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Università e azienda, insieme per superare il mismatch



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Acquisire nuove abilità o seguire nuovi trend per favorire la crescita aziendale e personale non è più un compito appannaggio di una parte o dell’altra, ma il risultato di nuove sinergie. Un caso di successo e di collaborazione tra Impresa e Università.

Pubblicato il 9 apr 2024



Cloudia Research

Il termine “mismatch” sintetizza molto bene la mancata corrispondenza tra domanda e offerta di lavoro. Quel disallineamento tra candidati e profilo ricercato, spesso dovuto al divario tra continui cambiamenti delle modalità di lavoro e competenze effettive, che incide non poco, sulle aziende in termini di crescita. Senza considerare, poi, le tempistiche nella difficoltà di reperire nuovi profili professionali.

Solo nel mese di gennaio, in Italia, la differenza tra domanda e offerta di lavoro ha interessato 250 mila assunzioni su un totale di 508 mila previste. Inoltre, il tempo stimato per ricoprire un ruolo può variare da un minimo di 2 fino ad arrivare a 12 mesi.

A questi dati, raccolti attraverso il Sistema informativo per l’occupazione e la formazione Excelsior, va aggiunto che tra i principali ruoli legati ai fabbisogni occupazionali (periodo 2023-2027), ci sono le figure con competenze digitali necessarie a supportare la trasformazione dei modelli organizzativi e di business.

A conferma, c’è un altro rapporto, OCSE-Randstad, che ha indicato l’Italia, insieme alla Spagna, come il paese con la più alta percentuale di annunci lavorativi legati a ruoli digitali.

Una possibilità concreta per minimizzare ostacoli e difficoltà è la collaborazione tra azienda e mondo accademico attraverso percorsi di validazione e certificazione delle competenze finalizzati all’inserimento in azienda. Nel settore ICT, questa è la modalità di recruiting di Cloudia Research, società nata a Milano, focalizzata sui sistemi ERP (Enterprise Resource Planning) che negli ultimi 4 anni ha stretto una collaborazione con l’Università degli Studi di Messina.

La terza missione dell’Università

In passato, era molto comune tra le Università segnalare gli studenti meritevoli direttamente alle aziende. A partire dalla prima riforma del lavoro (Legge Biagi del 2003) e, più recentemente, con il Job Act, la prassi è cambiata. Sono diventate attività stabili i servizi di orientamento e intermediazione tra contesto accademico e mondo del lavoro.

Si è consolidata quella che l’ANVUR, Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, definisce la terza missione. Dopo l’insegnamento (prima missione) e l’attività di ricerca (seconda missione), c’è il trasferimento delle conoscenze che lega il mondo accademico con il contesto socioeconomico e, molto spesso, con il territorio. Gli Atenei possono svolgere attività di riconoscimento, validazione e certificazione delle competenze verso organizzazioni esterne.

“L’Università è un canale importante, infatti in collaborazione con l’Ateneo di Messina abbiamo creato un percorso pensato per formare e inserire in azienda, giovani talenti come consulenti ICT in progetti di digitalizzazione dei processi aziendali. Gli studenti e le studentesse provengono da aree diverse: ingegneria, informatica ma anche economia e management” spiega Rocco Alvaro, Sales Director di Cloudia Research.

Il trasferimento delle conoscenze

Il percorso intrapreso con l’Università di Messina ha assunto la forma di Academy con lo scopo di introdurre i giovani laureati o laureandi nel mondo della consulenza​ ICT,ma anche in progetti di ricerca e sviluppo focalizzati sul core business dell’azienda. Cloudia Research, infatti, oltre a essere specializzata in ambito ERP su tecnologia Microsoft, fornisce servizi di controllo di gestione e digitalizzazione per large enterprise e PMI e, in ambito cloud, per l’archiviazione di dati.
Il percorso di formazione prevede anche approfondimenti su temi tecnici delle piattaforme usate all’interno delle aree di business​ dell’azienda. In particolare, a fine percorso viene rilasciata la certificazione Microsoft per operare, poi, nella consulenza IT.

Le Academy, che seppur in forme diverse non sono in assoluto una novità, rappresentano uno strumento importante per supportare la realizzazione delle strategie aziendali e superare quel disallineamento dato dall’inadeguata corrispondenza tra la nuova offerta e la domanda di lavoro. Il successo di un’impresa, oggi, deriva anche dal processo di apprendimento e dalla capacità di trasferire nuova conoscenza, nel modo più diretto e veloce.

“La prima Academy è nata nel 2021, questo è il quarto anno consecutivo che collaboriamo con l’Università di Messina per acquisire nuove risorse. Lo facciamo attraverso un percorso formativo diviso in moduli tecnici più un approfondimento sulle soft skill rivolto a profili molto variegati che vengono seguiti in base alle attitudini” afferma Alvaro.

Il modello aziendale di Cloudia Research

“La scelta di creare una sede a Messina è parte di una logica in controtendenza, ma il nostro è un modello di impresa nato per essere molto attrattivo e questo è anche uno dei punti di forza che ci permette di crescere. Dare la possibilità a giovani laureati di iniziare un percorso lavorativo vicino alla propria città, o in base alle proprie necessità, è parte di un modello che riteniamo vincente e ci dà soddisfazione. L’Academy è un’opportunità di crescita professionale ma anche personale” spiega Rocco Alvaro.

Cloudia Research è riuscita a crescere in poco tempo. Fondata nel 2016, il modello di business si è affermato molto rapidamente fino alla quotazione su Euronext Growth Milan avvenuta a dicembre 2023.

“Uno dei prossimi obiettivi è ampliare il nostro progetto e intraprendere un percorso di internazionalizzazione. Continueremo con il nostro modello di Academy questa volta in collaborazione con l’Università di Valencia, in Spagna dove è prevista l’apertura di una nuova filiale” conclude Rocco Alvaro.

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