Ibm Cio Study 2011: il cloud computing come elevata priorità per le aziende

Pubblicato il 13 Giu 2011

Secono l’ultimo Cio Study di Ibm il 60% delle organizzazioni nei prossimi cinque anni adotterà il cloud computing come leva per far crescere il business e acquisire vantaggio competitivo. La cifra, quasi raddoppiata rispetto a quanti affermavano di voler adottare il cloud nel Cio Study Ibm del 2009, è una delle tendenze emerse a livello mondiale, intervistando i Cio di imprese di tutte le dimensioni.
Mentre la mole di dati e di informazioni e’ in continua crescita, le aziende cercano di accedere in modo sempre piu’ semplice e diretto ai dati e alle applicazioni disponibili in modalità cloud. Il cloud, che sinora è stato per lo più realizzato ed utilizzato all’interno delle singole organizzazioni, è ormai utilizzato anche nei rapporti tra le organizzazioni e i rispettivi partner e clienti. Nell’indagine condotta da Ibm sui Cio nel 2009, solo un terzo di loro affermava di essere interessato a perseguire il cloud per ottenere vantaggio competitivo. L’indagine di quest’anno mostra un significativo incremento della focalizzazione sul cloud in particolare nei settori media e intrattenimento (73%), automotive (70%) e telecomunicazioni (69%).
Dal punto di vista dei singoli Paesi, sette Cio su dieci negli Stati Uniti, in Giappone e Corea del Sud, e il 68% in Cina, citano il cloud come priorità assoluta.
In altre aree, lo studio di Ibm ha riscontrato che più di quattro Cio su cinque (83%) considerano la business intelligence e la business analytics come priorità assolute per le proprie aziende, nella ricerca di modi sempre più efficienti per gestire le crescenti quantità di dati a disposizione. I Cio rivolgono sempre più attenzione al mobile computing, per tenere il passo con un mercato in rapida evoluzione. Mentre i dispositivi mobili, le relative applicazioni a supporto della produttività aziendale e le nuove opportunità di mercato continuano a crescere, il mobile computing e le soluzioni per il mobile vengono ormai considerati da quasi tre quarti dei Cio (74% contro il 68% del 2009) come strumenti destinati a cambiare le regole del gioco per le loro aziende.

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