Elezioni Politiche 2018

Governare e valorizzare le competenze ICT frammentate per accelerare la digitalizzazione della PA

Il nuovo governo al suo arrivo troverà un Piano triennale per l’informatica nella PA a metà percorso, la disponibilità di circa 50mila dipendenti della PA che a vario titolo operano nell’ICT e molte società partecipate con competenze in area ICT. Emilio Frezza, che ha ricoperto ruoli di rilievo in importanti realtà pubbliche -Direttore dell’Area Infrastrutture del Cnipa (attuale Agid), e del Dipartimento Risorse Tecnologiche del Comune di Roma e CIO al Dipartimento del Tesoro (MEF)- nel delineare questo quadro, propone la valorizzazione di queste risorse per accelerare la trasformazione della PA. Per farlo è prioritaria la definizione di un reale modello di governance che includa in modo strutturale le partecipate, come in parte sta accadendo nel Piano triennale, superando l’attuale frammentazione, una riqualificazione delle risorse umane e un’iniezione di nuove persone qualificate

Pubblicato il 02 Mar 2018

Emilio-Frezza

A metà percorso del Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione 2017-2019, si insedierà un nuovo Governo ed effettuerà le proprie scelte di politica industriale. Come atto iniziale si chiederà dove si trova l’Italia nel percorso verso il digitale della PA; potrà così prendere visione di due recenti indicatori europei:

  • l’indice DESI (Digital Economy and Society Index) che misura annualmente la trasformazione digitale dei paesi della Comunità europea e che nel maggio 2017 ha visto l’Italia posizionata al 25° posto davanti alla Grecia, Bulgaria e Romania;
  • l’eGovernement benchmark della EU dello scorso novembre, che segnalava un sensibile progresso, con l’Italia che superava la media europea ed era davanti alla Francia.

Nel benchmark, fra le 48 Good Practises europee, si citava anche il Piano triennale italiano per l’informatica del quale veniva evidenziata l’attenzione a costruire componenti comuni per l’informatica della PA, flessibili, sicuri e interoperabili, attorno ai quali realizzare servizi ai cittadini e imprese adottando API predefinite. Ma il raggiungimento degli obiettivi di questo Piano triennale, in analogia ai precedenti redatti a partire dal 2003, è fortemente dipendente dal modello di governance adottato, soprattutto nelle fasi di coordinamento e di implementazione. Tale modello è delineato nelle sue linee generali e ne individua gli attori principali:

  • nel Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale con AGID, PAC, PAL per la fase di coordinamento;
  • in AGID, PAC, PAL, Società in House, Fornitori, Enti Strumentali per la fase d’implementazione.

Sempre nel Piano, si prende atto che è necessario indirizzare una realtà complessa con livelli di delega di competenze e di capacità operativa molto diversificate, caratterizzata da elevata frammentazione: 32mila dipendenti pubblici nell’ICT, di cui circa 18mila nelle Pubbliche amministrazioni centrali (PAC) e 14mila nelle Pubbliche amministrazioni locali (PAL) a cui si aggiungono circa 6mila dipendenti delle società in house locali e più di 4mila nelle società in house centrali.

È pertanto prioritario definire un reale modello di governance.

Un aspetto importante da approfondire per ridurre la frammentazione riguarda le società partecipate della PA, i cui dati sono rilevati e pubblicati dal MEF. Analizzandoli emergono alcune evidenze:

  • lo Stato possiede circa 3800 partecipazioni in oltre 400 Aziende che operano nel settore ICT secondo la classificazione ISTAT delle attività economiche (Codice ATECO J61,62, 63). Tali attività possono essere prevalenti o secondarie. In circa 170 aziende lo Stato possiede la maggioranza e fra queste aziende vi sono le Società in House;
  • nelle aziende censite operavano 21mila addetti e nel 2015 il valore di produzione annuo è stato di oltre 4 miliardi di Euro;
  • tali aziende sono capillarmente presenti sul territorio (dalle oltre 50 nella Lombardia e nel Lazio sino alle poche unità del Molise e della Basilicata) e spesso sono di assoluto riferimento per le Amministrazioni azioniste;
  • nelle aziende opera personale specializzato nell’ICT che può essere un riferimento prioritario.

Alcune di queste Società sono già parte integrante dell’implementazione del Piano Triennale, ad esempio la Sogei ha un ruolo determinante per i servizi per il MEF e per le Agenzie della fiscalità, per la fatturazione elettronica, per l’ANPR, per il fascicolo sanitario etc.
Molte altre, soprattutto quelle presenti sul territorio, potrebbero entrare a far parte in modo strutturato e istituzionalizzato nelle fasi implementative dei piani triennali garantendo competenze e sinergia con le Amministrazioni. Il modello di governance dovrebbe tener conto di questa realtà poco nota che può rivelarsi molto utile sia nel coordinamento, sia nell’implementazione, ricercando ottimizzazioni e best practice ed evitando duplicazioni e percorsi isolati. Ma per coordinare e implementare occorre anche una PA promotrice di sviluppo e una grande rilevanza va posta nella formazione, nell’aggiornamento, nel tournover e nell’inquadramento del personale che opera nel settore ICT: circa 50mila dipendenti.
A questo personale viene richiesto di predisporre capitolati di gare ICT, collaudare sistemi complessi, verificare la fatturazione dei servizi dei fornitori, garantire la qualità dei servizi offerti a cittadini e imprese e all’Amministrazione di appartenenza, ma soprattutto di comprendere le esigenze degli stakeholder e tradurle in una reale trasformazione digitale.
È indispensabile un censimento preliminare del numero reale delle risorse e delle competenze per poter delineare un’organizzazione predefinita di riferimento in ogni struttura dello Stato con figure professionali ben individuate. L’età media del personale supera oggi i 50 anni ed è urgente un piano di assunzioni seguite da corsi di specializzazione prima dell’inserimento e di aggiornamento periodico durante il periodo lavorativo.
L’attenzione del Governo che verrà, dovrebbe quindi a mio avviso essere indirizzata nel costruire un percorso realizzativo della trasformazione digitale del paese di medio periodo nel quale tutti si riconoscano e nel quale fare confluire le energie e le risorse già disponibili, garantendo al settore ICT un continuo sostegno e il riconoscimento del ruolo di motore del cambiamento.

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