“Costruite i data center in Lombardia”

Non è vero che la qualità del cloud sia indipendente dalla distanza tra data center e utente e quindi conviene servire la domanda business di cloud in Italia con data center locali, possibilmente in Lombardia.

Pubblicato il 21 Set 2012

È questa in sintesi la conclusione della ricerca ‘Competitività del cloud computing in Lombardia’, curata nell’ambito dell’Osservatorio Assolombarda-Bocconi dal centro di ricerca Enter dell’Università Bocconi, guidato da Ferdinando Pennarola e Francesco Sacco. Con le tecnologie di oggi, scrive il centro Enter, la distanza data center-fruitore impatta sensibilmente sulla qualità dei servizi cloud per il business. Secondo Amazon, una latenza media di 100 ms (millisecondi) fa perdere l’1% di fatturato. Ma la latenza dipende anche dalla distanza: su fibra ottica è in media di circa 3 ms tra Milano e Parigi, di 45,5 ms tra Milano e Tokyo e su protocollo internet sale notevolmente per le caratteristiche della rete e le modalità di gestione del traffico dati.

Insomma, meglio se il data center è vicino, e in Italia la regione con le condizioni migliori per costruire un data center – sottolinea il centro Enter – è la Lombardia. A parte l’handicap degli alti costi dell’energia italiani (0,153 euro/kWh in media, contro 0,085 in Francia e 0,125 in Germania), la ricerca dimostra infatti che questa regione è a livello di quelle europee più avanzate per densità di produzione e capillarità di distribuzione dell’energia (da fonti sia tradizionali sia rinnovabili) e per disponibilità di reti di comunicazione, in particolare di fibra ottica.

La Lombardia inoltre è una buona sede d’offerta di servizi cloud anche per altri due aspetti cruciali. Uno è la disponibilità di skill d’alto livello: il 90% dei fornitori It mondiali nel ranking Fortune 500 ha una filiale in Italia e di essi il 53% ha la sede italiana in Lombardia, dove quindi c’è una porzione molto rilevante del mercato del lavoro It italiano. Il secondo è la dimensione della domanda. Con un articolato lavoro di calcolo, basato su dati storici di spesa Ict, presenza in Lombardia dei settori a uso più intensivo di sistemi informativi, grado di penetrazione delle reti a banda larga, e dimensioni delle aziende utenti, il centro Enter arriva a stimare il mercato business dei servizi cloud in Lombardia tra 72 e 288 milioni di euro annui: 72 milioni se le imprese ricorreranno al cloud solo per il 10% della loro spesa Ict, 288 se tale percentuale sarà del 40%.

Carlo Maccari, assessore alla digitalizzazione di Regione Lombardia

Già ora quindi, conclude la ricerca, la Lombardia ha potenzialità importanti come mercato cloud, ma auspicabili politiche pubbliche di incentivazione al cloud nella Pa e nelle aziende private possono ancora migliorare il quadro. “La Lombardia è l’unica Regione con una sua Agenda Digitale: solo un milione di abitanti su 10 non ha ancora l’Adsl, ma presto colmeremo questo gap, e nel 2015 oltre 4 milioni avranno la banda ultralarga – ha detto Carlo Maccari, assessore alla Digitalizzazione di Regione Lombardia, a margine della presentazione della ricerca -. Ora occorre far passare un’ampia gamma di servizi su queste reti e soprattutto superare il problema culturale per cui gli abbonamenti crescono poco anche dove la banda larga c’è, con molte piccole aziende che dicono ‘possiamo continuare senza il digitale come abbiamo fatto finora’: dovremo lavorare alla digitalizzazione delle scuole e alla semplificazione dei servizi online, troppo spesso copiati da quelli tradizionali basati su carta e file agli sportelli”.

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