Cloud Computing – Esperienze di successo in Italia

Dinamiche tecnologiche e di mercato; evoluzione sul fronte dei processi aziendali, delle scelte organizzative e del rapporto utenti-fornitori; esperienze di successo che focalizzano come il cloud computing possa già essere oggi una risposta alle esigenze di flessibilizzazione e supporto al business dell’It. Un veloce resoconto del convegno organizzato da ZeroUno in collaborazione con ClubTI di Milano.

Pubblicato il 03 Nov 2010

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Si è svolto a Milano lo scorso 25 ottobre, nella sede centrale di Assolombarda, il convegno “Cloud Computing – Esperienze di successo in Italia” promosso e organizzato da ZeroUno in partnership con ClubTI, il Club per le Tecnologie dell’Informazione, fondato nel 1987, che riunisce in una formula di libera associazione i professionisti con competenze manageriali, tecnologiche, organizzative e di consulenza nel mondo dell’Ict.
Obiettivo dell’incontro, che ha riunito oltre 150 tra Ict manager, professionisti e rappresentanti del mercato dell’offerta It, era indagare lo scenario evolutivo del cloud computing, tra potenzialità reali e decantate, attraverso l’esperienza di chi ha iniziato a fare scelte di sourcing orientate al modello “as a service”.

Arrigo Andreoni (ClubTI): perché il cloud?
“La fine del corporate computing è stata prospettata da Nicholas Carr (giornalista e scrittore americano, autore di libri come “The end of corporate computing”, “Does IT Matter? Information Technology and the Corrosion of Competitive Advantage”, “The Shallows: What the Internet Is Doing to Our Brains” – ndr) già nel 2003”, ha evidenziato Arrigo Andreoni, Presidente di ClubTI Milano, durante il messaggio di benvenuto, evidenziando come “il modello del corporate computing, basato sulla personalizzazione di infrastrutture hardware e software, non è oggi più in grado di rispondere efficientemente alle esigenze delle imprese causa la poca flessibilità e perché troppo dispendioso in termini economici”.

Stefano Mainetti (Politecnico): un fenomeno concreto
“Ed è proprio in risposta all’esigenza di maggior efficienza (soprattutto dal lato business) nella gestione delle infrastrutture informatiche che nasce il nuovo paradigma dell’utility computing basato sul modello del servizio, attraverso l’accesso a soluzioni disponibili in rete sulla base delle esigenze dell’azienda”, spiega Stefano Mainetti, Professore Incaricato di Tecnologie, Applicazioni e Servizi dell’Internet del Politecnico di Milano. “Il paradigma dell’utility computing è frutto di due trend principali cui abbiamo assistito negli ultimi anni: la commoditizzazione dell’It; lo sviluppo di modelli di delivery che si spostano dall’interno verso l’esterno dell’azienda. Questi due trend hanno poi portato al Cloud Computing, fenomeno tutt’altro che mediatico, il cui business nel 2008 si aggirava, a livello globale, intorno ai 46 miliardi di dollari, destinato a crescere fino a 150 miliardi di dollari entro il 2013 (stime Gartner) fino agli oltre 160 miliardi di dollari nel 2015 (stime di Wintergreen Research)”.
Insomma, la maggior parte delle aziende Fortune 500, nel giro di qualche anno, avrà adottato forme di Cloud Computing più o meno estese. Ma qual è la situazione in Italia?

Nella foto, da sinistra: Stefano Mainetti (Politecnico di Milano), Antonella Ferrari (ClubTI di Milano), Stefano Uberti Foppa (ZeroUno).

Antonella Ferrari (Gruppo di lavoro Saas/ClubTI): una analisi di casi italiani
È partita da questa domanda la ricerca che Antonella Ferrari, responsabile del Gruppo di lavoro Saas del ClubTI, ha condotto coinvolgendo sedici casi di aziende italiane in un’analisi qualitativa di dettaglio di progetti Cloud-Saas. I casi analizzati (riportati nel libro di prossima pubblicazione “Cloud Computing. Aspettative, problemi, progetti e risultati di aziende passate al modello “as a service” di Antonella Ferrari e Emanuela Zanleone – ndr) mostrano una fotografia di aziende che hanno adottato, in modo diverso tra loro, soluzioni It as a service in diversi ambiti applicativi (Erp, Crm, Document Management, ecc.) e con diversi modelli di erogazione (Iaas, Saas, Paas). “Obiettivo della ricerca era indagare quali fattori organizzativi, economici e tecnologici risultano rilevanti nel processo decisionale di adozione di applicativi in modalità as a service”, osserva Ferrari. “Dalla nostra indagine sono emersi fattori rilevanti nell’ambito di cinque differenti aree: processi operativi, persone, fornitori, tecnologie, economics”.
“Dal lato dei processi operativi, volendo riassumere velocemente, abbiamo rilevato importanti driver nell’ordine dell’ottimizzazione e della standardizzazione dei processi, oltre che nell’abbassamento del rischio operativo; dal lato delle persone, risulta fondamentale il commitment e, anche se spesso l’utente finale non è coinvolto, l’accettazione è positiva. L’It assume un ruolo centrale di garante dell’efficienza operativa e, spesso, nasce da qui la sua riconversione con un focus più sugli aspetti legati ai processi che non sugli aspetti prettamente tecnologici”, spiega in dettaglio Ferrari. “Per quanto riguarda i fornitori, è chiaramente emersa la consapevolezza della frammentarietà dell’offerta vista come fisiologica per un fenomeno emergente e in evoluzione. Da evidenziare come importante la spinta legata alla qualità dell’offerta (sia di prodotto sia di servizio); il costo è certamente rilevante ma risulta evidente che non deve andare a discapito della qualità. L’ottimizzazione e il controllo dei costi (hardware e software) sono due dei benefici riscontrati ma nella fase di adozione, il costo del servizio non è il primo elemento considerato e non è il fattore determinate della scelta. Quanto, infine, alle tecnologie, elementi importanti da evidenziare sono: semplicità e rapidità (brevi tempi di implementazione svolte senza particolari criticità; facilità d’uso per l’utente); flessibilità e scalabilità (facile adattamento alle esigenze specifiche); assistenza, affidabilità e performance (implicite nella corretta definizione degli Sla che, comunque, richiedono particolare attenzione agli aspetti contrattuali). Una delle criticità riscontrate dal punto di vista tecnico è l’integrazione con gli altri sistemi aziendali, non sempre immediata e di facile risoluzione”.

Il sondaggio on line di ZeroUno
L’analisi condotta dal ClubTI è stata poi supportata da un sondaggio online sul sito di ZeroUno i cui risultati sono stati presentati da Emanuela Zanleone, membro del Gruppo di lavoro Saas. “Insieme a ZeroUno abbiamo voluto verificare, con un panel più allargato, la rispondenza di alcuni trend evidenziati dalla nostra ricerca, in particolare in relazione al fattore del rischio operativo e alla complessità della scelta del fornitore”, osserva Zanleone. “Dal sondaggio, basato su un campione di 74 risposte, è emerso che la scelta di adottare un applicativo in modalità Saas è spinta (per il 40%) dalla ricerca di una migliore collaborazione tra dipartimento IT e utenti (è lo strumento per migliorare la capacità di risposta dei sistemi informativi nei confronti degli utenti). Solamente il 28% degli intervistati ha indicato come driver l’abbassamento del rischio operativo e, di questi, il 68% l’ha indicata come scelta per abbassare i costi”.
Sulla complessità di selezione, la maggior parte degli intervistati evidenzia come “nella scelta del fornitore dei servizi (implementazione, integrazione e assistenza) è determinante la relazione di fiducia (affidabilità e tempestività d’intervento), competenza dei processi di business del cliente e del suo ambiente di riferimento”, aggiunge Zanleone.

Quattro esperienze utenti
Al convegno milanese si è poi data voce ad alcuni utenti che hanno presentato casi di adozione di modelli “as a service” e di cloud computing di diversa natura e con obiettivi ed esigenze differenti.
Andrea Egidati, Direttore Sistemi Informativi di Confartigianato Vicenza, ha presentato il “Sistema Fatturiamo-Network24”, un sistema di gestione della fatturazione che si basa su un service center di Diamante (partner Microsoft) che funge da hub per dati e documenti (con Azure come piattaforma di Cloud Computing), e sfrutta le tecnologie Microsoft per la Collaboration/Communication (Office Live Communicator, Office Live Meeting, Sharepoint Online, Exchange Online). “Il servizio non solo viene utilizzato dai 140 addetti contabili di Confartigianato Vicenza, ma anche da oltre 4000 aziende clienti che hanno l’opportunità di usufruire di un sistema gestionale senza investimenti tecnologici e con il supporto dell’associazione”, ha evidenziato Egidati. “Interessanti i risultati tributari riscontrati: +40% di produttività e -10% di errori fiscali nella contabilità”.
Sauro Colombini, Responsabile It di Confesercenti Modena, ha illustrato la partnership con Rds con la quale ha lavorato per sviluppare una piccola suite per gestire la contabilità, sia in regime ordinario che semplificato, da poter rendere disponibile ai consociati via web. “Ad oggi gestiamo online la contabilità di oltre 100 esercizi; dal 2002 abbiamo allargato l’offerta anche ai cedolini paga e oggi ne gestiamo circa 1200 al mese”, spiega Colombini. “Il risultato più evidente, tuttavia, è da rilevare nell’opportunità, grazie al web e alla possibilità di offrire l’It come servizio, di portare la tecnologia a portata di micro-impresa”.
Siamo nel campo della gestione documentale, invece, con Manpower. “Manpower ha gestito nel 2009 oltre 220.000 lavoratori, per ognuno dei quali viene prodotta e gestita una quantità notevole di documenti, quali documenti d’identità del lavoratore, documenti relativi a lavoratori extra comunitari, trattamenti previdenziali, trattamenti fiscali, contratti di lavoro, proroghe, dimissioni, presenze, malattie, infortuni, ricoveri, schede clienti, contratti integrativi, ecc., oltre ad avere un sistema di fatturazione decisamente corposo”, ha illustrato Andrea Cervino, It Director dell’azienda. “Abbiamo perciò deciso di avviare un progetto di dematerializzazione/digitalizzazione dei documenti, scegliendo SBI come partner ed il prodotto Docsweb come tecnologia (fruita in modalità as a service)”. I risultati, brevemente, sono stati nell’ordine della riduzione dei costi per la gestione amministrativa dei processi di fatturazione attiva e passiva, dei costi per stampa dei documenti, imbustamento e successiva postalizzazione delle fatture. “La rapidità di invio delle fatture al cliente (nella quasi totalità per via di e-mail), ha permesso inoltre un miglioramento del cash-flow, per via della migliorata velocità di acquisizione della fattura da parte del cliente”, ha aggiunto Cervino.
Infine, il caso Unicredit che attraverso la struttura Ugis (Unicredit Global Information Services) ha sviluppato un progetto di Grid Computing la cui ottimizzazione ha portato all’implementazione di un “shared Grid” il cui obiettivo principale è la condivisione flessibile di risorse in un’ottica “cloud oriented” basata quindi su Internet per il provisioning e lo share delle risorse, e su una infrastruttura consolidata, virtualizzata e service oriented. Il caso, illustrato da Frank Schmidt, Head of Strategic Initiatives & eCommerce, sarà presentato in un ampio servizio in pubblicazione sul prossimo numero di ZeroUno (n. 343 – Dicembre 2010). La mattinata si è conclusa con una Tavola Rotonda tra i vendor, moderata da Stefano Uberti Foppa, direttore di ZeroUno. Ecco alcuni dei punti emersi nella discussione i cui contenuti verranno ripresi in forma estesa nel relativo servizio e a breve anche sul sito.

Nella foto, in ordine da sinistra: Marco Maffé di T-Systems (anche sullo schermo in grande), Andrea Rodolico di Nice, Antonella Ferrari del Club TI Milano, Stefano Mainetti del Politecnico di Milano, Riccardo Sponza di Microsoft, Fabio Tessera di Vidyo, Pietro Riva di Verizon Business

Tavola rotonda: l’analisi dei vendor
Sui criteri (e criticità) per la valutazione e comprensione delle necessità e opportunità di adozione del Cloud, Marco Maffé, Business Consutant di T-Systems, invita le aziende a “non commettere l’errore di sposare in maniera dogmatica il Cloud a priori ma di fissare dei punti chiave in termini di obiettivi e chiarire fin dall’inizio le aspettative, in modo da non incorrere in progetti non realizzabili”. Gli fa eco Andrea Rodolico, Chief Technology Officer di Nice: “L’adozione del Cloud computing deve seguire un percorso graduale e partecipativo (il fattore “utenti” va affrontato da subito) con una valutazione realistica di costi e benefici. L’ideale sarebbe procedere con un primo progetto pilota che coinvolga un campione di utenti per poi valutare in modo concreto i passi successivi”.
“Dal punto di vista architetturale, prima di qualsiasi scelta è necessario visibilizzare gli elementi comuni delle infrastrutture e le capacità di interoperabilità, così come misurare le performance, attuali e raggiungibili”, precisa Pietro Riva, It and Security Solutions Sales Manager di Verizon Business.
Il ruolo del dipartimento It quale “consulente dell’evoluzione” ha poi accompagnato la discussione tra vendor. Fabio Tessera, Responsabile Sud Emea di Vidyo, ha sottolineato l’importanza delle fasi di assessment iniziali quale “momento per fare chiarezza nell’It e condividere con il business il futuro dell’azienda”. “Io vedo il Cloud come una marcia in più per l’It, come grande opportunità per supportare progetti di business che necessitano di sistemi efficienti in tempi stretti e con un certo grado di flessibilità”, incalza Riccardo Sponza, Technical Evangelism Manager di Microsoft Italia.
Antonella Ferrari e Stefano Mainetti intervengono ricordando però agli speaker e al pubblico in sala che “le aziende necessitano oggi più che mai di supporto concreto che non può essere fatto solo di offerta tecnologica”: “il ruolo del vendor assume un risvolto business: deve saper “traghettare” le aziende lungo il fiume del cambiamento e non semplicemente lanciare il salvagente dalla riva”.

Scarica le presentazioni del convegno:
I nuovi modelli di delivery dell’IT: un quadro di riferimentodi Stefano Mainetti (Fondazione Politecnico di Milano)
Esperienze italiane di SaaS: falsi miti e veritàdi Antonella Ferrari (Club TI Milano)
Sondaggio: “Che ne pensi del Saas” – di Emanuela Zanleone (Club TI Milano)
– Ottimizzazione dei processi interni e delle relazioni con gli Associati con il Cloud Computing – Andrea Egidati (Confartigianato Vicenza)
– L’esperienza di Confesercenti Modena – di Sauro Colombini (Confesercenti Modena)
GRID, cloud computing at Unicreditdi Frank Schmidt (Unicredit) [in attesa di autorizzazione]
– Un’esperienza di successo – di Andrea Cervino (Manpower)

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