Mercato

Rapporto Anitec Assinform 2021: nel 2020 calo limitato al -0,6%

Si è chiuso decisamente meglio del previsto il 2020 per il mercato digitale in Italia: contro un -2% delle stime di novembre, il Rapporto Anitec Assinform 2021 presentato oggi indica un calo dello 0,6%.
Ottimi i segnali di crescita per il 2021, ma tante le sfide sulle quali si gioca il futuro dell’Italia

Pubblicato il 07 Lug 2021

Figura 1 – Il mercato digitale in Italia nel 2020 confrontato con il PIL. Fonte: Rapporto Anitec Assinform 2021, giugno 2021

Le previsioni a novembre 2020 davano una perdita del mercato digitale del 2% e invece le performance del comparto sono risultate molto migliori del previsto registrando a consuntivo solo un -0,6% rispetto all’anno precedente. Sono i dati del Rapporto Anitec Assinform 2021 presentati oggi con la partecipazione, in streaming, del sottosegretario agli Affari Europei Vincenzo Amendola, in rappresentanza del governo, e dei vertici di Confindustria: Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, e Cesare Avenia, presidente di Confidustria Digitale. Padrone di casa Marco Gay, presidente di Anitec Assinform, mentre, come di consueto, la presentazione e analisi dei dati ha visto protagonista Giancarlo Capitani, presidente di NetConsulting cube.

E partiamo proprio dai dati.

Digitale: supporto fondamentale alla continuità del sistema economico durante la pandemia

“L’andamento del mercato dimostra come il digitale abbia fornito un supporto fondamentale alla continuità del sistema economico e sociale del Paese, ma rappresenti oggi anche una delle leve più importanti per la ripartenza e l’avvio di un nuovo ciclo di crescita del sistema economico”, ha esordito Capitani confrontando il lieve calo dello 0,6% con l’andamento del PIL, attestatosi sul -8,9%. Ma il professore specifica subito che questo singolo dato testimonia solo parzialmente l’andamento reale; la dinamica che vede il digitale motore della resilienza del sistema economico durante la pandemia e della ripartenza è invece chiaramente evidenziata dai numeri riportati nella parte destra della figura 1: 2 milioni di nuovi consumatori nell’e-commerce, +29% dell’utilizzo dei pagamenti digitali, +25% nell’adozione dell’internet banking e un +28% nell’acquisto di notebook.

Figura 1 – Il mercato digitale in Italia nel 2020 confrontato con il PIL. Fonte: Rapporto Anitec Assinform 2021, giugno 2021

Risultati che, come abbiamo scritto all’inizio e come si vede in figura 2, sono stati migliori di quanto previsto nell’analisi compiuta lo scorso novembre.

Figura 2 – Il mercato digitale in Italia nel 2020 per segmenti. Stime di novembre 2020 e dati a consuntivo giugno 2021. Fonte: elaborazione ZeroUno su dati del Rapporto Anitec Assinform 2021, giugno 2021

“Lo smart working è stato il principale strumento con il quale le imprese e le pubbliche amministrazioni hanno reagito all’emergenza delocalizzando le attività nelle abitazioni dei propri dipendenti. È stata una gigantesca operazione di massa che ha coinvolto 6,5 milioni di lavoratori nel giro di 3 mesi”, ha sottolineato Capitani dando evidenza della suddivisione per segmenti (figura 3).

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Figura 3 – Il mercato digitale 2020 per comparto. Fonte: Rapporto Anitec Assinform 2021, giugno 2021
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Figura 4 – Mercato dei Digital enabler nel 2020. Fonte: Rapporto Anitec Assinform 2021, giugno 2021

I cosiddetti Digital enabler (figura 4) hanno fatto un vero e proprio balzo e oggi pesano il 21% sul mercato digitale globale. “Due in particolare sono stati i driver. Il primo è sicuramente il cloud computing che è stato lo strumento con il quale le aziende e la PA hanno saputo rispondere alla domanda che ha visto un picco nella richiesta di risorse dovuto allo smart working. Secondo driver è la cyber security, cresciuta in modo correlato alla progressiva vulnerabilità che le reti aziendali, apertesi all’esterno per supportare lo smart working, hanno subìto, specialmente nei mesi di settembre, ottobre, novembre”, ha detto Capitani.

Nell’analisi per comparto (figura 5) Pubblica Amministrazione e Sanità mostrano le maggiori crescite nel 2020.

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Figura 5 – Investimenti digitali nei vari settori. Fonte: Rapporto Anitec Assinform 2021, giugno 2021

Una digitalizzazione più omogenea e la forza della partnership pubblico-privato

“Questi andamenti danno una indicazione molto importante – ha sottolineato il relatore – e cioè che la capacità di reazione è stata molto differenziata e scava ulteriori gap in un paese a digitalizzazione diversificata”. Come ha sottolineato Marco Gay nel suo intervento: “Le disuguaglianze si sono ulteriormente ampliate. L’industria ICT – ha proseguito il presidente di Anitec Assinform – si è resa protagonista della resistenza grazie alla sua presenza diffusa all’interno del sistema economico del paese, dimostrando di essere flessibile, innovativa e veloce nel rispondere a una domanda nuova e diversificata. Ma ci troviamo ancora di fronte a una diffusione eterogena della tecnologia digitale che non consente di sfruttarne a pieno tutte le potenzialità”.

Gay ha quindi evidenziato le sfide che il Paese deve affrontare in questi ambiti: digitalizzazione nelle famiglie, nelle PMI e della PA. Su quest’ultima, il presidente di Anitec Assinform ha in particolare sottolineato come “nonostante i pubblici dipendenti abbiano supplito alla carenza di strumenti, la PA nel suo complesso ha registrato performance digitali non soddisfacenti” così la Sanità, dove la difficoltà a utilizzare le tecnologie digitali ha creato non pochi problemi nella gestione della pandemia: dal tema del tracciamento dei positivi a quello delle prenotazioni per i vaccini, al raggiungimento dei soggetti più fragili. Gay ha quindi concluso specificando che “la realizzazione dei progetti dipende da quanto sapremo rendere residuale la parola burocrazia. In questo senso, la riforma del Codice degli appalti è un tema chiave per consentire di spendere risorse in modo adeguato dedicando un’attenzione specifica agli acquisti ICT”.

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Figura 6 – Ampliamento del divario digitale nel sistema delle imprese. Fonte: Rapporto Anitec Assinform 2021, giugno 2021

Tra le altre priorità evidenziate da Gay quella di innovare la Sanità e la messa in campo da parte delle aziende di investimenti poderosi in ambito digitale, favorendo l’integrazione tra materiale e immateriale (servitizzazione) e la digitalizzazione delle filiere industriali.

Anche Cesare Avenia ha rimarcato i grandi divari che ancora caratterizzano il nostro paese e come il PNRR rappresenti una grande opportunità per colmarl,i grazie anche alla partecipazione di tutte le parti del paese nella sua governance. “E poi – ha aggiunto – abbiamo un’altra grandissima opportunità che è quella di seguire l’Europa degli standard” e, ricordando cosa ha rappresentato per la diffusione della mobility nel mondo lo standard GSM, nato in Europa, auspica che lo stesso possa avvenire con Gaia X, il progetto di “cloud europeo” lanciato lo scorso anno.

Tema che è stato ripreso da Carlo Bonomi che ha ricordato la grande responsabilità di Confindustria cui è stata affidata la realizzazione del Regional Hub italiano di Gaia-X. Bonomi ha poi sottolineato come ci siano alcuni nodi da presidiare in modo molto forte: “La partnership pubblico-privato sarà fondamentale con gli investimenti pubblici che potranno stimolare quelli privati”. E importantissimo sarà “pagare l’innovazione”: “Per anni – ha detto il presidente di Confindustria – abbiamo assistito a una domanda pubblica che ha fatto del prezzo il suo punto di riferimento. Ma l’innovazione non la si paga solo con il minimo ribasso, non è la strada corretta”.

Le previsioni per il 2021

Torniamo ai dati e vediamo cosa prevede il Rapporto Anitec Assinform per il 2021.

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Figura 7 – Previsioni per il mercato digitale nel 2021. Fonte: Rapporto Anitec Assinform 2021, giugno 2021

“L’andamento positivo del primo semestre di quest’anno ci consente di prevedere un buon recupero del mercato. Con una crescita organica fisiologica, intorno al 3,5% (figura 7). Una crescita che consente al mercato non solo di recuperare la piccola erosione in valori assoluti subita nel 2020, ma addirittura di arrivare a un valore complessivo di 74 miliardi di euro”.

Questa previsione di crescita è basata sull’attesa di aumento di tutti i segmenti del mercato digitale al netto dei servizi di rete e telecomunicazioni che continuano a soffrire a causa del downpricing competitivo delle tariffe e in attesa del mercato 5G, mercato che non è ancora decollato.

Figure 8a/b e 9 – Il mercato digitale in Italia dal 2012 alle previsioni del 2021. Fonte: elaborazione ZeroUno su dati del Rapporto Anitec Assinform 2021, giugno 2021

“Una crescita – ha precisato Capitani – che non è dovuta soltanto a un effetto rimbalzo, ma ad altri due fatti fondamentali: il primo riguarda l’effetto esponenziale dell’accelerazione della digitalizzazione avviata durante la pandemia e la consapevolezza dell’importanza della digitalizzazione maturata dai top manager; il secondo è che all’interno delle grandi imprese si sta utilizzando un approccio più strategico al digitale con una trasformazione digitale che da caotica sta diventando governata e più pianificata. Questo trend trova riscontro dell’andamento previsto per i digital enabler che dovrebbero aumentare ulteriormente”. In particolare, come si vede in figura 10, il cloud computing si prevede che aumenti con una percentuale ancora maggiore di quella del 2020.

Figura 10 – Crescita dei digital enabler. Fonte: elaborazione ZeroUno su dati del Rapporto Anitec Assinform 2021, giugno 2021

La sorpresa viene dall’analisi per settori dove si prevede che l’Industria, settore pesantemente colpito dalla crisi causata dalla pandemia, e che nel 2020 ha potuto spendere di meno, risulta al primo posto per investimenti in digitale nel 2021. A seguire la conferma della crescita degli investimenti nelle pubbliche amministrazioni sia centrali sia locali e nella Sanità.

Figura 11 – Crescita per settori. Fonte: elaborazione ZeroUno su dati del Rapporto Anitec Assinform 2021, giugno 2021

L’impatto del PNRR: 3 scenari possibili

Su questi trend di crescita si innesta l’arrivo dei circa 49 miliardi del PNRR: “Un grande pregio ma anche una potenziale grande criticità. Il grande pregio è indubbiamente rappresentato dalla dimensione di queste risorse in arrivo insieme al fatto – sottolinea Capitani – che, come dice il presidente Draghi, se faremo debito buono, ossia sapremo spendere bene questa grande quantità di denaro che ci arriva dall’Europa, il mercato crescerà a ritmi molto superiori di quelli fisiologici che abbiamo visto nelle slide precedenti”.

Il Rapporto ha ipotizzato 3 scenari (figura 12) che vanno a confrontarsi con lo scenario base, quello di una crescita organica senza alcun impatto dovuto al PNRR:

  • profilo alto: mercato con utilizzo aggiuntivo del 100% dei fondi previsti dal PNRR;
  • profilo medio: mercato con utilizzo aggiuntivo del 70% dei fondi previsti dal PNRR;
  • profilo basso: mercato con utilizzo aggiuntivo del 50% dei fondi previsti dal PNRR.

“Le crescite prevedibili del mercato risultano molto differenziate nei tre scenari, ma sicuramente superiori a quelli dello scenario base. Pensiamo che lo scenario più attendibile per il 2021 sia quello di profilo medio, che ci dice che il mercato potrebbe crescere del 7%, quindi raddoppiare il suo ritmo fisiologico”, spiega Capitani.

Figura 12 – Impatto previsto del PNRR sul mercato digitale in Italia 2021-2024. Fonte: elaborazione ZeroUno su dati del Rapporto Anitec Assinform 2021, giugno 2021

Figura 13 – Le risorse del PNRR per la digitalizzazione. Fonte: elaborazione ZeroUno su dati del Rapporto Anitec Assinform 2021, giugno 2021

E la criticità? Secondo Capitani, si annida nella struttura stessa del PNRR che è organizzato per grandi aree tematiche (6 missioni, 16 cluster e 48 linee di intervento): “Due sono i potenziali pericoli, strettamente correlati tra loro: quello di uno sviluppo a silos dei singoli progetti, senza una visione di insieme, e quello della mancanza di collaborazione tra imprese e Pubblica Amministrazione nello sviluppo congiunto di progetti di interesse comune”, mette in guardia Capitani, che aggiunge: Occorre evitare questi rischi ispirandosi anche alle indicazioni fornite dai Digital Target per il 2030 pubblicati dalla Commissione Europea lo scorso 9 marzo e dove, non a caso, si usa la metafora della bussola che ci deve orientare nello spendere questi soldi”

Competenze digitali. Infrastrutture digitali sicure e sostenibili. Digitalizzazione dei servizi pubblici. Trasformazione digitale delle imprese. Sono queste le 4 macro aree indicate dalla Commissione Europea.

“Il messaggio più importante che proviene da questa visione è che questi progetti vanno sviluppati non solo in modo contestuale, sincronico, ma soprattutto in chiave sistemica, in una visione di sistema paese, possibilmente in armonia con le visioni di altri paesi, per realizzare appunto un progetto europeo”, conclude Capitani mostrando la grande sfida che ci attende. Cosa non da poco!”

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