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Le certificazioni e la formazione IoT nell’agenda dei professionisti IT

Anche se l’Internet of Things è ancora un’area in via di sviluppo, gli amministratori dei data center dovrebbero considerare le certificazioni come un’opportunità per accrescere le loro competenze e ampliare il proprio curriculum. L’arrivo di IoT avrà infatti impatti importanti sulle architetture informatiche e di rete che l’attuale It dovrà saper gestire. Nell’articolo una panoramica delle iniziative di formazione e certificazione nel settore.

Pubblicato il 04 Set 2017

IoT

Come è noto, IoT permette la raccolta dei dati attraverso sensori collocati nei prodotti, nelle linee di produzione, negli impianti e nell’ambiente. Ma per dominare questa tecnologia serve una profonda comprensione dei dispositivi, una solida conoscenza dei protocolli sottostanti, delle reti e della sicurezza, oltre a una certa sensibilità di business per trasformare l’oceano dei dati in una conoscenza utilizzabile a livello aziendale.
Per acquisire queste competenze, i professionisti dell’IT e dei data center possono utilizzare il sistema delle certificazioni per porre le basi della conoscenza in campo IoT e per svilupparla, cercando i percorsi di formazione strutturata e di certificazione che si stanno affacciando sul mercato.
Investire sulle certificazioni IoT sembrerebbe un atteggiamento previdente. Infatti, come oggi ci si aspetta che un professionista IT di successo abbia un solido background su server, storage, reti, sicurezza, gestione, cloud e altre discipline, i professionisti di domani avranno bisogno di una solida comprensione dei concetti base dell’IoT.
Un programma di formazione IoT adeguato dovrà trattare temi quali:

  • le modalità operative dei sensori IoT,
  • la tipologia di dati raccolti e come vengono resi disponibili,
  • la manutenzione e la sostituzione dei sensori.

Ma ancora non basta, visto che i sensori rappresentano solo gli endpoint. Un professionista IT esperto di IoT dovrà essere consapevole delle enormi richieste che arrivano all’infrastruttura e dovrà conoscere:

  • i protocolli IoT,
  • le architetture di rete adeguate,
  • le strategie di storage e di protezione dei dati,
  • le richieste di elaborazione e molto altro.

La maggior parte delle conoscenze architetturali si dovranno focalizzare sui servizi cloud e sul loro sviluppo e su come creare un’infrastruttura efficace nel cloud pubblico o nei data center locali. La formazione si può espandere anche a come l’IT può usare gli strumenti analitici per interrogare e visualizzare i dati raccolti.

Come tradurre le certificazioni IoT in una migliore progettazione del data center

Una profonda conoscenza dei requisiti e delle potenzialità dei dispositivi IoT può aiutare i pianificatori IT a prevedere, ad esempio, gli impatti del traffico sulle reti. Queste conoscenze possono aiutare il business a realizzare miglioramenti architetturali dell’infrastruttura di impresa, realizzando un’architettura di cloud pubblico efficace anche in termini di costi, prima di avviare un progetto IoT.
La pianificazione e la performance dello storage rappresentano un altro campo dove la conoscenza dei device IoT è cruciale. I professionisti dell’IT devono essere in grado di stimare il volume totale di dati prodotti dai sistemi IoT e assicurare così lo spazio di memorizzazione online, la protezione dei dati e la disponibilità di uno spazio per un archivio a lungo termine. È inoltre necessario definire policy di conservazione e di cancellazione dei dati di origine IoT.
La competenza nel campo IoT è indispensabile anche per comprendere i requisiti necessari per l’installazione dei dispositivi, la loro domanda di potenza, i problemi di connettività e i requisiti per una periodica la manutenzione dei sistemi IoT fisici. Alcuni sensori e attuatori IoT per ambienti industriali possono essere costosi, ma si può risparmiare con una installazione e un supporto davvero professionali. Si deve infine comprendere come aggiornare ed eliminare definitivamente i dispositivi al momento giusto.

Le certificazioni e i corsi IoT già disponibili

Se si è convinti che la certificazione in campo IoT sia indispensabile, prima di fare l’investimento in formazione è opportuno valutare attentamente i contenuti e l’adeguatezza di ciascun corso o della certificazione, analizzandone gli obiettivi, la durata e i costi.
A livello internazionale, ci sono alcune iniziative fra cui quella di Cisco che non offre una certificazione specifica in IoT ma propone la certificazione in Industrial Networking Specialist certification (IMINS) — Exam 200-401, per ottenere la quale si deve superare un esame, basato su un questionario che prevede da 55 a 75 domande, da compilare in 75 minuti, da sostenersi presso la sede di un partner.
In Italia Cisco mette a disposizione, a livello di scuole e formazione base, il corso Introduzione all’Internet of Things, che fa parte dell’offerta formativa del programma Cisco Networking Academy, disponibile da settembre anche in lingua italiana.
Un’altra iniziativa interessante, pur non trattandosi esattamente di una certificazione, è il percorso Cisco Skill Zone per IoT Data Analyst, realizzato in collaborazione con il Centro ELIS. Skill Zone è un programma sperimentale che Cisco ha testato per la prima volta a livello europeo proprio in Italia e che consiste in un corso di un anno conclusosi il 19 giugno (ci sembra comunque importante segnalarlo dato che, al di là della sperimentazione, potrebbe essere riproposto). Si tratta in questo caso di alta formazione finalizzata all’inserimento nel mondo del lavoro di figure con una capacità approfondita nel campo del data analysis sulle informazioni ottenute da processi e sistemi che utilizzano le tecnologie IoT.
Un altro esempio di certificazione a livello internazionale è il Certified Internet of Things Specialist program, realizzato dal Global Science and Technology Forum, che prevede l’introduzione ai concetti IoT di base, si occupa di installazione e operation dei sensori, temi architetturali oltre alle implicazioni su database, mobility, privacy e sicurezza. L’esame prevede circa 40 domande in 60 minuti e una parte pratica che i partecipanti devono completare a due settimane dal corso.
Un’ulteriore iniziativa internazionale è quella di Coursera che offre sei corsi, raccolti nel programma di specializzazione “Build Your Own Internet of Things”, i cui contenuti sono sviluppati dalla University of California San Diego e da Qualcomm. Questo insieme di corsi spiega tutto su sensori, attuatori, elaborazione e comunicazione sia in termini teorici sia pratici, attraverso un modello di learning basato su una sottoscrizione mensile.
Negli Usa è prevista anche un’offerta formativa da parte di College e Università. Il Professional and Continuing Education program dell’Università di Washington prevede, ad esempio, la certificazione in IoT, con corsi online o presso alcuni campus. In Italia non ci risultano al momento iniziative analoghe, ma sarebbero certo auspicabili per favorire le competenze, in ambito IoT, sempre più necessarie sia per professionisti IT già operativi sia per quelli futuri.

Passando a proposte specificatamente italiane segnaliamo OverNet Education, realtà che opera nel campo della formazione da più di 25 anni, che dedica alla formazione in ambito Internet of Things quattro corsi della durata variabile da 1 a 3 giorni e che, a fianco del corso base sugli elementi di base delle architetture IoT, offre corsi più approfonditi su Developing apps for Windows 10 IoT o IoT Security.

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