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IBM Studios: la casa degli innovatori dove applicare le tecnologie “esponenziali”

Blockchain, intelligenza artificiale, IoT, quantum computing…sono le tecnologie che IBM definisce “esponenziali” perché, da un lato, aumentano le capacità umane e, dall’altro, producono un effetto moltiplicatore sugli impatti che la digital transformation ha sulla società, sugli individui e sul modo di fare business. Enrico Cereda, Presidente e Amministratore delegato di IBM Italia, ha annunciato che nel cuore del quartiere Porta Nuova-Garibaldi a Milano è in allestimento un luogo dove poter toccare con mano la potenza innovatrice di queste tecnologie

Pubblicato il 19 Feb 2019

L’entrata di IBM Studios

MILANO – Conosciuto fino a oggi come l’Unicredit Pavilion, d’ora in poi l’edificio in legno e vetro firmato dall’architetto Michele De Lucchi in piazza Gae Aulenti si chiamerà IBM Studios. Enrico Cereda, Presidente e Amministratore delegato di IBM Italia, ha annunciato oggi il nuovo nome dell’edificio che l’azienda sta ristrutturando, dopo avere siglato un contratto di locazione di 9 anni con Coima, la società di real estate realizzatrice del progetto immobiliare che ha completamente ridisegnato la zona Porta Nuova-Garibaldi. Valore dell’investimento: 40 milioni di euro. “IBM Studios sarà la casa degli innovatori. Vi porteremo 2.500 tecnici per consentire a clienti, partner, a tutto l’ecosistema, ma anche a semplici cittadini, di toccare con mano quello che le tecnologie esponenziali consentono di fare”. Tecnici specializzati in blockchain, intelligenza artificiale, IoT, cloud, security e quantum computing: tecnologie “esponenziali” perché, da un lato, aumentano le capacità umane e, dall’altro, producono un effetto moltiplicatore sugli impatti che la digital transformation ha sulla società, sugli individui e sul modo di fare business.

Enrico Cereda (al centro), Presidente e Amministratore delegato di IBM Italia
Enrico Cereda (al centro), Presidente e Amministratore delegato di IBM Italia, nel corso dell’incontro

IBM Studios, il luogo pulsante dell’innovazione

“IBM Studios vuole rappresentare in maniera concreta e tangibile la missione di IBM: accompagnare le aziende nel percorso di trasformazione digitale. Un ambiente aperto, che deve diventare il luogo pulsante dell’innovazione, un luogo dove ospiteremo le imprese, le startup, i partner perché l’innovazione si fa insieme, grazie alla commistione di idee”, ha aggiunto Luca Altieri, CMO di IBM Italia.

Luca Altieri, CMO, IBM Italia

L’edificio, che ha una superficie interna di circa 4.000 metri quadrati, si sviluppa su 3 piani, ciascuno dei quali dedicato a una specifica attività. Si parte dal piano terra che sarà l’area aperta a tutti: “Il piano terra – ha spiegato Altieri – si pone per sua natura a cavallo tra la piazza Gae Aulenti e la Biblioteca degli alberi recentemente inaugurata. Un ponte ideale tra tecnologia e ambiente, innovazione e sostenibilità, che unisce queste diverse e imprescindibili anime del nostro tempo”. In quest’area si potranno sperimentare tecnologie, con il supporto di videowall, demo wall e un’experience room dove i visitatori, attraverso la realtà aumentata, potranno vivere tutti gli scenari del loro business.

Negli altri piani troveranno posto lo Strategy&Design Lab, dove i consulenti specializzati nelle diverse tecnologie lavoreranno, insieme a clienti e partner, per capire come utilizzare queste tecnologie nelle proprie industry, e l’IBM Cloud Garage, un centro di sperimentazione per lo sviluppo di applicazioni in cloud e, al tempo stesso, di una metodologia che combina approcci innovativi come Design Thinking e Agile.

Collaborazione, condivisione e sviluppo delle competenze: “Quello delle competenze è per IBM un caposaldo fondamentale. Si parla sempre più spesso di quante ne mancano, di quante ne servirebbero e ne serviranno in futuro. Noi in questo ambito abbiamo assunto un impegno significativo: collaboriamo con 48 università in Italia, con le scuole superiori e anche IBM Studios rientra in questo impegno con i 2.500 tecnici altamente specializzati che mettiamo a disposizione”, ha affermato Cereda.

Un tema, quello delle competenze, che è vitale anche per la diffusione di queste tecnologie nelle PMI: “Con il piano Industria 4.0 è sicuramente aumentata la consapevolezza dell’importanza del digitale, ma la vera difficoltà è come fare”, ha ricordato l’AD e Altieri ha aggiunto: “Negli ultimi 2 anni ci siamo avvicinati molto al territorio; abbiamo realizzato decine di eventi per incontrare l’imprenditoria locale e portare loro l’esperienza di nostri clienti per condividere percorsi, problematiche, risposte”, la nuova struttura fornirà un ulteriore supporto ai partner.

IBM Studios, che verrà ufficialmente inaugurato in giugno, ma già da aprile vedrà l’apertura del piano terra, ospiterà alla fine di maggio un evento che, fino a oggi, veniva realizzato a Londra e che prevede la partecipazione di oltre 60 analisti di calibro internazionale per un confronto sui temi della digital transformation.

Foto dell’entrata di IBM Studios
L’entrata di IBM Studios

Credere nell’Italia e valorizzarne le specificità

L’incontro con il Presidente e Amministratore delegato di IBM Italia è stato anche l’occasione per un confronto sul nostro paese e le differenze che possono aiutarci a emergere da una situazione complessa e difficile: “Operiamo in un contesto difficile, non solo per l’Italia ma a livello internazionale, basti pensare a Brexit e a tutte le problematiche sui dazi USA-Cina, con un rallentamento dell’economia internazionale. Le ultime stime della Banca d’Italia – ha ricordato Cereda – che ha tagliato le previsioni di crescita del PIL 2019 da +1% a 0,6% [portandola 0,4 punti sotto le stime del governo già riviste al ribasso in dicembre ndr] indicano una situazione difficile per il nostro paese e che lo sarà ancora per i prossimi anni”, ma dal suo punto di osservazione, con il confronto che, per il suo ruolo, si trova ad avere ogni 2-3 mesi con i suoi omologhi delle altre nazioni, l’AD evidenzia alcune importanti differenze positive che caratterizzano il nostro paese: “Un nostro punto di forza è la ricchezza privata perché se è vero che abbiamo un debito pubblico importante, la media dei patrimoni italiani è di 70.000 euro per cittadino [il dato è importante perché significa che, oltre ad avere limitati indebitamenti personali, disporremmo di ricchezza da investire nella crescita del paese ndr]. Il secondo, che è sempre stato un nostro punto di forza, è la manifattura italiana dove in Europa siamo secondi solo alla Germania; infine l’esportazione, elemento molto importante, nonostante la flessione degli ultimi anni”.

A questi fattori poitivi si affiancano però problemi infrastrutturali che rappresentano un limite allo sviluppo: “Certo, questi problemi ci sono, ma la vera emergenza che abbiamo in Italia è il digitale. Anche i problemi infrastrutturali possono essere in gran parte risolti o avere un aiuto importante dall’implementazione delle nuove tecnologie: pensiamo solo a quello che potrebbero fare IoT e intelligenza artificiale nel controllo e nella manutenzione preventiva delle infrastrutture esistenti. Oppure pensiamo alla Sanità: anche qui, agendo sull’efficienza e solo applicando queste tecnologie esponenziali, si potrebbe recuperare il 3-4% della spesa. E ancora, la Pubblica Amministrazione: è potentissimo quello che potremmo fare rivedendo i processi della PA e applicando queste tecnologie. Il punto è quindi mettere un focus particolare sul digitale come Paese e per farlo servirebbe una regia unica”.

Cereda ricorda poi come noi italiani abbiamo la tendenza a sottovalutarci, mentre abbiamo delle specificità che ci vengono riconosciute anche all’estero e che dovremmo valorizzare: “Abbiamo ottime università, sia tecnologiche sia umanistiche, che ci aiutano a costruire competenze cross, ma diversamente da altri paesi abbiamo una grande capacità di problem solving che, in un mondo così complesso, è un punto di differenza importante”.

Quindi bisogna credere nel nostro paese e valorizzare le nostre specificità, questo significa investire: “Oggi siamo qui per parlare di IBM Studios, ma abbiamo avviato un progetto di ristrutturazione di tutte le nostre 13 sedi in Italia. Stiamo terminando la sede di Roma, tra poco avvieremo i lavori a Segrate e continueremo a investire nel paese: il piano 2018-2019 prevede 1.000 nuove assunzioni”. E dato che sempre più spesso viene evidenziata la necessità di contaminazione delle conoscenze, di affiancare soft skill a competenze tecniche, Cereda specifica che una parte di questi nuovi assunti arriverà da percorsi formativi umanistici.

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