La sicurezza è un abito, Check Point è il sarto

ZeroUno incontra il nuovo country manager di Check Point Software Technologies, Rodolfo Falcone che, ripercorrendo la vision strategica
della società, illustra gli interventi necessari a riconquistare la fiducia del mercato italiano. Il focus è sulla capacità consulenziale nella proposta perché “la sicurezza va realizzata ad hoc”, come un abito

Pubblicato il 08 Feb 2012

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Secondo i dati dei principali analisti, il mercato della sicurezza informatica sembra godere di buona salute. In Italia, nel 2010, il valore del mercato tra prodotti e servizi è stato di 830 milioni di euro, che a fine 2011 dovrebbero diventare 870 per arrivare a superare il miliardo nel 2014 (dati Idc). A livello mondiale si stimano crescite dell’It Security spending (inteso come spesa complessiva in prodotti e servizi di sicurezza informatica) su tassi del 5/6% (confermato dagli analisti anche per i prossimi due/tre anni). Un mercato in cui anche Check Point Software Technologies gioca, a livello globale, un ruolo importante ma che deve pianificare alcuni interventi sulla country italiana. La società italiana, infatti, sotto la guida del nuovo country manager, Rodolfo Falcone, è impegnata nella definizione di una nuova politica strategica e un nuovo piano di azione.
“Dobbiamo riguadagnare la fiducia del mercato – esordisce Falcone (la società negli ultimi due anni ha perso quote in Italia, ndr) – partendo prima di tutto dalla riorganizzazione della nostra struttura. Motivo per cui, dopo aver ridefinito i team, con particolare attenzione a quelli dedicati alla vendita e alla prevendita, stiamo concentrando gli sforzi sull’offerta di servizi di consulenza”.
“La sicurezza è un elemento impattante e differenziante per un’azienda – precisa Falcone – e va quindi “disegnata in modo sartoriale”. Una soluzione, una tecnologia, un tool non vanno bene indistintamente per tutte le imprese. Un’azienda manifatturiera ha esigenze e priorità ben differenti da un istituto di credito”. Partendo da questa consapevolezza Falcone ha quindi intrapreso la sua “sfida” in Check Point lavorando da subito sull’assunzione di nuove figure professionali, in particolare sui consulenti e sul rafforzamento dei rapporti con il canale. “L’idea è far seguire ai nostri consulenti i clienti top in modo diretto, lavorando al tempo stesso sulla costruzione di un ecosistema di partner garantendo loro la formazione e le certificazioni necessarie a raggiungere le competenze utili per gestire, partendo proprio dalla consulenza, progetti complessi e personalizzati”. Nei piani di Falcone, la “ristrutturazione” è necessaria anche per migliorare la percezione della società sul territorio italiano e predisporre così gli strumenti adeguati per rafforzare la vision della corporation (la strategia “3D Security” di cui ZeroUno ha già parlato più volte che si fonda su tre aspetti: people, policy ed enforcement).
“Nella strategia globale dell’azienda c’è la proposta degli strumenti necessari a supportare l’It security come un vero e proprio processo di business”, spiega Falcone. “Definizione di policy, coinvolgimento delle persone e loro education, tecnologia (enforcement) sono i tre elementi su cui si costruisce la nostra value proposition”.
“La tecnologia è solo uno dei tasselli – aggiunge il country manager – anche se in questo momento sono proprio i trend tecnologici ad accelerare il passo nella direzione della sicurezza It”.
Falcone si riferisce, in particolare, a cloud computing e mobility: “ad amplificare le criticità legate alla sicurezza non è solo l’aumento dell’accesso alla rete, ma il comportamento di chi grazie ad essa opera (aziende, utenti, provider, ecc.)”, conclude il top manager. “Ecco perché anche se ormai tutti utilizzano Internet, la sicurezza va “costruita” in base alle proprie specificità ed esigenze”.

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