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User experience: ottimizzazione del caricamento pagine Wordpress

Il Time-to-first-byte, o TTFB, è la metrica ufficiale per valutare il tempo che intercorre fra una richiesta HTTP e l’inizio del caricamento di una pagina in un browser. Ecco alcuni consigli per chi utilizza Wordpress da parte di Seeweb. Una navigazione fluida significa maggiore probabilità di conversioni

Pubblicato il 09 Mar 2020

User experience 1

Nel momento in cui scriviamo, secondo le organizzazioni che raccolgono statistiche sull’utilizzo dei Content Management System, il CMS più utilizzato nei siti web mondiali è Wordpress.

Chiediamo a Marco Cristofanilli, Cloud Specialist del provider italiano Seeweb quali consigli e quali tecnologie opzionali Seeweb propone ai suoi clienti per permettere loro di realizzare siti performanti, con la migliore user experience possibile, in grado di garantire il massimo di conversioni (da visite in acquisti, registrazioni, consultazioni etc.) da ogni navigazione.

“Oggi – sostiene il Cloud Specialist di Seeweb – gli utenti del web sono estremamente sensibili alle performance di un sito. Il Time-to-first-byte (TTFB, il tempo che intercorre fra una richiesta HTTP o HTTPs e l’inizio del caricamento di una pagina) ottimale è di 200ms. Le statistiche dicono che il 40% degli utenti abbandona un sito se si superano i 4 secondi di TTFB. Fonti affidabili affermano che ogni 0,1 secondi di miglioramento delle performance di traduce in un incremento del 1% delle conversioni in acquisti su un sito di e-commerce”.

foto Marco Cristofanilli
Marco Cristofanilli, Cloud Specialist di Seeweb

Dal miglioramento del codice all’architettura server

Esistono diversi modi per migliorare la user experience di un sito basato su Wordpress. “La distanza fisica fra l’utente e il data center – dichiara Cristofanilli – incide molto poco”. Una tratta di qualche centinaio di chilometri provoca una latenza di 5-8 ms al massimo. Non incidono molto neppure i contenuti statici, in quanto non richiedono attività computazionale”. A determinare le performance sono la piattaforma CMS, con cui si sviluppano i contenuti e le logiche di business del sito, i database (nel caso di Wordpress è MySql), il linguaggio di scripting lato server (PHP), e ovviamente le caratteristiche dei server fisici.

Possiamo definire le misure più importanti in applicative e server. Da un punto di vista applicativo, è opportuno cercare validi plug-in disponibili nell’ecosistema Wordpress, oltre che avere sempre installata l’ultima versione del CMS. Da un punto di vista infrastrutturale, invece, a quello server, se si prevede di avere decine di migliaia di connessioni, si può pensare a non installare tutto su un unico server, ma prevedere server dedicati per diversi componenti dello stack di backend.

Un CMS per architetture scalabili

Wordpress – spiega il Cloud Specialist di Seeweb – è una piattaforma che si sposa molto bene con architetture orizzontali e permette di realizzare infrastrutture scalabili”.

Quanto al caching, la soluzione caldeggiata da Seeweb è quella di implementare Web Accelerator, una virtual appliance che utilizza un proprio server e in cui sono memorizzati dati statici e contenuti dinamici pre-processati. “Un altro, o altri server – conclude -, andrebbero previsti per i database, come MySQL o Redis (un DB open source NOSQL) e per PHP. Con una batteria di macchine virtuali di questo tipo, lo scale-out necessario per ridurre al minimo il Time-to-first-byte per i siti molto frequentati e con tanti tipi di contenuti aggiornati è assicurato. Per i momenti di picco, come quelli legati a stagionalità o campagne di marketing, è poi possibile effettuare scale-up on demand e a tempo con l’aggiunta di CPU e memoria ai singoli server”.

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