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Delphix: “La nuova frontiera dello sviluppo passa dalla virtualizzazione dei dati”

Dati sempre più “pesanti” e sensibili, ma rimangono al centro dell’attività produttiva. La soluzione di Delphix sfrutta la virtualizzazione per offrire un maggior livello di sicurezza e flessibilità a livello di sviluppo grazie all’automazione

Pubblicato il 06 Feb 2024

Immagine di Elnur su Shutterstock

Il rebus legato alla gestione delle crescenti moli di dati in ambito aziendale non si pone solo per la gestione squisitamente operativa, ma anche in fase di sviluppo. In ambito DevOps, infatti, la necessità di sfruttare le informazioni conservante in azienda incide in maniera determinante sia sui tempi sia sulle risorse necessarie da destinare al software development.

“In fase di sviluppo, ogni progetto che richiede l’utilizzo dei dati aziendali rischia di essere appesantito a causa delle difficoltà legate al loro utilizzo” dichiara Antonio Altamura, Country Manager di Delphix. “Sia la quantità dei dati sia la pluralità di fonti da cui vengono estratti, rappresentano elementi di complessità con cui gli sviluppatori devono fare i conti ogni giorno”.

Un tema, soprattutto quello della frammentazione dei database, che sta emergendo in conseguenza dell’affermazione delle soluzioni multicloud come modalità “normale” nella gestione delle infrastrutture IT. La risposta di Delphix, azienda nata nel 2008 e specializzata nel settore DevOps, sfrutta la virtualizzazione dei dati per semplificare le operazioni attraverso l’automazione e offrire un ambiente di sviluppo più agile, con un occhio di riguardo alla sicurezza.

Quando il database diventa virtuale

Il concetto alla base della piattaforma è quello di sfruttare la virtualizzazione dei database aziendali per consentire al DevOps di operare su basi dati più “leggere” e flessibili. Banalizzando il concetto, Delphix permette di clonare qualsiasi database e utilizzarlo per la fase di sviluppo sotto forma di un Database Virtuale (VDB). “In questo modo è possibile risolvere una serie di problemi, ad esempio quelli legati alla migrazione dei dati e all’impiego di risorse” sottolinea Altamura.

La sincronizzazione tra i database utilizzati in ambito operations e quelli in ambito sviluppo è affidata a un API Gateway, che permette di automatizzare i processi anche in contesti multicloud. Un vantaggio notevole, soprattutto considerando i livelli di complessità a livello di governance che caratterizzano normalmente ambienti di questo tipo. In pratica, una volta creati i VDB necessari per lo sviluppo, i dati vengono aggiornati automaticamente senza che sia necessario l’intervento manuale.

La chiave è l’utilizzo dei metadati, che permettono inoltre di duplicare facilmente i database impiegando una quantità di spazio minima per ogni copia. Esattamente come succede per i backup incrementali, infatti, ogni copia contiene solo le informazioni relative alle modifiche apportate. Insomma: gli sviluppatori, in questo modo, hanno a disposizione tutti i dati necessari utilizzando una frazione delle risorse IT che servirebbero invece in un contesto tradizionale.

“La piattaforma sfrutta una serie di tecnologie, che comprendono algoritmi di compressione sviluppati ad hoc, attraverso le quali è possibile creare degli snapshot dei database in cui i dati sono consistenti e disponibili in qualsiasi ambiente di sviluppo” riassume Altamura.

Attenzione alla compliance e alla sovranità del dato

Se il tema delle risorse è qualcosa che in ambito aziendale ha un peso determinante, lo stesso si può dire anche per quanto riguarda quello legato alla compliance e alla sicurezza. “Il GDPR, come il più recente DORA, pone una serie di obblighi alle aziende che operano in contesti sensibili, richiedendo una grande attenzione nella gestione dei dati anche in fase di sviluppo” spiega il Country Manager di Delphix. “Utilizzando un ambiente basato su sistemi di virtualizzazione dei dati, è possibile adottare con estrema facilità strumenti come il data masking, che permette di rispettare tutti i criteri fissati dai regolamenti. Non solo: come spiega sempre Altamura, la piattaforma consente anche di adottare delle policy di segmentazione dei dati a livello di sovranità, prevedendo una serie di regole che definiscono come (e su quali sistemi) possa essere trattato il dato.

Nel dettaglio, il sistema di masking adottato da Delphix prevede che tutte le informazioni sensibili (dai dati anagrafici a quelli delle carte di credito o delle cartelle cliniche in ambito sanitario) siano automaticamente sostituite con informazioni fittizie, ma “credibili”. In questo modo è possibile utilizzare il database nell’ambiente di sviluppo senza esporre inutilmente le reali informazioni degli utenti. Il processo, puntualizza Altamura, mantiene la corrispondenza tra i vari record presenti su differenti database.

Virtualizzazione dei dati: i vantaggi a livello di sicurezza

In un’epoca in cui gli attacchi informatici (a partire dai ransomware) rappresentano una delle maggiori minacce alla continuità operativa delle aziende, garantire la protezione dei dati e la capacità di ripristinarli rapidamente nel caso di un incidente di sicurezza è fondamentale. Aspetti che, secondo Antonio Altamura, la soluzione Delphix permette di “coprire” con efficacia.

“Tutte le copie dei database utilizzate sulla piattaforma sono immutabili e le loro caratteristiche consentono di eseguire le eventuali operazioni di pointing time recovery (recupero della situazione in un determinato momento – ndr) con estrema facilità e rapidità” spiega. “È possibile ripristinare un database nell’arco di pochi minuti, anche nel caso in cui sia necessario recuperare uno snapshot risalente a diversi mesi prima”.

Tutte caratteristiche che, in realtà, aprono a ipotesi di un uso di queste tecnologie anche in ambiti diversi dallo sviluppo. L’idea di poter utilizzare versioni virtualizzate dei database aziendali, infatti, potrebbe essere estremamente attraente in tutti quei casi in cui sia necessario utilizzare gli stessi dati delle operations per altri scopi (non ultimo l’addestramento di modelli di AI) risparmiando sulle risorse necessarie. Casi d’uso, questi, che secondo Altamura sono però ancora da valutare.

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