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Finanza e assicurazioni: come implementare il cloud in modo efficace

L’evoluzione dei rapporti con i clienti e le sollecitazioni del mercato spingono oggi le aziende del mondo finance ad accelerare cambiamenti infrastrutturali e applicativi. Il cloud offre grandi vantaggi negli ambiti critici e fortemente regolamentati, a patto di avere una valida strategia e di fare le scelte d’implementazione più efficaci

Pubblicato il 16 Nov 2021

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Le imprese del settore finanziario e assicurativo sono oggi tra le più pressate dalla trasformazione digitale, sotto la duplice spinta del cambiamento dei rapporti con i clienti e delle sollecitazioni del legislatore per la creazione di un mercato più aperto e competitivo. Una condizione che richiede di accelerare il più possibile le trasformazioni in atto, con strumenti informatici che consentano di guadagnare in flessibilità e velocità del business e, segnatamente, con i servizi di cloud, attraverso best practices e strategie d’implementazione appropriate al settore. La scelta di una corretta strategia d’adozione del cloud è un fondamentale prerequisito per ottenere vantaggi dai nuovi servizi, nel pieno rispetto dei dettami normativi: da sempre, punto critico da superare per l’innovazione nei settori finanziario e assicurativo.

Le prerogative del cloud a vantaggio degli ambienti IT più critici

Le esperienze maturate negli ambiti aziendali più diversi dimostrano come i servizi di cloud siano oggi maturi per poter essere impiegati anche negli ambiti critici della finanza e delle assicurazioni, grazie sia all’offerta di soluzioni ad hoc da parte dei maggiori provider sia alle sostanziali aperture fatte sul piano normativo dagli enti regolatori, tra i quali Banca D’Italia e Banca Centrale Europea.

Molti ostacoli iniziali all’adozione del cloud, quali la collocazione geografica dei dati, la resilienza dei servizi, la security o le rigidità sul fronte contrattuale e amministrativo, sono stati superati. Banche e assicurazioni possono usare il cloud non solo per l’hosting a basso costo del loro software containerizzato o di nuova introduzione, ma anche per impiegare servizi in cloud Saas, Paas e Faas più avanzati. Il cloud semplifica il provisioning dell’infrastruttura, garantendo il rispetto dei time-to-market nei progetti; aiuta a reggere i picchi di carico e a scaricare i sistemi interni dai compiti più onerosi dell’analisi dei dati. Facilita la creazione di data-platform sicure nelle quali gestire l’aggregazione delle informazioni, che devono essere rese disponibili online o via app ai clienti. L’impiego del cloud contribuisce a semplificare le operation e a collegare i layer di API che servono per l’integrazione negli ambiti di open banking, così come previsto dalla direttiva PSD2. Grazie ai tool offerti da alcuni provider diventa possibile integrare i servizi in cloud con quelli del data center (per server, reti, load balancing e security), permettendo ai team IT di gestire le risorse interne ed esterne con lo stesso livello di controllo. Con il cloud si può accedere a servizi allo stato dell’arte per l’high performance computing (HPC), per l’utilizzo della blockchain o per sfruttare capacità di machine learning e di artificial intelligence.

Come s’implementa il cloud in banche e assicurazioni

L’adozione del cloud e delle applicazioni cloud-native è oggi un’affidabile misura della maturità dei sistemi informativi che, nell’ambito delle applicazioni vicine al core-business, vede in difetto molte realtà del settore assicurativo e bancario per via delle difficoltà di realizzare insieme i cambiamenti tecnologici, organizzativi e metodologici necessari. Per adottare il cloud serve, infatti, un approccio strategico che unisca i framework tecnologici più efficaci con le modifiche a processi e organizzazione.

Un progetto d’adozione del cloud può essere avviato solo avendo l’esatta comprensione dello stato esistente in azienda e di cosa occorre per ottenere miglioramenti. Serve quindi avviare la preparazione alla migrazione, decidendo la strategia, i modelli operativi, mettendo a punto l’approccio e le piattaforme tecnologiche. La fase vera e propria di trasformazione prevede il disegno dei processi operativi, lo spostamento del software applicativo e il passaggio degli utenti sui nuovi servizi. L’ultima tappa è l’ottimizzazione, che serve a mantenere nel corso del tempo l’allineamento tra la strategia d’impiego del cloud e gli obiettivi aziendali. In caso di scostamenti significativi, si dovrà valutare l’opportunità di ulteriori migrazioni o l’aggiunta di ulteriori servizi in grado di aiutare l’innovazione e dare benefici nel business.

Un nodo chiave: la modernizzazione delle applicazioni legacy

Benché non sia la prerogativa principale, la riduzione dei costi IT assume un significato importante nell’adozione dei servizi in cloud, in particolare quando si parla di offloading di mainframe e applicazioni legacy. I servizi in cloud aiutano ad alleggerire i sistemi interni nelle analisi dei dati, molto avide in termini di MIPS, dando supporto alle differenti modalità di modernizzazione dei software obsoleti. A cominciare dal semplice rehosting, che consiste nel portare in cloud le applicazioni senza modifiche del codice. Segue il refactoring, che prevede alcuni interventi di ristrutturazione e ottimizzazione per poter impiegare moderni servizi di database e di analisi erogati in cloud. In misura ancora più efficace, i servizi di cloud supportano le opzioni di modernizzazione applicativa realizzate mediante rebuilding, ossia con la riscrittura funzionale dell’applicazione nella logica cloud-native, basata su microservizi. Quest’ultima opzione è quella che consente di ottenere la flessibilità massima del software che gira in ambienti di cloud e la più facile integrazione con gli altri servizi sul mercato.

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Un framework metodologico per accelerare l’adozione del cloud

Tra i framework che aiutano realtà assicurative e bancarie a ottenere i vantaggi del cloud, c’è il Cloud Adoption Framework for Enterprise (CAFFE) di Reply, frutto delle best practice sviluppate dall’integratore italiano in anni di migrazioni verso i grandi service provider. La metodologia CAFFE si basa su quattro fondamentali elementi: cloud operating model, disegno organizzativo, landing zone e toolchain.

Con la definizione del cloud operating model, l’azienda definisce le proprie aspettative in merito a ciò che vuole ottenere dall’infrastruttura, dalle applicazioni e quindi sui temi di governo del rischio, affidabilità, sicurezza e compliance normativa. Segue il ridisegno organizzativo con i cambiamenti necessari, a livello di strutture aziendali, ruoli dei team, responsabilità, competenze e formazione, per adeguarli ai nuovi ambienti basati su cloud. Le ulteriori fasi, più tecniche, prevedono la realizzazione della landing zone, ossia della piattaforma che rende possibili i provisioning veloci e i deploy in cloud con le prerogative di account, di rete e di sicurezza del data center. Infine, c’è la toolchain, che rende disponibili tutti gli strumenti tecnologici e software che servono per sfruttare meglio il cloud, oltre ai supporti per l’automazione, il cambiamento dei processi e l’aggiornamento delle competenze.

Quali servizi è oggi conveniente portare nel cloud, come scegliere provider di servizi e strumenti, come gestire gli aspetti organizzativi e i costi sono tra i temi che saranno discussi nel webinar organizzato da Digital360 per il giorno 22 novembre alle ore 17:00, con la partecipazione dell’analista degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano e gli esperti di Storm Reply.

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