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CAST: alla PA servono sistemi di misurazione della qualità efficaci e automatici

In occasione di Forum PA 2018, il convegno “Un nuovo procurement pubblico per un’efficace partnership pubblico-privato” ha messo al centro la necessità di pratiche e strumenti innovativi per gli acquisti, indispensabili per la trasformazione digitale della PA. Particolarmente rilevanti gli strumenti per la misurazione automatica della qualità di beni immateriali quali il software, basati su standard, su cui si è focalizzato l’intervento di CAST

Pubblicato il 27 Giu 2018

Executive Summary Cloudify NoiPA HL Design 7

Il convegno Un nuovo procurement pubblico per un’efficace partnership pubblico-privato, svoltosi durante il recente Forum PA 2018, anche grazie alla partecipazione di molti protagonisti nell’ambito del procurement pubblico, come Agid, Accredia, Assintel, Insiel, Ministero dei Trasporti, Regione Liguria, Venicecom Group, ha avuto il merito non solo di mettere in comune esperienze e best-practice ma anche di portare alla luce la necessità di una nuova cultura soprattutto in aree innovative, abilitanti per la trasformazione digitale della PA.

Servono strumenti, in particolare per la misurazione della qualità del software: “Quanto più il bene è immateriale, tanto più è difficile da quantificare – ha sottolineato nella sua presentazione Michele Slocovich Solution Designer Manager di CAST – L’importante è focalizzarsi non più sugli input né sulla definizione dettagliata dei requisiti, ma sulla capacità di incentivare la trasparenza con l’utilizzo di standard per la qualificazione (e la quantificazione) dell’output”. Si dovrebbe cioè andare sempre più verso un paradigma Agile che preveda il rispetto di obiettivi e non di specifiche. E dunque: “Da un procurement basato sulla definizione degli input a uno che misuri output e outcome. Il nostro sforzo è di promuovere l’adozione di standard, come la famiglia ISO 25000 per la qualità del software”, aggiunge Slocovich, citando la guida tecnica per l’uso delle metriche per la valutazione del software a cura di Agid che già li prevede.

I costi di misurazione diminuiscono se i controlli si fanno in maniera automatica e l’adozione dello standard, con le soluzioni adeguate per ottemperarvi, ha un TCO estremamente basso, visti gli immediati ritorni in termini di maggiore qualità del software.

“CAST vanta l’unicità di questo nuovo approccio basato sugli standard OMG riconosciuti anche da AgID, ma, proprio per questo, è difficile da far comprendere quali siano tutte le sue potenzialità – sostiene in un’intervista a ZeroUno a margine del convegno, Massimo Crubellati, Country Manager di CAST – nel corso del convegno, Agid e il Ministero dei trasporti, ad esempio, hanno parlato di innovazione e proprio in tal senso vanno inquadrati anche gli standard OMG che consentono di evolvere il governo delle forniture ICT di pari passo con le trasformazioni digitali in atto non governabili con gli strumenti tradizionali”.

In tal senso si rilevano infatti già molti casi di successo in grandi organizzazioni governative in tutto il mondo nelle quali l’introduzione di una disciplina di Software Intelligence, basata sugli standard industriali OMG, ha consentito di governare con successo le profonde trasformazioni in atto nell’ICT, portando anche significativi risparmi. In poche parole: fare di più, più velocemente e con qualità superiore; la realizzazione del manifesto agile.

“Anche nella PA questa trasformazione radicale è in atto, come ad esempio per il progetto Cloudify NoiPA, e gli strumenti di governo si vanno aggiornando, certo la strada da fare per la trasformazione digitale di tutta l’ICT pubblica è ancora molta, ma l’utilizzo di standard e strumenti pensati per ‘governare il digitale’, e non solo quelli ‘tradizionali’, consentirà di completare il cammino digitale minimizzando i rischi ed ottimizzando anche i costi”.

Executive Summary Cloudify NoiPA HL Design 7
Approccio alla progettazione di Cloudify NoiPAFonte

Nella PA italiana ci sono già altri casi virtuosi di utilizzo delle metriche standard OMG, come ad esempio in GSE, e sperabilmente porteranno gli stessi benefici che hanno già prodotto oltreoceano, dove Fannie Mae ha totalmente trasformato il modello di delivery delle sua organizzazione ICT, passando in 4 anni da un modello tradizionale waterfall a uno totalmente Agile e DevOps, guadagnandone in efficienza, in qualità e soprattutto riducendo i costi del 30%. “Ovviamente tale trasformazione non può passare solo attraverso l’adozione di metriche e l’utilizzo di strumenti per il digitale – aggiunge Crubellati – ma deve passare per un profondo cambiamento culturale, proprio come in Fannie Mae, che parte dai vertici IT e non passa dalle strutture operative a quelle di procurement, deve vedere obbligatoriamente i fornitori come parte diligente e non come pura controparte contrattuale. In questo il Team Digitale ed AgID stanno facendo molto negli ultimi anni. forse l’anello più debole sono invece ancora i fornitori, non sempre all’altezza della sfida culturale”.

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