Tutti hacker per un’ora

Pubblicato il 10 Feb 2012

Per presentarsi alla stampa italiana, Stonesoft ha scelto una modalità originale e, va detto, efficace. Al posto della classica conferenza con interventi e presentazioni (che pure ci sono state), ha organizzato un evento, chiamato ”Hack the Lab”, dove ogni giornalista è stato posto davanti a una postazione di lavoro connessa ad internet e invitato a penetrare nel sito di una società virtuale creata ad hoc per carpirne dati e segreti. Nel caso, avendo Stonesoft costruito un sito di vendita online di hamburger, i dati erano quelli delle carte di credito dei clienti registrati e i segreti delle ricette e delle materie prime utilizzate.
Non essendo hacker e nemmeno particolarmente “smanettoni”, ci si è fermati quasi tutti di fronte al primo ostacolo, cioè la richiesta di password e username. A questo punto sono entrati in gioco gli esperti Stonesoft che, diventati hacker per l’occasione, si sono seduti al nostro fianco e ci hanno mostrato come fare. Il risultato è che si è constatato come, avendo una buona conoscenza dei linguaggi di programmazione e sapendo dove andare a cercare certi strumenti software che la comunità degli hacker si scambia in rete, sia facile entrare in un sito privo di un robusto firewall sino a diventarne, addirittura, gli amministratori, con pieno accesso ai file gestiti dal web server e dal mail server. Un’esperienza interessante e anche in certi momenti accattivante, come quando da uno schermo nero pieno di codici Ascii emergono le verdi colline della schermata di default di Windows e ci si rende conto di essere al posto di comando. O come quando il computer violato snocciola al nostro comando liste di nomi e cognomi e numero di carta di ignari clienti e apre certe mail con ricette e ingredienti segreti che era meglio restassero tali.

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