Non è sufficiente avere incluso la connettività verso i public cloud per implementare una strategia multicloud. Solo se gli sviluppatori e i responsabili delle infrastrutture possono essere liberi, rispettivamente, di fruire e di fornire servizi storage coerenti, performanti, resilienti e interoperabili, sia on-premise sia in cloud, consentendo di creare le applicazioni una sola volta e poi avviarle virtualmente ovunque, si può far leva sulle potenzialità del multicloud.
“Anche in Italia – esordisce Mauro Bonfanti, Regional Manager di Pure Storage, prima di illustrare le caratteristiche della nuova suite Pure Storage Cloud Data Service – l’utilizzo del cloud è già una realtà. Lo dimostra il fatto che Amazon Web Services (AWS) abbia in Italia uno dei più grandi clienti enterprise, Enel. E il fatto che stia pensando di investire in un data center nel nostro Paese non penso sia motivato solo dall’esigenza di ottemperare a delle normative, ma perché crede nello sviluppo delle strategie cloud da parte delle nostre aziende”.
![foto di Mauro Bonifanti](https://img.zerounoweb.it/wp-content/uploads/2018/11/29111238/Mauro_Bonfanti-640x360.jpg)
Dunque, afferma poco dopo Bonfanti, “dopo più di dodici anni che parliamo di cloud in Italia, e che più volte abbiamo pensato di essere a un punto decisivo, adesso ci siamo realmente”. Per Pure Storage, uno dei fornitori leader di soluzioni storage all-flash , come per altri vendor, lo stato dell’arte del cloud è molto diverso da quello di soli pochi anni fa. Una serie di innovazioni e di aspettative sviluppatesi nel tempo, hanno condotto alla maturazione del modello hybrid cloud: un paradigma che include il multicloud, perché mira ad integrare i cloud privati e uno, due o più cloud pubblici.
L’obiettivo di Pure Storage è consentire la creazione di architetture cloud ibride unificate che permettono alle aziende l’accesso in tempo reale a tutti i propri dati, la mobilità dovunque delle applicazioni, e il non dover scegliere quindi, di volta in volta, tra on-premise o cloud. “Per quanto ci compete – interviene Alfredo Nulli, EMEA Cloud Architect di Pure Storage – c’è una forte esigenza di cloud data service. Nel nostro caso ci stiamo impegnando a estendere il valore che la piattaforma Pure offre on-premise anche nel cloud”.
![foto di Alfredo Nulli](https://img.zerounoweb.it/wp-content/uploads/2018/11/29111320/Alfredo_Nulli-640x360.jpg)
La prima release di Pure Storage Cloud Data Service si integra con lo storage a oggetti Amazon Simple Storage Service (Amazon S3) e prevede soluzioni quali Cloud Block Store for AWS (block storage di livello enterprise), CloudSnap for AWS (permette agli snapshot FlashArray di essere inviati facilmente a S3, consentendo in tal modo un’adeguata protezione a costi vantaggiosi, oltre ad un recovery flessibile sia on-premise sia sul cloud) e StorReduce. Si tratta della tecnologia di deduplica cloud-native (o meglio AWS-native), ottenuta di recente tramite un’acquisizione, creata per abilitare il trasferimento dei dati non strutturati da e verso il cloud in maniera rapida, semplice ed economica. “In futuro prevediamo di integrare le nostre soluzioni anche con Google Cloud Platform e Microsoft Azure. Nel 2019 potremmo arrivare a un raddoppio delle nostro soluzioni”, si sbilancia Nulli.
![](https://img.zerounoweb.it/wp-content/uploads/2018/11/29111514/Pure-unifies-cloud-press-image-1920x1080.jpg)
Cloud Block Store è disponibile in versione beta pubblica limitata. L’uscita della versione definitiva è prevista per la metà del 2019. CloudSnap è disponibile sin da ora.
StorReduce sarà presto disponibile in beta pubblica limitata.