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Ecco le 3 priorità per i consulenti legali del futuro

Secondo l’EY Law Survey, i dipartimenti si devono concentrare su governance delle entità legali, gestione dei contratti e innovazione tecnologica

Pubblicato il 01 Ott 2021

Ricerca EY su digitalizzazione studi legali

Nella EY Law Survey, le indagini condotte in collaborazione con l’Harvard Law School Center su un campione di 2.000 leader aziendali di 17 settori in 22 Paesi, emergono le sfide principali a cui le divisioni legali devono far fronte e che si rivelano essenziali per la crescita economica degli studi.

  1. Tra le questioni cruciali messe in evidenza dagli intervistati c’è innanzitutto la governance delle entità legali, una questione segnalata come urgente dall’89% delle imprese e che, se non gestita correttamente, può ripercuotersi negativamente soprattutto sui processi di fusione e acquisizione e sulla supply chain.
  2. Altrettanto dirimente è il tema della contrattazione, ben il 92% delle aziende sta infatti tentando di trasformare la gestione dei contratti per scongiurare inefficienze organizzative e perdite di guadagno.
  3. Imprescindibile per l’evoluzione della funzione legale è poi l’innovazione digitale, un ambito in cui c’è ancora molto terreno da recuperare considerato in particolare che il 65% delle aziende non dispone delle tecnologie adeguate a rispondere alla potenziale minaccia rappresentata dalla violazione dei dati.

Più nello specifico, 9 aziende su 10 stanno affrontando notevoli difficoltà nella governance del proprio network di entità legali. Si tratta di una problematica particolarmente sentita dalle grandi imprese che si trovano a dover gestire centinaia di entità in diversi Paesi del mondo. Le aziende che operano a livello internazionale scelgono così il più delle volte di affidarsi a molteplici studi legali per adeguarsi a ciascuna legislazione nazionale, un’organizzazione che rischia però di generare ritardi e costi aggiuntivi. Una gestione non ottimale dei vari soggetti giuridici appare particolarmente dannosa per la crescita del business aziendale, specialmente in un momento di svolta come quello attuale in cui le imprese guardano al dopo pandemia e si preparano a rivoluzionare la supply chain e a riprendere a pieno ritmo l’attività di M&A.

In particolare, per i 2/3 degli intervistati a rendere complessa la governance delle diverse entità legali è la carenza di informazioni aggiornate (68%), una percentuale simile (66%) lamenta poi difficoltà nel seguire i cambiamenti normativi in ciascuna giurisdizione nazionale. A pesare sono inoltre le risorse limitate sia in termini di personale sia di budget. Il 76% delle divisioni legali dispone infatti soltanto di un massimo di cinque figure professionali dedicate alla gestione delle società e pertanto il 73% dei manager dichiara di affidarsi anche al dipartimento finanziario dell’azienda per assolvere questi compiti. Inoltre, l’88% degli intervistati pone l’accento su riduzioni del budget che hanno avuto conseguenze sulle società non investendo nel miglioramento di questi processi.

Circa il 96% dei leader aziendali si dichiara poi insoddisfatto dell’attuale tecnologia dedicata alla gestione delle entità legali. Tra questi il 72% sostiene che i sistemi utilizzati non siano sufficientemente aggiornati ed il 62% ritiene che la tecnologia disponibile non consenta di tenere traccia dell’attività in maniera esaustiva per le necessità delle imprese.

Infine, il 68% delle aziende ricorre al supporto di molteplici studi legali per la governance delle proprie società in giro per il mondo. Un modello frammentato che però rischia di creare diverse inefficienze e dal quale il 57% delle aziende sta cercando di allontanarsi affidandosi invece ad un unico soggetto. Quest’ultima innovazione strategica fa sì che le imprese abbiano una probabilità cinque volte maggiore di avere un processo chiaro e preciso per la supervisione delle società senza al contempo doversi sobbarcare spese fuori budget.

Ogni business si sviluppa attorno a contratti grazie ai quali le imprese possono instaurare rapporti duraturi con l’ambiente economico circostante, oggi esteso a tutto il globo e virtualmente illimitato. La centralità del ruolo dei contratti è rimarcata dal 57% dei manager intervistati, che proprio a causa delle inefficienze ad essi collegate, afferma di aver sperimentato una riduzione generale dei guadagni. Le imprese di tutto il mondo sono pertanto al lavoro per rendere più virtuosa la gestione dei contratti, come ribadisce il 92% dei manager intervistati da EY.

Tuttavia, la sfida rimane colossale e ottimizzare i contratti è un’operazione che richiede grandi sforzi da parte delle imprese. La stragrande maggioranza (98%) dichiara di trovarsi dinnanzi a barriere critiche da superare che ostacolano tale processo di rinnovamento. Inoltre, per un 38% che ha già messo in atto strategie di cambiamento, lo sforzo ha condotto a risultati fallimentari. Un dato che sottolinea la difficoltà diffusa di implementare correttamente una strategia efficace di cambiamento.

Dal report emerge chiaramente l’esigenza da parte della quasi totalità delle imprese (99%) di ridurre i costi legati ai contratti. Questa volontà ha importanti ripercussioni sui consulenti legali, i quali sono spinti a cercare nuove soluzioni in grado di ridurre i costi.

L’innovazione tecnologica rappresenta una grande sfida che accomuna i manager di tutto il mondo, tanto nei dipartimenti legali quanto in quelli di business. Nello specifico, la digitalizzazione è una grande opportunità per le imprese, soprattutto nel processo di realizzazione e gestione dei contratti. Dall’indagine emerge che la strada da percorrere verso una corretta implementazione delle più recenti innovazioni sembra tutt’altro che semplice. La quasi totalità degli intervistati (99%) afferma di non disporre della tecnologia e dei dati utili per l’ottimizzazione delle operazioni legate ai contratti. Il superamento di questo gap, che a prima vista può rappresentare un ostacolo difficile, in un secondo momento può portare numerosi benefici per le imprese, a partire da un miglior controllo sui contratti in essere ad una maggior capacità di controllo della coerenza alle proprie policy.

Il vantaggio competitivo dato dalla tecnologia è ben noto tra i consulenti. Per l’ottimizzazione delle risorse, dati e digitalizzazione sono asset preziosi, in grado di migliorare notevolmente l’efficienza in termini di costi e tempo dei vari processi in essere. Ma la concretizzazione di questa innovazione strutturale implica uno sforzo che non tutti oggi stanno compiendo con la stessa intensità. Il 59% dei consulenti legali ritiene che un utilizzo massivo della tecnologia possa ridurre i costi, mentre il 50% dei dipartimenti legali ha effettivamente incrementato l’uso della tecnologia.

La voglia di innovare è assai diffusa, ma manca uno slancio (principalmente in termini di risorse ed expertise) in grado di avviare processi interni innovativi per risolvere problemi ricorrenti. Il 65% degli intervistati dichiara di non disporre della tecnologia necessaria per fare fronte ad eventuali violazioni dei dati.

Il 78% non riesce a tracciare sistematicamente gli obblighi contrattuali e il 68% non ha accesso a informazioni accurate e aggiornate sui propri soggetti giuridici.

Da questi dati emerge con forza il ruolo primario delle informazioni, che devono essere organizzate e strutturate attraverso strumenti sempre più raffinati e complessi, che solo le più moderne tecnologie informatiche possono supportare. La digitalizzazione permetterà sicuramente un cambio di passo nel mondo delle professioni legali e decisivo è l’impiego di nuove tecnologie al servizio dei consulenti: in molti stanno procedendo proprio in questa direzione, come afferma il 70% del campione, che già oggi adotta sistematicamente strumenti tecnologici a supporto della gestione dei contratti.

Commenta Stefania Radoccia, Managing Partner di EY Tax & Law in Italia: “I risultati emersi dall’EY Law Survey delineano un quadro costituito da importanti sfide a cui i professionisti legali di tutto il mondo sono chiamati a confrontarsi: dalla governance, alla contrattazione fino all’utilizzo del digitale e della tecnologia. Per cogliere queste sfide come nuove opportunità è fondamentale abbracciare la trasformazione digitale e farla propria in maniera efficace e organica, nonché anticipare e comprendere le esigenze del mercato dei servizi di Tax&Law in un contesto che, al completo superamento della pandemia, potrebbe continuare ad evolvere in termini di innovazioni tecnologiche, di servizi e di interazioni con le persone. Infatti, secondo l’indagine circa il 96% dei leader aziendali intervistati si dichiara insoddisfatto dell’attuale tecnologia impiegata nella gestione di diversi processi interni. In questo particolare momento storico, con l’arrivo delle risorse del Recovery Plan, abbiamo un’occasione unica per
disegnare e costruire un futuro più sostenibile, inclusivo e innovativo per le nuove generazioni”.

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