Cloud in Italia: gap delle Pmi, manufacturing e banche al primo posto

L’Osservatorio Cloud & Ict as a Service della School of Management del Politecnico di Milano ha evidenziato un’adozione del cloud a due marce, stabilendo un gap significativo tra grandi imprese e Pmi. L’analisi settoriale che ora proponiamo, evidenzia una percentuale significativa di banche e aziende manifatturiere che hanno intrapreso questo percorso.

Pubblicato il 05 Ott 2016

Figura 1: La diffusione del cloud per classe dimensionale Fonte: Osservatorio Cloud & Ict as a Service School of Management del Politecnico di Milano
La diffusione del cloud per classe dimensionale

Fonte: Osservatorio Cloud & Ict as a Service School of Management del Politecnico di Milano

L’Osservatorio Cloud & Ict as a Service School of Management del Politecnico di Milano, la cui edizione 2016 che ha coinvolto oltre 900 Cio e responsabili It di imprese italiane, ha messo in evidenza un’adozione del cloud a due marce, stabilendo un gap significativo tra grandi imprese e Pmi: “Se poco più del 20% delle organizzazioni tra 10 e 49 addetti utilizza il cloud – ha affermato Alessandro Piva, Direttore dell'Osservatorio -, la percentuale raggiunge quasi il 30% nelle organizzazioni tra 50 e 249 addetti”. La spesa in nuvola pubblica è effettuata per il 90% dalle large enterprise, che rispetto al 2015 hanno aumentato gli investimenti per una quota pari al 28%; il tasso di crescita relativo alle Smb si attesta invece di poco sotto al 20%.

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Piva sottolinea anche una differenza geografica nella diffusione della nuvola: “In termini di entità degli investimenti in Public Cloud – ha fatto notare -, emerge come le aziende del Nord Ovest dedichino un budget maggiore, se confrontato con la relativa spesa It, rispetto alle altre aree geografiche. Riguardo alla percentuale di crescita sul 2015, il nord ovest è inoltre l’area che mostra maggiore dinamicità, mentre il Nord Est è la zona dove i servizi cloud hanno attualmente maggiore diffusione; seguono, con un certo distacco, il centro e sud e isole”.

Il mercato e i progetti per settore

Fonte: Osservatorio Cloud & Ict as a Service School of Management del Politecnico di Milano

Nell’analisi per settori, l’indagine mette in prima posizione il comparto manifatturiero, che rappresenta la fetta più ampia (23%) della spesa in Public Cloud. “Le iniziative maggiormente adottate – ha detto Piva – riguardano la gestione della supply chain, i trasporti e i portali di e-commerce. La banche invece si classificano al secondo posto [con una quota di mercato pari al 21%, ndr]: le sperimentazioni si concentrano soprattutto in ambiti di ottimizzazione di prezzi di strumenti finanziari, nei servizi di e-learning e per quanto concerne le piattaforme di calcolo per gli ambiti Big Data Analytics”.
Telco e media raggiungono il terzo posto con una quota del 14%. “In questo caso – ha commentato Piva – il Cloud viene utilizzato, oltre che per i servizi di gestione dell’advertising e delle infrastrutture, per lo streaming video, proprio perché mette rapidamente a disposizione risorse scalabili per supportare picchi di attività”.
I Servizi ottengono una quota del 10% sul totale della spesa e si concentrano su gestione delle flotte e dei ricavi. Nel settore Gdo e retail (9%), le soluzioni cloud si indirizzano verso il facility management degli store e la gestione dei dati multimediali.
Amministrazioni e sanità pubbliche (9%) prediligono il modello di Community Cloud, dove vengono sviluppati servizi verticali direttamente dagli Enti, mentre il ricorso a servizi Public Cloud è concentrato su servizi più standard. Nelle utility (9%) storicamente c’è stata una larga adozione di soluzioni Crm in Cloud e più di recente di soluzioni orientate al risk management. Le Assicurazioni hanno raggiunto una quota del 5% e mostrano un approccio ancora standard alla nuvola, con sperimentazioni nell’ambito dei portali, dei sinistri e della relazione con la clientela.

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