Smart City Exhibition: le città dei dati

Le Smart City rappresentano il futuro delle città in tutto il mondo grazie alle tecnologie che integreranno e analizzeranno grandi quantità di dati per anticipare, mitigare e prevenire i problemi che affliggono le città e che consentiranno di fornire servizi in modo proattivo mettendo in comunicazione i cittadini con le amministrazioni locali e incoraggiandoli alla partecipazione e alla collaborazione.

Pubblicato il 23 Set 2015

Questo trend si tradurrà nell’esplosione dei dati che, secondo Idc, raddoppieranno ogni due anni fino al 2020. Il modo in cui le città li sapranno sfruttare e condividere sarà il principale elemento di differenziazione competitiva. I big data e gli analytics trasformeranno questi dati in informazioni di valore e in conoscenza. Le città che hanno aperto al pubblico i dati hanno incentivato la creazione di nuovi servizi innovativi sviluppando applicazioni basate sugli open data. È coerente con queste tendenze la scelta di focalizzare sul tema dei dati l’edizione 2015 di Smart City Exhibition (SCE), l’iniziativa che Forum PA da quattro anni organizza in collaborazione con BolognaFiere.

“Le aree metropolitane sono realtà troppo complesse e articolate per essere governate a vista; è necessario introdurre una data driven decision, ossia scelte prese sulla base delle informazioni e della conoscenza, come anche un report dell’Unione Europea indica”, così Gianni Dominici, Direttore Generale di Forum Pa spiega la svolta di affiancare al tradizionale nome SCE quello di Citizen Data Festival. Fra le molteplici famiglie di dati, Dominici identifica quelli di tipo istituzionale, quelli di tipo amministrativo prodotti dalle stesse amministrazioni, gli open data, i dati prodotti dai cittadini sia in modo inconsapevole (crowdsensing) sia consapevolmente diventando soggetto (crowdsourcing), i dati prodotti dalle imprese.

La sfida è che tutte queste informazioni, oggi ancora scollegate, possano contribuire a creare un sistema integrato che aiuti a governare la città: “La nostra ambizione è aiutare a creare la cultura del dato, argomento su cui si focalizzerà il convegno inaugurale – dice Dominici – Per noi il tema principale è quello delle competenze sia tecniche sia culturali e politiche che consentono di conoscere l’impatto delle scelte della politica sulla società. Per farlo puntiamo non solo su convegni, ma soprattutto su seminari e laboratori dove verranno svolte attività concrete anche attraverso l’elaborazione di dati reali”. Un momento importante sarà la presentazione della Classifica delle Smart city, ora in fase di elaborazione, realizzata in collaborazione con OpenPolis, un’organizzazione che si dedica alla cultura del dato. Rispetto al modello della prima edizione, dove erano emerse soprattutto le medie città, quelle del “viver bene”, verrà accentuata l’importanza nel rating della componente economica e strutturale: “Le città devono svolgere anche un ruolo per la crescita del Paese: devono essere accoglienti e assicurare una buona qualità della vita ma saper anche sviluppare opportunità di lavoro”, conclude Dominici.

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