Hp Discover – Una nuova frontiera per l’It e per l’impresa

La società presenta una serie di annunci che nel loro insieme tracciano una visione estesa della tecnologia a supporto della nuova impresa, che alla convergenza infrastrutturale affianca ed integra la modernizzazione delle applicazioni, la gestione della sicurezza, l’elaborazione e analisi delle informazioni e la capacità di variare il provisioning delle risorse e l’erogazione di servizi in funzione dei bisogni del momento. Nella foto Ann Livermore, Executive Vp dell’Enterprise Business di Hp

Pubblicato il 19 Ago 2011

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Una Venezia ricostruita nello stile ‘più vero del vero’ tipico dei mega-centri a tema della capitale del Nevada ha ospitato dal 6 al 10 giugno scorso quella che è finora la più grande manifestazione mai organizzata da Hp. Parliamo di Hp Discover 2011, un nuovo evento nato dall’accorpamento di due grandi convegni precedenti: Hp Technology Forum e Hp Software Universe Americas.
Dal punto di vista dei numeri, si è trattato di una manifestazione veramente notevole, con un’enorme affluenza di partecipanti, stimata attorno alle 10 mila persone, e centinaia di sessioni, incontri, customer panel e demo ospitati in decine di ambienti di ogni misura, dalle salette degli incontri ristretti all’enorme spazio da 6 mila posti dei ‘keynote speech’.

Cinque strade per la ‘Instant-on Enterprise’
L’esposizione della strategia Hp non è stata fatta da Leo Apotheker, il nuovo Ceo della società, il cui ‘keynote speech’ è stato più che altro un’introduzione all’evento, con ta

nto di video, demo e dialoghi sceneggiati, ma dai suoi top manager. Ovvero, dal trio formato da Bill Veghte, Executive Vp Software, David Donatelli (nella foto a destra), Executive Vp Enterprise Servers, Storage, Networking & Technology Services, e soprattutto Ann Livermore. Ed è stata appunto la potente Executive Vp dell’Enterprise Business (‘numero due’ della società, che proprio all’indomani dell’evento, lo scorso 16 giugno, è entrata nel consiglio di amministrazione, mantenendo però ad interim carica e funzioni esecutive) a illustrare in un vero e proprio discorso programmatico, tanto breve (14 minuti esatti) quanto esauriente, i capisaldi dell’offerta Hp per le imprese.

“Lo scenario – ha detto in sintesi la Livermore – è dominato da tre megatrend: l’evoluzione dei modelli di business; i progressi della tecnologia; i mutamenti della forza-lavoro. È in questo quadro che nasce la nuova impresa, che si può chiamare Instant-on Enterprise”. Un concetto che fonde i caratteri di flessibilità, velocità, automazione, sicurezza e ‘insight capability’, cioè la capacità di controllare e sfruttare ogni tipo d’informazione. “I fattori che più impediscono oggi all’It di essere il motore di questa trasformazione – ha proseguito – sono l’invecchiamento delle applicazioni e un’infrastruttura che è insieme rigida nelle funzioni e sparsa e disomogenea nei sistemi. La proposta Hp per realizzare l’Instant-on Enterprise si articola quindi in cinque percorsi convergenti, che hanno per obiettivo la modernizzazione delle applicazioni, la trasformazione dell’infrastruttura, la sicurezza globale, il dominio delle informazioni e la delivery dei servizi. A questi corrispondono rispettivamente cinque linee d’offerta: Application Transformation, Converged Infrastructure, Enterprise Security, Information Optimization e Hybrid Delivery”. Infine – ha concluso Livermore – Hp fornirà servizi di assessment e organizzerà workshop dedicati a tutti i clienti interessati al cambiamento per aiutarli a partire operativamente sui cinque percorsi che abbiamo tracciato”.

La hybrid delivery e i servizi di sicurezza cloud
Sul discorso che abbiamo riportato si è di fatto articolato tutto l’evento, con una ricchissima serie di annunci che hanno riguardato tutte le cinque aree citate. Anche limitandoci alle novità e trascurando i numerosi aggiornamenti e potenziamenti di soluzioni esistenti, lo spazio ci impedisce di descriverli tutti. Ci limiteremo quindi a quelli che riteniamo più significativi della strategia dell’Instant-On Enterprise e che ruotano attorno ai due che la stessa Hp definisce ‘major announcement’.
Prima però dobbiamo spendere due parole sul quinto dei passi citati dal capo dell’Enterprise Business, cioè la Hybrid Delivery. Con questo termine, Hp intende la capacità di creare un ambiente in grado di sfruttare per l’erogazione dei servizi sia l’infrastruttura It aziendale sia una soluzione cloud, pubblica, privata o anch’essa ibrida, allo scopo, come ovvio, di potenziare l’agilità di risposta dell’It e quindi dell’impresa. Da questo concetto nasce l’annuncio della Hp Cloud System, una piattaforma completa, integrata e aperta per realizzare e gestire servizi It erogabili via cloud privato, pubblico o ibrido e poter scegliere dinamicamente il tipo di provisioning in base ai propri bisogni. Il sistema comprende un hardware dedicato, fornibile in diverse configurazioni, e un software di gestione e controllo in grado di abilitare quello che Hp chiama ‘dual bursting’, ossia la capacità appunto di passare quasi senza soluzione di continuità dalle risorse interne del cloud privato a quelle esterne di un cloud pubblico, fornite però da partner Hp certificati (Cloud Bursting Partners), e d’integrare al bisogno il primo con il secondo. Completa l’offerta un pacchetto di servizi di prima implementazione (CloudStart) e di supporto.
Con la sua proposta cloud, Hp ha presentato anche una nuova gamma di servizi. I più interessanti per gli utenti, come abbiamo chiesto a Steve Dietch, Vp Cloud Solutions & Infrastructure, sono i nuovi servizi di sicurezza, che rispondono almeno in parte ai timori che tutte le imprese hanno al riguardo quando si parla di cloud per applicazioni business. Questi servizi fanno parte degli Hp Enterprise Cloud Services, sono quindi fruibili ‘as-a-service’ e comprendono il Vulnerability Scanning, per l’analisi e la correzione delle più diffuse fonti di rischio, e il Vulnerability Intelligence, che fornisce informazioni sulle minacce identificate e suggerisce le contromisure da porre in atto. Interessante però anche il programma per i provider, che sotto il brand di Hp CloudAgile si rivolge a società Tlc, service provider, system integrator e Var che intendono puntare su questo business. Hp Cloud Agile comprende servizi che coprono tutto il portafoglio Hp, hardware e software, e si estende anche ai servizi finanziari.

L’incontro tra applicazioni e infrastruttura

Il secondo grande annuncio riguarda invece l’infrastruttura e ci è stato illustrato da Martin Fink (nella foto a sinistra), senior Vp & General Manager Business Critical Systems, intervistato da ZeroUno. Si tratta dell’Hp AppSystem Portfolio, una soluzione che, spiega Fink: “Poggia sulla Converged Infrastructure e fornisce un intero stack tecnologico che include hardware, management software, software applicativo e servizi di supporto per ottimizzare le applicazioni aziendali sull’infrastruttura, potenziandone le prestazioni e accelerandone il deployment”. In una parola, è la convergenza fra infrastruttura e applicazioni, abilitata da un ‘pacchetto’ di cui fanno parte: gli Hp Vertica Analytic Systems, che accoppiano al potente motore d’analisi frutto dell’acquisizione nel febbraio 2011 di Vertica un hardware ottimizzato e basato sui Blade System Hp, le Business Data Warehouse Appliances e le Database Consolidation Solutions, sviluppate entrambe in collaborazione con Microsoft e ottimizzate per Sql Server 2008 R2.

Ma, chiediamo a Fink, come si possono gestire le applicazioni in un’architettura infrastrutturale articolabile su risorse interne e via cloud come quella proposta dal concetto di Hybrid Delivery? “Si tratta di un problema che in effetti potrebbe impegnare gran parte delle risorse It, ma al quale Hp dà una risposta con il nuovo Server Automation Software 9.1, che raccoglie in un unico strumento le funzioni di application e di server lifecycle management”. In pratica, con questo tool si accelera il deployment delle applicazioni e delle patch su server eterogenei riducendo l’intervento manuale; si applicano a queste operazioni processi collaudati evitando gli imprevisti che derivano da modifiche ad hoc; per lo stesso motivo si assicura la conformità tra applicazione e server, scaricando dai fornitori patch e best-practice per i server non-compliant, e infine si semplifica la gestione di tutto l’ambiente tramite un unico quadro che mostra e analizza le relazioni e le relative interdipendenze tra applicazioni, server e rete.

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