HP si divide: ma uno più uno farà tre?

La divisione della Corporation in due società separate, una per i prodotti commodity e l’altra per le soluzioni enterprise, può dare buone opportunità di sviluppo a ciascuna delle nuove realtà. Ma se per l’area consumer può bastare un drastico snellimento nei costi e nell’organizzazione, nell’offerta per le imprese occorre una strategia che renda più efficace ed incisivo il go-to-market.

Pubblicato il 08 Ott 2014

I fatti, a più di 24 ore dall’annuncio ufficiale di lunedì scorso, sono noti: attraverso una complessa operazione che partirà il 31 ottobre, alla chiusura dell’anno fiscale, e si concluderà nel prossimo esercizio, HP si dividerà in due società separate, entrambe quotate in Borsa ed entrambe con un giro d’affari, in partenza, di poco superiore ai 50 miliardi di dollari. Una si chiamerà HP Incorporated e sarà dedicata all’offerta di pc e stampanti.

Dion Weisler, Ceo di HP Incorporated

È in pratica la trasformazione del Printing & Personal Systems Group e avrà per Ceo Dion Weisler, lo stesso manager che come Executive VP la guidava come divisione. L’altra, battezzata Hewlett-Packard Enterprise e della quale si occuperà Meg Whitman, Ceo (ci si perdoni l’antinomia) della futura ex Corporation, si concentrerà invece sulle soluzioni hardware, software e servizi per le imprese.

Sui motivi della decisione i commenti sulla stampa e in Rete sono unanimi. Il business di Hp è da tempo in crisi: nell’esercizio 2013 le perdite di printer e Pc, superiori al 7%, hanno annullato il lieve guadagno del gruppo enterprise portando a un calo globale del fatturato del 6,7%. Nei primi nove mesi del 2014 le cose non sono andate meglio: l’area consumer si è leggermente ripresa (+ 3% rispetto al 2013) ma a perdere sono state le soluzioni aziendali. Due società più ‘snelle’, dove snelle significa soprattutto ridotte nei costi e nel personale (si prevede un taglio, tra licenziamenti e prepensionamenti, di 55 mila posizioni, 5 mila di più del piano avviato nel 2012 che ha già portato 36 mila persone a lasciare il lavoro) dovrebbero funzionare meglio.

Meg Whitman, Ceo di Hewlett-Packard Enterprise

Lo dice Meg Whitman (“La decisione di separarci in due società sottolinea il nostro impegno nel progetto di rilancio. Ciascuna avrà singolarmente le risorse finanziarie, l’indipendenza e la flessibilità necessarie per adattarsi rapidamente alle dinamiche di mercato e alle esigenze dei clienti, generando valore per gli azionisti”); lo dicono alcuni analisti e anche il mercato sembra aver reagito bene, con una lieve ripresa del titolo. Ma, anche se l’ottimismo è d’obbligo, soprattutto per un’azienda dall’alto capitale tecnologico e che ha fatto la storia dell’It, dividersi per crescere non è una formula garantita e non sempre, come si spera, uno più uno può fare tre.

Soprattutto ora, l’HP Enterprise, dovrà dare dimostrazione, al di là dell’eccellenza tecnologica, dell’ampio portfolio di sistemi e soluzioni e della grande disponibilità di servizi di  trasformazione verso modelli cloud ibirido, di saper “scaricare a terra” in un modello di go-to-market più incisivo ed efficace di quello fino ad oggi portato avanti, il grande potenziale tecnologico e di partnership che ha sviluppato in questi anni. Ovviamente seguiremo passo dopo passo questo grande processo di trasformazione che riguarda tecnologie, competenze, persone e organizzazioni. Siamo solo all’inizio del cammino.

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