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Fase 2, le 6 leve individuate da EY per ripartire

Le azioni da compiere per rendere città e infrastrutture più resilienti nella Fase 2 e pronte a fronteggiare eventuali ritorni del virus, facendo particolare attenzione ai 4 scenari della ripartenza che contraddistinguono le diverse aree del Paese

Pubblicato il 05 Mag 2020

ey e fase 2

In Italia si va attuando la Fase 2 secondo quanto indicato dal Governo, anche se ogni area geografica ha situazioni diverse ed è un incognita capire quali saranno gli effetti della ripartenza dati i differenti numeri del contagio che si hanno nel nostro Paese, le infrastrutture su cui ciascuna città potrà contare eccetera.

In ogni caso, i suggerimenti della società di consulenza EY riguardano 6 azioni imprescindibili per ciascuna realtà al fine di mettersi al riparo dal possibile ritorno del virus Covid-19, eccole qui di seguito.

  1. Un’organizzazione della risposta sanitaria all’altezza (posti letto negli ospedali, medici di medicina generale, farmacie per la distribuzione dei dispositivi di protezione).
  2. Infrastrutture di mobilità capienti (in grado comunque di trasportare un certo numero di cittadini senza eccessivo affollamento), flessibili (per esempio integrate con bike e car sharing e anche i monopattini, secondo alcuni il mezzo più indicato nella nuova situazione) e organizzate per la logistica urbana, il tutto supportato da servizi di infomobilità (per esempio app) che ne consentano un più facile e immediato utilizzo.
  3. Ampia copertura delle infrastrutture di comunicazione a banda ultralarga fissa (fibra ottica) e mobile (5G), wi-fi pubblico capillare, scuole e amministrazioni già connesse in fibra ottica.
  4. Capacità di tenere sotto controllo la città attraverso la sensoristica e le centrali di controllo urbano (traffico, sicurezza), elementi indispensabili per monitorare in tempo reale i flussi di spostamento dei cittadini, prevenire le situazioni di congestionamento e regolare tempi e orari di spostamento dei cittadini evitando i picchi degli orari di punta.
  5. Servizi pubblici interamente digitalizzati, che permettono la continuità di erogazione dei servizi evitando l’affollamento agli sportelli.
  6. Elevata capacità di engagement digitale dei cittadini (comunicazione con app e social network), perché garantisce maggiormente che le app di tracciamento vengano scaricate dalla maggioranza dei cittadini, più abituati a interagire con la PA attraverso gli strumenti digitali.

EY, 4 previsioni su Fase 2 e ripartenza

In vista della Fase 2, sulla base della diffusione del contagio riferita al 20 di aprile, EY aveva classificato le città seguendo 4 cluster della ripartenza, facile, lenta, frenata e critica.

  1. Ripartenza facile (basso contagio/buona resilienza): sono le città (prevalentemente del Centro e del Sud) dove approfittare della ripartenza è più facile, perché hanno le infrastrutture e le tecnologie già pronte, e possono controllare meglio i pochi contagi sul loro territorio. Tra queste: Cagliari, Bari e Lecce, ma anche alcune città medie del centro-nord, come Siena, Pisa, Pordenone, Udine. In classifica anche Cosenza, Perugia, Potenza, Livorno e Sassari.
  2. Ripartenza lenta (basso contagio/scarsa resilienza): sono città dove la ripartenza potrebbe avvenire assai presto, dato il basso livello di contagio, ma più lentamente, perché le loro infrastrutture di mobilità e comunicazione non sono di livello elevato e non consentono grandi prestazioni. Molte del Sud: Caltanissetta, Caserta, Crotone, ma anche alcune del Centro Italia come Viterbo e L’Aquila. In classifica anche Prato, Roma, Napoli, Catania e Palermo.
  3. Ripartenza frenata (alto contagio/buona resilienza): sono le città del Nord tradizionalmente “smart”, come Milano, Bergamo, Brescia, Piacenza, eccetera, che, pur avendo sistemi di mobilità, reti TLC e reti di sensori molto avanzate, appaiono frenate nella ripartenza da alti livelli di contagio (spesso correlati ad elevati livelli di ospedalizzazione e carenza di medici di base sul territorio). In classifica anche Venezia, Torino, Firenze, Genova, Parma, Bologna, Padova, Pavia e Trento.
  4. Ripartenza critica (alto contagio/scarsa resilienza): sono le città dove la ripartenza appare più critica, perché accanto a situazioni di contagio molto elevate si abbinano livelli di resilienza molto bassi (reti di trasporto pubblico poco capillari e scarsa presenza del car sharing, limitate coperture TLC, pochi sensori sul territorio e mancanza di piattaforme e centrali di controllo dove raccogliere i dati). Sono città come Cremona, Lodi, Lecco, Alessandria, Verbania, raramente ai primi posti nelle classifiche di smart city italiane, dove sembrano mancare le leve delle infrastrutture moderne e delle tecnologie avanzate per potersi risollevare prontamente. In classifica anche Savona, Bolzano, Forlì, Varese, Belluno, Ancona e Como.

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