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Low-code, trend e casi d’uso nell’adozione di Power Platform

L’impiego delle piattaforme di sviluppo low-code (LCDP) è in costante crescita. Per illustrare le ragioni di questo trend, Daniele Vanzanelli, Modern Applications Director di 4wardPRO, spiega i motivi che spingono oggi in questa direzione

Pubblicato il 31 Gen 2024

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La crescita delle piattaforme low-code o low-code development platform (LCDP) sembra inarrestabile. Come riporta Mordor, si prevede che il loro mercato passerà dai 12,35 miliardi di dollari nel 2023 ai 47,48 miliardi di dollari entro il 2028, con un CAGR del 30,90%. Per capire il perché di questo trend abbiamo interpellato Daniele Vanzanelli, Modern Applications Director di 4wardPRO. “All’interno dell’ecosistema dell’informatica – sottolinea – sono sorte delle esigenze che in realtà non sono nuove, ma che spiegano bene l’affermarsi di questa tendenza”. La prima si riferisce all’incremento fisiologico dei costi IT derivanti dal proliferare dei framework di sviluppo tradizionale. La seconda riguarda l’affermarsi di use case che richiedono integrazioni parziali sulle classiche applicazioni aziendali, come gli ERP, integrazioni che possono essere implementate velocemente senza dover sottostare a un ciclo standard di rilascio software.

“Le piattaforme low-code abilitano fondamentalmente la possibilità di fare sviluppo Agile, rendendo possibile la costruzione di interi sistemi in maniera incrementale. Un’attività che con i linguaggi tradizionali non si riesce a fare se non al prezzo di numerosi rework” dice ancora Vanzanelli. Lo dimostrano casi che hanno fatto scuola, come quello di Amtrak, società ferroviaria statunitense che ha avviato un programma di citizen development con cui, nell’arco di meno di 2 anni, sono state realizzate oltre 3000 applicazioni.

Low-code e Power Platform, le peculiarità

4wardPRO, in qualità di Microsoft Gold Partner certificato sulle principali tecnologie della multinazionale di Redmond, adotta la piattaforma low-code Power Platform. “La sua peculiarità – tiene a precisare Vanzanelli – è quella di disegnare i flussi, facendo in modo di compattare in una sola fase la modellizzazione del processo con lo sviluppo di un primo canovaccio del workflow. E questo abbrevia molto i tempi di sviluppo, tanto che abbiamo adottato un approccio che si chiama “Monday to Friday” mediante il quale, nel giro di una settimana, riusciamo a sviluppare un intero processo usando Power Platform”.

Per chi guarda al mondo del citizen development e alle nuove frontiere del low-code e no-code, questo non significa però che lo sviluppo oggi si limiti al “drag and drop”. Piuttosto, va inteso come un supporto all’intelaiatura complessiva di un sistema informativo su cui vanno poi a innestarsi metodi professionali e strutturati come il DevOps, che rimangono essenziali per le soluzioni utilizzate a livello enterprise. In fondo, low-code e no-code si possono considerare come una sorta di evoluzione dell’office automation, “un gradino sopra Excel, ma in cui il rischio della perdita di controllo dei data asset è minore” dichiara Vanzanelli.

Low-code e Power Platform, il framework di 4wardPRO

Il collegamento con l’universo Microsoft, che sostanzialmente nell’office automation occupa il posto più importante nel mondo, non è casuale. La scelta di Power Platform come strumento low-code preferenziale dipende sia dal fatto che 4wardPRO è Partner della società guidata da Satya Nadella, sia dalla circostanza che la piattaforma mantiene la medesima user experience di tutto l’ecosistema Microsoft con il quale, fra l’altro, si integra naturalmente.

Un esempio è il framework applicativo Modern Digital Workplace, “un portafoglio di soluzioni procedurali tra loro integrate che consente di gestire una serie di processi che normalmente non sono gestiti sulle soluzioni di riferimento” chiarisce Vanzanelli. All’interno del framework sono previste funzionalità come l’inserimento delle richieste d’acquisto, la prenotazione delle sale riunioni, il car pooling e l’onboarding dei nuovi dipendenti. Il beneficio sta nella presenza di questi processi sullo stesso layer di dati, processi in grado di interagire tra di loro fino a eliminare i silos dipartimentali che spesso impediscono all’ufficio HR di attingere alle stesse informazioni del reparto marketing.

Un framework, dunque, che si presta a essere applicato in qualsiasi tipo di azienda, a prescindere dal settore, per trasformare il patrimonio di dati dell’organizzazione in una risorsa per tutte le business unit. Da rilevare che l’AI, in questo contesto, può aggiungere un ulteriore tassello nell’automazione del Modern Digital Workplace.

Quando l’Intelligenza Artificiale incontra il low-code

Uno degli use case su cui si sta concentrando 4wardPRO riguarda la fatturazione che proviene dall’estero. Come noto, in Italia da quasi 5 anni la fatturazione elettronica è diventata realtà. Il che vuol dire che le attività di contabilizzazione sono state semplificate, visto che gran parte delle fatture italiane risulta già formattata e standardizzata. Questo però non risolve il problema delle fatture passive che arrivano dall’estero: la soluzione, tramite Power Platform, punta a gestire il processo di contabilizzazione di questi tipi di documenti, facendo in modo di “insegnare” all’algoritmo a leggerli e interpretarli correttamente.

Un altro progetto su cui il partner Microsoft sta lavorando si basa su un bot con cui costruire una risposta all’interno di un contact center B2B utilizzando la stessa documentazione tecnica a disposizione dell’agente. Man mano che il bot viene addestrato, gli operatori possono ridurre il tempo dedicato ai task ripetitivi per concentrarsi solo sulle richieste che hanno una complessità o un valore troppo elevati per il sistema RPA (Robotic Process Automation).

“Anche in questo caso – conclude Daniele Vanzanelli – è necessario avere un framework di processo che noi realizziamo con Power Platform. La nostra idea è quella di utilizzare l’Intelligenza Artificiale nell’automazione di processo per offrire ai clienti delle soluzioni che creino maggiore produttività ed efficienza. La nostra linea guida, infatti, serve ad aiutare, non a sostituire l’essere umano che può dedicarsi in questo modo a compiti più nobili”. Un’idea oggi ampiamente condivisa da molti, desiderosi che le nuove frontiere dell’AI portino giovamento al lavoro dell’uomo, non certo che danneggino la sua sfera professionale, le sue competenze e le sue prerogative.

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