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Fascicolo sanitario e telemedicina, piattaforme fondamentali per la sanità digitale



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La pandemia ha messo in evidenza le criticità del nostro sistema sanitario e tutti oggi concordano sulla necessità di una profonda trasformazione. La digitalizzazione certo non potrà risolvere i problemi connessi alla carenza di personale sanitario ma può aiutare a ottimizzare le risorse.

Pubblicato il 10 giu 2024



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Negli anni scorsi gli investimenti nella sanità digitale sono stati inferiori a quelli dei paesi europei di riferimento, nonostante l’incremento del 7% nel 2022 della spesa rispetto all’anno precedente (fonte Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano). Il Piano Triennale AgID e i fondi stanziati dal PNRR, Missione 6, offrono ampi spazi di crescita, in particolare:

  • 7 miliardi di euro dedicati alle reti di prossimità, per lo sviluppo di strutture intermedie e della telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale;
  • 8,63 miliardi per innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale, finalizzati al rinnovamento e l’ammodernamento delle strutture tecnologiche e digitali, fra cui il completamento e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE).

Le disponibilità economiche e le indicazioni degli ambiti non mancano, tuttavia quasi metà (49% secondo l’Osservatorio) dei principali decisori delle strutture sanitarie indica come ostacolo la difficoltà di comprendere come realizzare concretamente questa opportunità. Riteniamo dunque utile indicare quali piattaforme e architetture portanti rappresentino il tessuto connettivo su cui innestare le soluzioni digitali territoriali.

Le piattaforme abilitanti e architetture

L’obiettivo è realizzare il modello Connected Care che pone il paziente al centro dell’ecosistema sanitario, connettendolo con il personale sanitario coinvolto nel percorso di cura. I pilastri sui quali si svilupperanno le soluzioni tecnologiche e digitali per supportarlo e sui cui si concentreranno le risorse si possono così riassumere:

  • il nuovo fascicolo sanitario elettronico (FSE 2.0) per il qualesono state pubblicate le linee guida con le indicazioni tecniche in relazione ai servizi, ai contenuti, all’architettura e alla governance;
  • la telemedicina, a partire dalla piattaforma nazionale (PNT), punto di partenza per la realizzazione di una nuova medicina di base e di comunità;
  • il passaggio al cloud computing in maniera diffusa, per superare l’attuale molteplicità di CED di aziende sanitarie e ospedaliere, spesso obsoleti e non sicuri;
  • la cybersecurity, necessità imprescindibile per lo sviluppo della transizione digitale della sanità.

Gli ultimi due punti rappresentano un elemento trasversale a qualunque piattaforma, riassumibili nei due mantra a cui si deve ispirare qualunque soluzione e architettura della PA: cloud first e security by design. Ci concentreremo dunque su FSE e PNT che rappresentano i pilastri portanti e interconnessi su cui si fonda la nuova sanità digitale.

FSE, un’infrastruttura distribuita per raccogliere e gestire i dati sanitari

Il PNRR stanzia 1,38 miliardi di euro per potenziare il FSE e garantirne la diffusione, l’omogeneità e l’accessibilità su tutto il territorio nazionale da parte degli assistiti e degli operatori sanitari. Entro il 2025, l’85% dei medici di base dovrà alimentarlo e , entro il 2026, tutte le Regioni e Province Autonome dovranno adottarlo e utilizzarlo.

Le linee guida FSE 2.0 (pubblicate a luglio 2022) a cui le soluzioni regionali devono attenersi sia in termini di contenuti sia di architettura sono state emanate anche con l’obiettivo di superare l’attuale situazione ancora molto disomogenea fra i diversi enti territoriali, in termini di contenuti, tecnologie informatiche, processi, oltre che utilizzo. A regime dovrà diventare il punto esclusivo per l’accesso al SSN, dalla regione di appartenenza, per cittadini, operatori sanitari e medici dando vita a un database nazionale in cui confluiscono tutte le informazioni.

Le linee guida prevedono le specifiche tecniche necessarie a rendere possibile l’interoperabilità, con l’introduzione del Gateway (che verifica la coerenza di applicazione degli standard di dati e documenti) e dell’Ecosistema Dati Sanitari (EDS) che raccoglie e gestisce i dati. L’architettura è pensata per trasmette i dati clinici acquisiti dai sistemi aziendali produttori ai database regionali garantendo l’interoperabilità e l’interpretazione univoca dei dati, secondo modelli standard.

Una piattaforma nazionale per abilitare la telemedicina territoriale

La telemedicinaimpiega le tecnologie digitali per fornire servizi di assistenza sanitaria in situazioni in cui paziente e personale sanitario si trovano in localizzazioni differenti. L’obiettivo è mettere in atto il principio della casa come primo luogo di cura, facilitare la presa in carico dei sistemi di cura territoriali, favorire la deospedalizzazione, potenziare e migliorare le cure di prossimità. La diffusione della telemedicina dovrebbe contribuire a colmare il divario e le disparità territoriali in termini di offerta sanitaria, oltre a migliorare la qualità clinica e l’accessibilità ai servizi su tutto il territorio nazionale.

Il miliardo di euro, assegnato inizialmente dal PNRR per lo sviluppo su larga scala della telemedicina, è stato incrementato successivamente con 500 milioni di euro, all’interno di una rimodulazione della missione 6. Aumentano di conseguenza gli obiettivi, portati a 300mila assistiti con servizi di telemedicina, entro il 2025.

La Piattaforma Nazionale per i servizi di Telemedicina (PNT) rappresenta il presupposto di una diffusione coordinata, basata sulla realizzazione, la progettazione e la gestione dei servizi a livello centrale, per garantire la governance e il monitoraggio dei processi di telemedicina a livello regionale.

Quali requisiti per l’integrazione delle piattaforme

Le piattaforme FSE e PNT sono mutuamente connesse e concorrono nel realizzare processi clinici, di governo anche tecnologico, di raccolta dati e messa a disposizione di servizi verso i cittadini e verso i professionisti, appoggiandosi su strutture cloud e logiche a microservizi, in grado di abilitare il riuso di servizi e funzioni comuni.

Una volta definite le linee guida e i principi, viene ora la fase più difficile di messa terra del sistema nel suo complesso attraverso la capacità di scelta degli enti regionali e delle aziende sanitarie che implica anche la collaborazione attiva degli stessi fornitori delle soluzioni applicative e infrastrutturali.

I FSE regionali, per avviare l’integrazione in produzione con il Gateway FSE 2.0, devono, ad esempio, completare la procedura di accreditamento, ossia il processo di verifica tecnica di aderenza alle specifiche tecniche relative al FSE 2.0, attraverso test case messi a disposizione dei produttori di applicativi.

Per quanto riguarda la realizzazione della PNT, la gara, svolta da Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali) è stata assegnata al Raggruppamento Temporaneo di Impresa (RTI) costituito da Engineering Ingegneria Informatica e Almaviva, ma le soluzioni territoriali dovranno sapersi integrare.

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