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Come scegliere il software per monitorare il data center

Il monitoraggio dei parametri operativi del data center è un aspetto essenziale per garantire l’operatività delle infrastrutture IT e l’ottimale utilizzo. Con software e best practice più appropriati gli amministratori hanno l’opportunità di conoscere meglio l’ambiente in cui lavorano e semplificare il loro compito

Pubblicato il 26 Lug 2018

Immagine di software per il monitoraggio dei datacenter

Le capacità di monitoraggio sono una componente chiave nella gestione del data center, specialmente quando è alto il numero dei sistemi di cui gli amministratori devono occuparsi su base giornaliera. Il software di monitoraggio consente di snellire i compiti e ottenere dati aggiornati sugli aspetti d’interesse: dall’esperienza utente alle anomalie che riguardano la sicurezza. Poiché ogni tipologia di monitoraggio ha i propri key performance indicator (KPI), per poter selezionare lo strumento più adatto è importante che gli amministratori abbiano conoscenza delle best practice del monitoraggio. Essendo difficile reperire sul mercato soluzioni software in grado di effettuare il monitoraggio con elevato livello di dettaglio di tutte le componenti del data center, gli amministratori dovranno valutare il livello di profondità d’analisi che è loro necessario. Le tipologie principali di strumenti di monitoraggio coprono server, applicazioni, dispositivi connessi e la rete.

Come funziona il monitoraggio in rete

I software di monitoraggio si servono del simple network management protocol (SNMP) per raccogliere dati, scoprire sistemi connessi in rete e generare la mappa topologica: informazioni che servono per la successiva comunicazione tra i dispositivi e il sistema di gestione. Il protocollo SNMP di affida alla management information base (MIB) per organizzare le comunicazioni, ma benché MIB sia uno standard, la maggioranza dei vendor vi aggiunge estensioni proprietarie per supportare caratteristiche peculiari dei prodotti. I setup SNMP aiutano gli amministratori ad aggregare i dati di rete e diagnosticare la salute generale del data center. E’ inoltre possibile fissare degli allarmi correlati con l’insorgere di problemi, come un incremento nell’uso della banda o altre anomalie che impattano sulle le prestazioni. I software di monitoraggio offerti da vendor di sistemi, software house o in open source hanno livelli di capacità differenti in funzione del fatto che siano adatti a sistemi on-premise, in cloud o per implementazioni di macchine virtuali.

Come valutare il software di monitoraggio

Ogni azienda ha differenti necessità in fatto di monitoraggio dei sistemi, ma ci sono funzionalità di base che non possono mancare. Una di queste è la capacità di notifica. Serve sapere quali notifiche sono disponibili nel prodotto, così come se sono offerti dei sistemi d’allarme visuali o basati sul ticketing. Il software che effettua monitoraggio di rete deve fornire in modo efficace le informazioni sulla banda totale consumata, il numero dei pacchetti trasmessi e l’incidenza degli errori. È inoltre importante che il tool permetta ai team IT di ricercare nei log le condizioni d’errore e di aggiungere allarmi al sistema. Nella selezione del software l’estendibilità è molto importante perché consente agli amministratori di aggiungere con facilità nuove funzioni e dispositivi man mano che la rete cresce.

Cosa c’è da sapere sul monitoraggio dei server

Gli amministratori devono tenere conto dell’ambiente data center in cui lavorano e di come il tool è in grado di adattarsi alle tecnologie, oggi sempre più impiegate, della virtualizzazione. Oltre a verificare le capacità base del tool nel misurare l’utilizzo della CPU, della memoria, dello spazio su dischi locali e I/O, serve esaminare i meccanismi di raccolta dei dati e gli agenti software disponibili. Le capacità più avanzate permettono agli amministratori di personalizzare il monitoraggio dei server per rispondere alle esigenze del business e di conformità della security, applicare quindi le best practice del monitoraggio al data center. Scelto il tool, gli amministratori IT devono stabilire come memorizzare le metriche grezze, ossia i dati prodotti dal monitoraggio e i log. Un database SQL può svolgere bene questo compito consentendo di trarre vantaggio dall’elaborazione dei dati per la preparazione di viste utili oltre a garantire la conservazione e la protezione dei dati secondo le politiche più adatte. Questo richiede capacità disco e prestazioni di storage adeguate.

Come integrare l’application management

Il monitoraggio delle prestazioni applicative è un componente molto importante perché dalle applicazioni dipende la produttività delle persone. Il monitoraggio serve ad assicurare una user experience il più possibile positiva, tracciare le transazioni di business, mappare le dipendenze tra i differenti software e l’infrastruttura. Il processo di valutazione per la scelta di un tool per il monitoraggio delle applicazioni non è diverso da quello degli altri tool. Gli amministratori dovrebbero realizzare dei test operativi, valutare le opzioni di reporting e decidere se lo strumento debba funzionare in cloud, in on-premise o in ambiente ibrido. I più esigenti possono ricercare tool di application monitoring in grado di fornire informazioni integrate con gli andamenti del traffico di rete e del contesto hardware, capacità che rendono le ottimizzazioni più semplici, aiutando un migliore monitoraggio secondo le best practice.

Oltre il monitoraggio di sistemi e applicazioni

Assolte le esigenze base di monitoraggio di sistemi, reti e software, alcuni amministratori possono avere interesse a monitorare la disponibilità, ottenere dei report sugli andamenti nel tempo dei parametri d’impiego o di stato dei dispositivi. Questo è un punto di partenza di ciò che è possibile fare. Alcuni tool permettono visualizzazioni aggregate e analitiche delle performance, il consolidamento dei log, la creazione di dashboard personalizzate. È anche possibile sfruttare l’in-memory storage e interfacciare tool esterni mediante l’application programming interfaces (API). Le capacità analitiche sulle serie storiche permettono agli amministratori di mappare i trend. La quantità e qualità delle informazioni aiuta la transizione in logica DevOps di sviluppo e operation, oltre all’implementazione della maintenance preventiva anche sui colli di bottiglia prestazionali, raggiungendo lo stato dell’arte nella pratica del monitoraggio.

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