrutture digitali delle 107 province italiane, le 3 migliori sono Genova, Milano e Roma

Pubblicato il 15 Gen 2021

EY

Sono stati resi noti i più recenti dati del report EY Digital Infrastructure Index che analizza il livello di efficienza e maturità delle infrastrutture digitali delle 107 province italiane, prendendo in considerazione sia la diffusione delle infrastrutture TLC e broadband, sia il grado di digitalizzazione delle altre infrastrutture presenti su un territorio.

Nello specifico, l’analisi i ha preso in considerazione un set di 30 indicatori, classificati in 3 differenti categorie: connettività fissa, connettività mobile e wi-fi, tecnologie IoT. Gli indicatori prendono quindi in considerazione sia le tecnologie più mature (ADSL, LTE), sia quelle più avanzate (FTTH, 5G) pesando però in maniera significativamente superiore queste ultime, elementi fondamentali per la crescita del Paese e delle sue filiere produttive.

Tra i principali risultati di quest’analisi emerge che non vi è una particolare spaccatura del Paese tra Nord e Sud. La sofferenza digitale è presente dappertutto, non solo al Sud (in particolare Sardegna, Sicilia, Calabria), ma anche al Nord (Piemonte soprattutto, con zone penalizzate che si ritrovano anche in Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia), e soprattutto al Centro (bassa Toscana, Lazio al di fuori di Roma, Marche e Abruzzo).

Tra le prime posizioni, a confermare il fatto che vi sono eccellenze lungo tutto il paese, ci sono Genova, Miano, Roma, Bologna, Torino, Firenze, Napoli, La Spezia, Ferrara, Parma, Prato, Cagliari, Reggio Emilia, Modena, Monza e Brianza, Trento e Brescia. Invece, fra le ultime si trovano Nuoro, Isernia, Macerata, Pesaro Urbino, Carbonia Iglesias, Crotone, Rovigo, Vibo Valentia, Enna e Fermo.

In generale, si può rilevare un diffuso ritardo della dorsale adriatica, che sconta una tradizionale minore priorità da parte degli operatori TLC, ed un sistema di utilities locali meno sviluppato rispetto al resto del Paese: Marche, Abruzzo, Molise, fino alla Puglia del Nord, sono tutti territori con indice di infrastrutturazione digitale di molto inferiore alla sufficienza.

D’altra parte, è stata riscontrata anche disomogeneità di territori molto vicini tra di loro. Quasi ogni regione ha al proprio interno almeno un’area in forte ritardo, con l’eccezione di Emilia-Romagna, Umbria, Liguria e le piccole regioni alpine.

Il livello di infrastrutturazione digitale delle filiere produttive in Italia è assai disomogeneo: sette filiere superano il valore medio nazionale di infrastrutturazione digitale (Milano, Torino, Bologna, Roma).

Le filiere meno infrastrutturate sono l’Agrifood ed il Retail Food, che scontano una certa concentrazione nelle aree rurali, dove le infrastrutture digitali risultano meno diffuse. Tra le più infrastrutturate quelle che hanno retto maggiormente alla pandemia di Covid-19: Technology&Telco, Media&Entertainment, Farmaceutico e Dispositivi Medici.

“È ormai assodato che l’Italia per il rilancio economico debba accelerare sulla digitalizzazione, a partire dagli investimenti sulle infrastrutture digitali, che non si limitano solo a Banda Ultralarga e 5G, ma devono comprendere anche cloud computing, reti IoT e sensoristica. L’accelerazione deve avvenire sulla base dei business needs delle imprese, con una definizione delle priorità che metta in relazione la localizzazione del sistema produttivo italiano con la diffusione delle infrastrutture digitali sul territorio. Parte del supporto economico agli investimenti digitali necessari ai territori, che si trovano oggi in una condizione di gap infrastrutturale, può venire dal Recovery Fund e dal Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza, con le opportune differenze: nel caso delle PMI per la modernizzazione dell’impresa, nel caso delle aziende più grandi per costruire o rafforzare l’ecosistema di filiera” ha commentato Andrea D’Acunto, Med Telco, Media & Technology Leader di EY.

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