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Che cos’è l’infrastruttura componibile e a che cosa serve

L’orizzonte dell’As a Service sta cambiando le aspettative delle aziende e dei professionisti dell’IT. Ad esempio, per agevolare l’adozione del DevOps cresce la domanda di hardware on-premise. La risposta si trova nelle infrastrutture componibili che iniziano a diffondersi in alcuni data center

Pubblicato il 27 Lug 2016

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Il progresso nell’astrazione delle infrastrutture fisiche ha portato alla definizione di un nuovo approccio definito come infrastruttura componibile. Si tratta di un modello grazie al quale i professionisti IT riescono ad adattare l’hardware delle infrastrutture convergenti secondo le più svariate modalità di utilizzo grazie all’uso di strumenti software adeguati.

Gli esperti ritengono che il DevOps potrebbe agevolare l’impiego di infrastrutture componibili all’interno dei data center. Molti addetti ai lavori, però, sono ancora scettici e si chiedono perché il proprio data center dovrebbe averne bisogno.

Secondo altri, invece, la situazione è più chiara: l’hardware on-premise può contribuire a fornire l’infrastructure as code come parte integrante delle azioni DevOps. Una cosa è certa: anche i professionisti IT interessati a questo nuovo concetto di architettura, vogliono ricevere informazioni pratiche su come questa possa essere utile in funzione delle loro esigenze specifiche.

Capire i vantaggi dell’infrastruttura componibile

Per anni, l’hardware IT in genere è stato destinato a essere utilizzato per tutto il suo ciclo di vita all’interno dello stesso iter operativo, mentre le infrastrutture componibili possono svolgere funzioni diverse, per vari lavori. Questo approccio permette quindi alle aziende di offrire ai clienti interni più flessibilità. Certo è che l’infrastruttura componibile è ancora alle primissime fasi di sviluppo del mercato e i clienti cosiddetti early adopter stanno appena iniziando a valutarne i vantaggi nei loro ambienti. E molti nel settore faticano ancora a trovare una chiara definizione per questo approccio. Indipendentemente dal nome, comunque, l’obiettivo è quello di aiutare gli utenti a sviluppare e implementare applicazioni in modo rapido. Il valore di questo approccio potrà essere compreso appieno quando gli utenti inizieranno a capire le modalità con cui tale infrastruttura può aiutare a semplificare il loro ambiente ed eliminare la complessità.

Un requisito fondamentale per il data center del futuro?

Sono diverse le aziende che si stanno muovendo a sostegno dell’implementazione di un’infrastruttura componibile. HPE, per esempio, ha lanciato Synergy: una piattaforma che capace di supportare sia le applicazioni tradizionali che quelle Cloud. M-Series è invece il prodotto di punta di Cisco che andrà fuori uso entro la fine dell’anno, mentre le relative tecnologie sviluppate verranno implementate su altri prodotti. Gli esperti ritengono che altri fornitori globali, nel corso dei prossimi anni, cominceranno a implementare le funzioni dell’infrastruttura componibile nei loro prodotti e che questa diventerà un requisito fondamentale per i futuri data center software-defined.

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