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L’auto elettrica lancia tre sfide, l’automotive risponde con miliardi di dati condivisi

Solo una condivisione dei dati in real time continua e sicura lungo tutta la supply chain può salvare l’automotive. Nell’affrontare le sfide dell’elettrificazione in un contesto complesso come quello odierno è necessario infatti imparare a fare squadra mostrando anche flessibilità e creatività. È compito degli OEM condurre questa rivoluzione proponendo soluzioni tecnologiche per gestire e condividere il flusso di informazioni generate. È sui dati, infatti, che ciascun attore della supply chain potrà costruire il suo business del futuro, a prova di pandemia, conflitti e imprevisti. 

Pubblicato il 05 Apr 2022

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Nel mondo il 2022 è iniziato con un +94% delle vendite per i veicoli elettrici, in Europa con un + 35% contro un calo generale per le auto del 4,3%. Dai dati di EV-Volumes sembra sia in corso una vera e propria conquista del mercato. Lo conferma la quota di elettrico nella flotta di veicoli leggeri, già ora del 20% e prevista dagli analisti di S&P pari al 30% entro il 2025.

Assieme a quelle a guida autonoma, connesse o condivise, le auto elettriche hanno quindi i numeri giusti per essere considerato un trend in un settore come l’automotive, investito da cambiamenti epocali. “Mentre fa i conti con la carenza di materie prime, la delocalizzazione, l’instabilità della domanda e le incertezze geopolitiche, è chiamato anche a compiere una drastica evoluzione. Per restare protagonisti servono flessibilità e creatività” spiega Benedetto Angelini, senior account manager di Opentext, responsabile dei settori Automotive e Manufacturing.

L’elettrico spinge gli OEM a un cambio di business

Tra tutti l’elettrificazione è il trend più forte e disruptive. Forte perché imposto non solo dal mercato, ma anche da fattori esterni come sovvenzioni e normative sulle emissioni. Disruptive perché presenta agli OEM sfide che li obbligano a una radicale trasformazione:

Capital crunch. Scarseggiano le risorse, è necessario comprendere su quali attività puntare e massimizzarne il rendimento

Compliance. Le norme nazionali ed europee evolvono, vanno monitorate e anticipate per prepararsi al mercato del futuro

Profittabilità. I veicoli elettrici rendono meno e comportano maggiori costi, vanno sviluppati nuovi modelli di business con fonti di revenue alternative.

Per restare competitivi sul mercato servono nuove strategie che abbraccino aspetti cruciali come il disinvestimento in tecnologie legacy e una transizione di produzione, infrastrutture e competenze. Parallelamente vanno innescate dinamiche di change management non solo per i leader, ma per tutti coloro che contribuiscono al go to market.

“Le disruption affrontate dagli OEM ricadono a cascata sull’intera supply chain, il prodotto cambia e cambia il modo di realizzarlo. Tutta l’industria della componentistica deve adeguarsi con anticipo e decidere come riposizionarsi nel nuovo scenario, acquisendo nuove capability e preparandosi a eventuali fenomeni di M&A” spiega Angelini.

Potenziare la supply chain con un flusso di dati

Con una supply chain in affanno di fronte a troppi mutamenti, è nel pieno interesse del OEM prestarvi attenzione per garantirne il funzionamento. Angelini spiega infatti che “in questa rivoluzione di filiera, i produttori devono svolgere un ruolo attivo, identificando linee guida e introducendo soluzioni di collaboration e condivisione dei dati. Per costruire nuovi modelli di business e ottimizzare i processi è necessario un flusso informativo costante e condiviso. Serve anche una digital backbone comune, per veicolarlo e permettere a tutte le diverse aree di rispondere con maggiore flessibilità alle richieste del mercato. I dati sono essenziali per cambiare il modello di go to market e generare una nuova offerta di prodotti e servizi indispensabili per compensare la minor profittabilità del veicolo. È fondamentale anche l’integrazione tra sistemi, sia all’interno della supply chain sia tra offline e on line, per garantire esperienze coerenti di acquisto, qualsiasi canale si scelga”.

Per utilizzare tutte le informazioni generate lungo la supply chain, senza limitarsi a quel 20% di dati strutturati, è necessario valorizzare quelli presenti in documenti, e-mail e specifiche di progetto. Non solo analytics, quindi, ma anche soluzioni di information management per farli confluire tutti in un unico punto, gestirli e valorizzarli, senza creare l’ennesimo silo.

La proposta di Opentext mira, infatti, alla centralizzazione grazie a una piattaforma che copre l’intero processo. Dalla fase iniziale di cattura e management dei dati, con feature anche di compliance, fino alla loro cancellazione sicura. L’altro suo punto di forza è l’integrabilità. “Abbiamo realizzato un software già pronto e in grado di integrarsi con tutti i principali ERP ed eventuali soluzioni low code o applicazioni custom adottate dai singoli” spiega Angelini. È essenziale che tutta la supply chain possa sfruttare i dati, ma con accesso controllato. Per l’OEM sono infatti un asset strategico e, selezionando diversi layer di collaborazione, deve poter scegliere quali informazioni condividere e con chi.

Condivisione e integrazione per fare squadra

Il principale vantaggio di questa soluzione è quello di saper rispondere efficacemente a tutte e tre le sfide a cui l’OEM è sottoposto dal mercato dell’elettrico: carenza di risorse, compliance e profittabilità.

Dati alla mano, è molto più semplice innescare nuovi meccanismi di ottimizzazione per raggiungere un livello di maggiore efficienza in tutti i processi. La piattaforma Opentext permette così di ridurre costi e sprechi ma anche di evitare duplicazioni di database e procedure risparmiando tempo ed effort.

Dal punto di vista della compliance, la centralizzazione delle informazioni rappresenta un primo passo fondamentale per rispondere ai requisiti richiesti, mentre per la profittabilità il segreto sta nel “portare il content in context. Per prendere decisioni efficaci, veloci, corrette e acquisire maggiore flessibilità nel creare valore, servono le informazioni giuste nel momento e nelle mani giuste” spiega Angelini.

Una condivisione dei dati sicura e continua abilita l’evoluzione anche della supply chain e la supporta nel rispondere adeguatamente alla continua richiesta di personalizzazione del prodotto. Nell’elettrico è anche particolarmente “pretenziosa”, come racconta Angelini, per via di “clienti tecnologicamente avanzati. È quindi necessario saper rispondere alle loro richieste, proponendo sempre nuove idee per customizzare il prodotto e anche i servizi. Grazie alla condivisione dei dati, è possibile farlo più agilmente”.

Da gestire ci sono anche i cambiamenti indelebili provocati dalla pandemia, nelle modalità di lavoro, sempre più ibride, e in quelle di acquisto, sempre più omnicanale. “Avere un punto unico in cui confluiscono tutti i dati e potervi accedere da qualsiasi luogo è essenziale per abilitare lo smart working. Queste sono anche le condizioni necessarie per creare coerenza tra diversi canali assicurando al cliente finale la stessa qualità e le stesse informazioni in qualsiasi esperienza di acquisto”.

In presenza di un conflitto geopolitico, una backbone digitale che unisce tutti gli elementi della supply chain è un invito a fare squadra per affrontare le incertezze e i problemi che esso comporta. Un invito da cogliere obbligatoriamente, oggi, e gli OEM per primi se ne stanno rendendo conto. Secondo Angelini stanno compiendo “un cambio di mindset affatto banale. Hanno sempre ricoperto una posizione dominante e autonoma, ora sono sempre più interessati alla supply chain. Dettando linee guida e condividendo dati in modo funzionale, si sono accorti che riescono a garantire l’affidabilità dei fornitori e a gestire assieme a loro la transizione a cui il mercato li obbliga. Sanno che questa non è un’opzione per la crescita, oggi, ma una necessità per la sopravvivenza

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