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Fintech Trends 2022, dai pagamenti cross-border alla iper-personalizzazione

I dati del 2021 inducono a un forte ottimismo sul fronte fintech, che nel 2022 potrebbe accelerare ulteriormente concentrandosi su Open Finance, sulla sicurezza e sui progetti blockchain. Previsti investimenti in ambito di iper-personalizzazione e un’attenzione particolare ai pagamenti internazionali

Pubblicato il 18 Feb 2022

Fintech Trends 2022

Il Finance è uno dei settori più rappresentativi sotto il profilo della trasformazione digitale. Quello che è stato per decenni un mercato avaro di forti spinte innovative, si è infatti rapidamente trasformato in un vero e proprio punto di riferimento.

Buona parte di ciò è imputabile all’ingresso sul mercato di tanti nuovi operatori, che proprio sul digitale e sull’innovazione hanno fondato nuovi modelli di business e cambiato il modo in cui le persone e le aziende fruiscono dei servizi finanziari.

Crescono gli operatori Fintech, così come gli utenti

Partendo dal presente, la situazione pare rosea. L’Osservatorio Fintech e Insurtech del Politecnico di Milano ha recentemente condiviso i dati della ricerca 2021, da cui emerge una crescita consistente dell’ecosistema Fintech italiano, composto per la maggior parte da startup e PMI innovative.

All’interno della ricerca si sottolinea la costante attivazione di nuovi canali e servizi, l’impegno particolare nell’ambito dei pagamenti e dei prestiti/finanziamenti, nonché la presenza di molti operatori che l’Osservatorio definisce TechFin, che offrono cioè la tecnologia abilitante per gli attori dell’ecosistema finanziario.

Nel frattempo, i consumatori stanno dimostrando buona educazione digitale in ambito finanziario e sono sempre più soddisfatti dai servizi Fintech, cosa dimostrata anche dalla crescita del 12% (primo semestre 2021) degli utenti online consumer delle banche italiane. Ottimo il dato delle transazioni digitali: +33% in media, con punte di +110% per alcune banche.

Le tendenze del 2022 nel mondo Fintech

Il fenomeno fintech non rallenterà di sicuro nel 2022. Sarà anzi sempre più centrale la customer experience, tecnologie affermate (come AI e Machine Learning) saranno ancora più protagoniste e dovrebbero vedere la luce importanti progetti in ambito Open Finance e innovazioni legate a blockchain. Ecco alcuni spunti che emergono dalla ricerca:

L’anno dei Cross-border Payments

Secondo la Bank of England, entro il 2027 i pagamenti internazionali raggiungeranno i 250.000 miliardi di dollari l’anno, con le transazioni B2B ad occupare il primo gradino del podio. Quello dei pagamenti cross-border è un comparto molto interessante per gli attori del mercato, poiché alla loro crescita esponenziale – dovuta a fattori come lo sviluppo di supply chain e flussi d’investimento globali, nonché al boom dell’e-Commerce – non corrisponde una reale semplificazione dei processi bancari, che restano in buona parte lenti e laboriosi.

Si entra così nel campo del correspondent banking, che prevede l’ingresso di uno o più intermediari e una contestuale crescita di tempi e costi. Il livello di competizione del settore è piuttosto basso, ma la complessità è elevatissima e dipende anche da sistemi obsoleti e silos di dati nelle varie giurisdizioni. Il potenziamento del cross-border banking è una priorità del G20 che coinvolge in modo diretto le Banche Centrali e gli incumbent, ma rappresenta una grande opportunità d’innovazione per tutti i player del mercato, fintech incluse.

Blockchain in crescita verticale

Blockchain ha un avvenire prospero di fronte a sé e l’industria dei servizi finanziari guarda da sempre il fenomeno con grande interesse, anche al di là delle criptovalute e degli iniziali timori di disintermediazione. Fino a oggi, blockchain ha attratto molti investimenti: considerando i dati del 2020, l’Osservatorio blockchain e distributed ledger del Politecnico di Milano ha osservato una moltiplicazione di applicazioni, utenti e capitale investito nel settore della finanza decentralizzata, contestuale a un incremento di utilizzo delle criptovalute e all’avvio dei progetti di valute digitali “centrali” come il DCEP cinese e il Digital Euro.

L’industria finanziaria sta puntando sulla forza disruptive del registro distribuito in diversi ambiti: nei pagamenti, laddove blockchain potrebbe rendere il processo molto più efficiente e meno costoso per le parti (compresi i pagamenti internazionali di cui si è già accennato), ma anche per la sicurezza delle transazioni, per abbattere i costi di compliance facendo perno sulla sicurezza intrinseca della tecnologia e per use case molto promettenti come il P2P lending, segmento in crescita esponenziale. È previsto (fonte: European Business Review) che il 66% delle banche adotti almeno una soluzione basata su blockchain nei prossimi 3 anni.

Forte pressione su sicurezza e compliance

Il 2022 proseguirà sulla scia del 2021 per quanto concerne gli investimenti in sicurezza e compliance. In particolare, terrà banco la cybersecurity: secondo il più recente Cost of a Data Breach Report di IBM, con 5,72 milioni di dollari per ogni incidente, l’industria dei servizi finanziari è seconda solo all’healthcare a livello di impatto economico di un furto di dati. Il periodo di pandemia e il contestuale smart working che ha interessato banche, assicurazioni e tutti i player del mercato ha dato nuova forza ai cyber criminali, che oltre allo sfruttamento di vulnerabilità tecniche puntano sempre di più sull’anello debole della catena: quello umano.

Malware, phishing, social engineering e dinamiche più articolate come la CEO Fraud (o Business E-mail Compromise) impongono investimenti in infrastrutture resilienti, da cui il frequente ricorso a sofisticati modelli cloud, ma anche in awareness per dipendenti e clienti. Conseguentemente, è prevista una forte crescita del settore RegTech, che grazie al cloud, all’automazione e all’implementazione di modelli ibridi e sicuri punta a superare le sfide poste da una regolamentazione in continuo divenire.

Dall’Open Finance al Banking as-a-service

Forrester ha recentemente pubblicato un articolo sulle previsioni del 2022 relative al mondo bancario e finanziario. Oltre a prevedere un sensibile aumento degli investimenti in innovazione, il focus è senza dubbio sull’Open Finance. Riportando testualmente le opinioni degli analisti, “Il 2022 sarà l’anno in cui Open Finance inizierà a rimodellare i servizi finanziari e in cui le banche si muoveranno concretamente per coglierne le opportunità e arginarne le minacce”. In altri termini, di Open Banking/Finance si parla da anni, con particolare enfasi da quando la Direttiva PSD2 è in vigore, ma il trend è in forte crescita e assumerà tratti sempre più concreti nel prossimo futuro. Prenderanno piede nuove collaborazioni, nuovi modelli di business e servizi innovativi che andranno ad alimentare e far crescere i fenomeni della Embedded Finance e del Banking as-a-service.

Iper-personalizzazione della gestione patrimoniale

In molti settori, compreso quello finanziario, la qualità della customer experience ha lo stesso peso del prodotto e del servizio sulle decisioni di acquisto dei clienti. Questo vale, a maggior ragione, per le generazioni più giovani, iperconnesse e nativamente digitali, che chiedono all’ecosistema finanziario le stesse esperienze fluide e omnicanali che ottengono in altri ambiti, a prescindere dal touchpoint e dalla complessità del journey.

I “nuovi clienti” chiedono consulenze personalizzate e sempre disponibili su cui costruire portafogli di investimenti in linea con le proprie esigenze, aspettative e propensione al rischio. È qui che gli operatori rispondono adottando tecnologie di data analytics, intelligenza artificiale e machine learning, che stanno diventando a tutti gli effetti delle leve importantissime di vantaggio competitivo.

L’iper-personalizzazione dipende da ciò e permette di creare profili di rischio custom basati sulle informazioni fornite dal cliente, ma anche sull’analisi del comportamento e dalla sentiment analysis, tante chiavi di lettura abilitate proprio dai servizi innovativi dell’universo fintech.

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