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Come adeguare test e quality assurance alla digital transformation

Lo sviluppo di applicazioni in contesti end-user, su piattaforme cloud e IoT rende sempre più evidenti i limiti degli approcci tradizionali al controllo di qualità e di test. Lo rivelano i dati dell’ultima edizione del World Quality Report realizzato da Capgemini, Sogeti in collaborazione con Micro Focus, assieme ai passi virtuosi da affrontare

Pubblicato il 05 Dic 2018

Quality-Assurance

Le modalità con cui oggi si fanno quality assurance (QA) e test del software sono molto cambiate rispetto al passato e in continua evoluzione. Lo sviluppo non sfugge infatti ai fondamentali trend che stanno rivoluzionando il mondo dell’IT: digital transformation, API economy, l’Internet of things (IoT), intelligenza artificiale (AI), cloud, cybersecurity e blockchain.

Le aziende hanno messo il cliente al centro del business e, di conseguenza, hanno bisogno di garantire la user experience delle applicazioni oltre alle tradizionali caratteristiche di affidabilità, funzionalità e basso costo.

Nell’ultima edizione del World Quality Report (WQR 2018, realizzato da Capgemini, Sogeti in collaborazione con Micro Focus intervistando circa 1700 executive IT a livello globale), la soddisfazione degli utenti è risultata al primo posto tra i requisiti per le attività di QA e testing per i prossimi 3 anni per il 42% dei rispondenti, a pari merito con la necessità di riuscire a rilevare i difetti prima del go-live.

L’attenzione per la customer experience si correla con altre esigenze che riguardano il time to market, l’adozione di nuovi modi di gestire le operation e fare impresa. La digital transformation ha bisogno di servizi erogati in modo veloce e affidabile, cosa che richiede una serie di adeguamenti all’organizzazione, alle tecnologie e alla cultura aziendale; come analizzano in dettaglio i ricercatori del WQR 2018.

Aspetti sintetizzabili nella necessità di adottare in azienda le metodologie Agile e DevOps oltre a un approccio più integrato nell’uso dei dati e che richiedono un cambiamento culturale e l’adozione di nuovi tool in grado di rendere più efficienti i team.

Alla domanda su quale sia la sfida più grande con le nuove applicazioni mobili, Web e di front-office, il 52% dei rispondenti ammette di non avere tempo sufficiente per fare i test, seguito da un 43% che denuncia la mancanza degli strumenti appropriati.

La soluzione individuata dalla maggioranza degli intervistati è nell’adozione dei tool di robotic process automation (il 54% ne prevede la messa in produzione entro il prossimo anno), esigenza resa urgente anche dalla necessità di sviluppare nuovo software a microservizi, che fa esplodere il numero dei componenti da inserire nei cicli di miglioramento continuo e test. Cloud, Iot, cybersecurity sono ulteriori fattori critici presi in considerazione dall’indagine. L’uso dell’IoT, per esempio, sta esplodendo in settori come utility, high-tech, trasporti e servizi assicurativi e finanziari; gli intervistati che non hanno interesse è calato in un anno dal 17% del 2017 al modesto 3% del 2018. Significativo che per il 34% degli intervistati i prodotti aziendali integrano le funzionalità IoT, ma l’azienda non ha ancora attivato procedure ad hoc di test e, nel 22% dei casi, nemmeno le abbia pianificate! Secondo l’Indagine, il ritardo tra rilasci e adeguamento di QA e test aumenta i rischi d’adozione del multicloud, dell’intelligenza artificiale e della blockchain.

Il World Quality Report, di 72 pagine, è un documento ricco di informazioni con una parte interamente dedicata alle focalizzazioni per settore.

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