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Tecnologia contactless e Data Center: quali sviluppi dopo la pandemia

La tecnologia no-touch è diventata sempre più comune durante la pandemia di Coronavirus, basti pensare alla veloce diffusione della haptic technology e del LiDAR, e ora si rischia di sovraccaricare i data center che la dovrebbero supportare.

Pubblicato il 19 Ott 2021

data center

Per ridurre i contatti fisici tra persone, settori come il retail, i viaggi e il manufacturing impiegano già da tempo la haptic technology come anche l’analisi predittiva e il LiDAR, e l’infrastruttura IT delle realtà che hanno scelto di puntare su tecnologie contactless come queste si trova a dover assicurare alti livelli di uptime e una rapida scalabilità per sostenerne e supportarne l’utilizzo.

Tecnologie contactless, sempre più comuni nelle aziende

Molto spesso un utente di tecnologie di tipo contactless le associa spontaneamente ad operazioni legate ai pagamenti via mobile o ai biglietti con codice QR ma questa categoria include anche dispositivi più specializzati come gli scanner portatili che le aziende di logistica usano per tracciare le spedizioni, oppure le tastiere tattili “invisibili” adottate nei cantieri come anche in occasione di eventi all’aperto.

Durante la pandemia, per garantire una maggiore sicurezza ai propri dipendenti, molte aziende hanno integrato soluzioni contactless nei loro stack tecnologici e ora vi stanno investendo a lungo termine man mano che, andando oltre all’esigenza di protezione dal Covid-19, ne scoprono nuovi utilizzi più duraturi e sempre a beneficio del proprio business.

La tecnologia LiDAR, ad esempio, può tracciare il flusso dei clienti durante le code alle casse e indirizzarli in tempo reale verso quelle aperte aumentando l’efficienza negli ambienti di vendita al dettaglio. La tecnologia tattile può trasformare quasi ogni superficie in un touchscreen, aiutando le aziende a risparmiare sui dispositivi di input in ambienti diversi dagli uffici, come i piani di produzione o gli impianti industriali.

Le tecnologie contactless sono anche in grado di diminuire l’impronta di carbonio di un’azienda riducendo la sua dipendenza dai processi cartacei manuali ma comportano un aumento della pressione su data warehouse e cloud provider che devono prepararsi ad affrontare un massiccio passaggio al cloud da parte delle grandi aziende, cercando di tenere il passo di tutti coloro che trovano nuovi modi per integrare la tecnologia contactless ad applicazioni e infrastrutture preesistenti.

Come ottenere data center a prova di contactless

Indipendentemente dal tipo di tecnologia contactless utilizzata, ogni moderno data warehouse dovrebbe essere munito di un’infrastruttura IT solida, affidabile e in grado di scalare rapidamente per servire in modo efficiente i propri clienti e, allo stesso tempo, anche assicurare alti uptime, un monitoraggio proattivo e un team IT capace di pianificare con lungimiranza.

Le organizzazioni che più spesso utilizzano tecnologie contactless sono chiamate quindi a prestare una particolare attenzione sia alle macchine process-intensive che all’infrastruttura sottostante le piattaforme touch predittive che, grazie ad algoritmi di apprendimento automatico, per svolgere le loro funzioni possono sfornare un’enorme quantità di dati.

Man mano che le soluzioni touchless diventeranno più presenti, i data center necessiteranno di una infrastruttura IT per gestire l’aumento dei dati che viaggiano tra i dispositivi e i sistemi. Serviranno anche avanzati sistemi di backup per garantire che i device e le infrastrutture funzionali all’adozione delle tecnologie contactless restino accesi in caso di downtime del front-end, colli di bottiglia, guasti alla trasmissione o interruzioni di corrente su vasta scala.

Gli strumenti di monitoraggio giocano un ruolo importante nel supportare le tecnologie contactless perché in grado di identificare i problemi dei data center e le criticità che l’IT può trovarsi ad affrontare. Applicazioni come la suite Data Center Network Assurance e Insights sfruttano l’apprendimento automatico e l’AI per prevedere l’utilizzo delle risorse tra hardware e software: facendo leva sui dati si può infatti effettuare una pianificazione proattiva, anche per l’aggiornamento e l’abbandono di dispositivi e applicazioni, e quindi a far sì che il data center resti al passo con i tempi.

Anche la loro colocation può essere un modo conveniente per far scalare le reti e i sistemi fino al livello richiesto dalla tecnologia contactless: le aziende possono trarre vantaggio dalle varie opzioni di connettività in questo caso disponibili come anche della migliore capacità di alimentazione e raffreddamento in grado di assicurare un’ulteriore riduzione dei costi correnti.

Per monitorare e gestire i propri sistemi, i moderni data center, oltre a richiedere strumenti di ultima generazione, hanno anche bisogno di persone che li sappiano utilizzare – dai cloud specialist e dagli architetti di rete fino ai gestori di data center esperti in rack density, infrastrutture software-defined, distribuzione dell’energia e opzioni di sicurezza informatica. Le aziende dovrebbero offrire formazione e supporto al personale dei data center per fornire loro le conoscenze necessarie a supportare l’infrastruttura richiesta come presupposto per l’adozione di tecnologie contactless.

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