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Gaia-X: un progetto ambizioso per costruire l’Europa del cloud

Westpole ha aderito al progetto del cloud europeo Gaia-X: è Day-1 Member. Andrea Gaspari: “Le imprese vogliono restare titolari dei loro dati”.

Pubblicato il 18 Gen 2021

Westpole Gaia-X

Un cloud federato europeo per rispondere allo strapotere dei giganti tecnologici, come Google, Alibaba, Amazon e Microsoft, facendo leva sul dato: trasparenza, tracciabilità e, soprattutto, affidabilità. Il progetto europeo Gaia-X, che vedrà le sue prime applicazioni concrete nel 2021, sta prendendo sempre più forma e, in particolare, ha coinvolto attori trasversali: operatori di telecomunicazioni, cloud provider e produttori hardware, per esempio, attivi in settori eterogenei, dalla difesa all’energia fino alla sicurezza informatica.

Al progetto hanno già aderito tantissime aziende, soprattutto tedesche e francesi: i due Paesi sono stati i fautori dell’iniziativa. Il respiro però è ancora più internazionale: fanno parte di Gaia-X, per esempio, Sap, Orange, Ericsson, Huawei, Ibm, Bmw, Bosch, Amadeus e Deutsche Telekom. Quelle italiane sono 29: l’Italia è quindi il terzo Paese per adesione dietro, appunto, a Germania (49) e Francia (33).

L’italiana Westpole è ufficialmente Day-1 Member del progetto Gaia-X: un ruolo importante per due motivi. Il primo: permetterà a Westpole una posizione privilegiata perché potrà contribuire attivamente allo sviluppo del progetto fornendo idee e spunti di riflessione. Il secondo: Westpole potrà proporsi alle imprese italiane ed europee come partner di uno dei maggiori progetti europei di confederazione del cloud e di trasformazione digitale.

In particolare, Westpole ha aderito al piano di sviluppo che riguarda gli operatori di servizi. “Abbiamo dato la nostra disponibilità a contribuire alla gestione e all’interoperatività dei dati, uno degli ambiti che si stanno esplorando” spiega Andrea Gaspari, Delivery Director dell’azienda. “Aderendo a Gaia-X abbiamo accettato di mettere a disposizione del working group la nostra capacità lavorativa, che significa quasi una giornata di lavoro alla settimana. C’è un contributo materiale e non solo di idee”.

“Per com’è stato presentato il progetto, secondo me diventerà un ambito di riferimento” commenta Gaspari. “Gaia-X sarà una serie di normative, regole e istanze che verranno messe a fattor comune e accettate dal consorzio, da chi fa parte di questa confederazione per giocare su questo tavolo. Arriva in un momento in cui la necessità si sentiva: né presto né tardi”. L’obiettivo di Gaia-X, quindi, è di stabilire un terreno comune per l’interoperabilità dei dati fra i diversi operatori, creando un’alleanza commerciale che, più che sul piano tecnologico, competa su quello dell’offerta e della privacy rappresentando un nuovo polo del cloud.

Ascolta “Cloud e Hybrid IT. Gaia-X Summit lancia l’ecosistema europeo dei dati” su Spreaker.

L’importanza del dato

L’esigenza di Gaia-X è più vasta di quanto si possa pensare. Per le imprese, garantire la qualità del dato ma, soprattutto, la sua protezione e la compliance alle normative interne ed esterne è un imperativo sempre più categorico. È una necessità che percepiscono le aziende che si appoggiano ai cloud di società come Google, Amazon e Microsoft, che sono leader del settore del cloud pubblico per quote di mercato: le aziende non hanno un adeguato controllo sui loro dati. “Non è banale l’esigenza del dato a tutto tondo” sottolinea Gaspari. “Nel dato sono racchiuse tutte le istanze che riguardano la trustability, la compliance, l’adeguamento alle normative interne ed esterne.” Un’attenzione maggiore che non è stata considerata solo dai provider italiani e, più in generale, europei: anche Amazon, Alibaba e Google, per esempio, sono tra i membri di Gaia-X, a dimostrazione che la privacy e la protezione dei dati dei clienti rappresentano un valore aggiunto anche per questi colossi.

Gaia-X parte da un assunto che sta caratterizzando tante altre iniziative dell’Unione Europea: mettere a fattor comune le risorse tecnologiche dei vari Paesi, per poter confrontarsi ad armi pari con i colossi statunitensi grazie a una notevole potenza di calcolo. Consolidando in un’unica grande unità virtuale i data center di molteplici operatori europei, Gaia-X potrà effettivamente creare una solida alternativa, con il valore aggiunto di una particolare attenzione sulla privacy dei dati dei clienti e la loro protezione.

Per Westpole diventare Day-1 Member di Gaia-X è stato un passo naturale, specialmente dopo l’acquisizione di Iris Hts dal Gruppo Canon: “Nel contesto dei servizi tecnologici che noi proponiamo con i nostri data center, la logica con cui è stato implementato il progetto di Gaia-X rientra in quelle che prevediamo essere le necessità dei nostri clienti nel futuro” evidenzia Gaspari. “Serviamo clienti che hanno base in Italia e in Europa e il progetto di Gaia-X, ovvero la confederazione del dato europeo, va nella direzione di mettere in condizione clienti e operatori di servizi cloud di poter accedere a un ambiente che consenta l’interscambio di dati in una maniera trasparente, sicura, affidabile e che permetta al proprietario dei dati di mantenere la titolarità. Oggi invece, ogni volta che un nostro cliente accede a un servizio nel nostro data center o ai grandi operatori internazionali come Google, Amazon e Microsoft etc., deve rincorrere richieste e certificazioni”.

L’ambiente di Gaia-X permetterà di muoversi in una modalità che garantirà una risposta a quelle esigenze che oggi rappresentano una domanda che viene fatta all’operatore con cui un cliente decide di lavorare.

Un mercato in forte accelerazione

Il cloud confederato europeo rappresenterà anche un’opportunità commerciale: se è vero che nel 2020, secondo le stime dell’Osservatorio Cloud Trasformation del Politecnico di Milano, il mercato in Italia ha registrato un fatturato di oltre 3,3 miliardi di euro (in crescita del 21% su base annua), sono ancora molte le aziende che devono abbracciare il cambiamento. L’emergenza e la conseguente necessità di abilitare un ambiente adatto al lavoro agile e alla continuità operativa da remoto ha certamente accelerato l’adozione del cloud: ma il 58% delle aziende ancora non lo ha adottato (erano il 70% nel 2019) e fra quelle che hanno già implementato istanze in cloud restano le preoccupazioni legate alla sicurezza dei dati.

Ma non si tratta di guardare solo alle opportunità commerciali in Italia: Gaia-X è un progetto dal respiro europeo, che Westpole ha sposato per arricchire la sua identità di partner internazionale che possa contribuire, per esempio, ad accelerare la trasformazione digitale delle filiali estere di aziende italiane. In gioco ci sono – secondo i dati della Commissione Europea – dati per 829 miliardi di euro entro il 2025, con un incremento del volume dei dati a livello globale che sarà del 530% rispetto al 2018. Servono quindi strumenti migliori in Europa per poter affrontare sullo stesso campo da gioco le Big Tech.

Le imprese che già operano con partner infrastrutturali invece già una notevole attenzione rispetto al tema della gestione del dato. “Fra i 1-Day member non troviamo solo operatori, ma anche aziende lato utenti” fa notare Gaspari. “La sensibilità oggi è molto alta. C’è la consapevolezza di dover accedere e di poter sfruttare un ambiente confederato europeo che consenta di muoversi in trasparenza e sicurezza”. Gaia-X rappresenta quindi un pezzo che mancava per innalzare l’Europa a livello delle Big Tech statunitensi e cinesi, che da anni rappresentano il punto di riferimento specialmente per il cloud pubblico.

E dopo Gaia-X? “Dopo – prosegue Gaspari – si tratta di capire l’evoluzione tecnologica. Gaia-X si è data come obiettivo quello di crescere all’interno di tecnologie già presenti: non si creeranno standard nuovi. L’avvento del 5G, per esempio, sarà un ambito su cui bisognerà confrontarsi e che andrà esplorato rispetto all’avvio della tecnologia”.

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