Informatica: i big data servono a tutti

Applicando tecnologie d’integrazione virtuale e strumenti di gestione dei master data, la società realizza un approccio all’analisi dei big data flessibile per funzionalità ed efficiente nell’uso delle risorse infrastrutturali. Rendendo disponibili ai più disparati settori un potente strumento di conoscenza capace di creare nuove opportunità di business.

Pubblicato il 17 Giu 2013

Organizzato con un doppio appuntamento, a Milano e a Roma, rispettivamente il 12 e 14 marzo, Informatica Day 2013 è l’evento che ha raccolto, nelle mattinate, i clienti attuali e potenziali della società per esporre (anche tramite l’intervento di Target Reply, un utente un po’ speciale in quanto specializzato nello sviluppare e implementare soluzioni di Data Warehousing e Bi), aspetti e vantaggi dell’offerta. I pomeriggi invece sono stati dedicati ai business partner per discutere delle strategie commerciali e del programma delle attività previste per l’anno in corso nonché approfondire alcuni aspetti tecnologici delle nuove soluzioni.
Come si ricorderà, Informatica è la società che sotto al logo ha scritto “The Data Integration Company”. Naturale quindi che la giornata si sia focalizzata sulle soluzioni in ambito big data, dove la capacità d’integrazione dei dati, eterogenei e complessi per definizione, è il punto di partenza per ogni soluzione di gestione e di analisi e la società può far valere tutto il peso della sua esperienza e della sua piattaforma unificata per Etl, integrazione e qualità dei dati. In particolare si è parlato della virtual data integration e del master data management, che ne è lo strumento attuativo. L’integrazione virtuale, che qualcuno chiama anche ‘federativa’, è la tecnologia tramite la quale anziché trattare dati eterogenei con tool Etl in modo da poterli omogeneizzare e fisicamente caricare in un repository, si lasciano nelle fonti e nei formati originari ‘etichettandone’ i contenuti in dati di riferimento e gestendo questi ultimi con strumenti di Master Data Management (Mdm). Applicata ai big data l’integrazione virtuale offre evidenti vantaggi, perchè si vanno a estrarre e trasformare solo quelli che occorrono e quando occorrono, con risparmi di tempo e risorse di data center che ne ampliano in modo notevole il campo d’impiego.

Fredi Agolli, Country manager di Informatica per l’Italia

Come spiega infatti Fredi Agolli, Country manager di Informatica per l’Italia: “Associare, come spesso si fa, i big data alle reti sociali e al marketing è un grosso errore perché si tratta solo di una delle tante fonti possibili per uno dei tanti impieghi possibili. Sono big data, semplicemente, tutti i dati che in qualche modo sono rilevanti per il business di una qualunque impresa. Dati che spesso si hanno già da tempo in casa ma non si sa come sfruttare. Poterli prendere e ‘leggere’ sprigiona a livello aziendale tantissime funzionalità per i settori d’industria più diversi”. Agolli prende ad esempio un progetto che Informatica ha in corso con un’impresa che fornisce energia e che vorrebbe sfruttare l’enorme mole di dati che viene prodotta ogni giorno dalle centrali elettriche: “Poterli analizzare permette di prevedere possibili guasti e fare quindi una manutenzione preventiva, con risparmi che si possono tradurre in un’offerta più competitiva”. Oltre che nell’Energy, in Italia Informatica sta attuando progetti big data in ambito Media, Finance e Telco, mentre sta emergendo il Retail. “Si lavora molto – prosegue Agolli – anche per l’amministrazione pubblica, con clienti come Consip, Sogei e alcuni Ministeri, dove la tematica dei big data si applica alla trasparenza amministrativa, con la volontà di rendere disponibili al cittadino tutte le cose che lo riguardano”.

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