Caso Utente

È “liquido” l’IT di Cmb

Traguardare flessibilità, rapidità e sicurezza mantenendo all’interno la strategicità di determinati ruoli e responsabilità in capo all’It, ma lasciando all’esterno tutto ciò che è ‘time consuming’ e non aggiunge valore in termini di servizio al business. Ecco come Cmb Carpi sta affrontando, a piccoli passi e con massima focalizzazione su singoli progetti, un percorso di digital transformation complesso.

Pubblicato il 08 Set 2016

CARPI (MO) – È attiva dal 1908 ed è una società cooperativa oggi composta da oltre 520 soci cooperatori, con un volume d’affari complessivo di oltre 570 milioni di euro (il business del 2015). Parliamo di Cmb Carpi (Cooperativa muratori e braccianti). “Cmb è una società cooperativa che si colloca oggi fra le principali imprese di costruzione in Italia”, fa presente Luca Padovano, Responsabile dei Sistemi Informativi. “La cooperativa, infatti, riveste un ruolo di grande rilievo nella realizzazione di opere infrastrutturali ed edili, senza dimenticare lo sviluppo di iniziative complesse, in particolare grattacieli e alla riqualificazione di aree dismesse”.

Proprio per via della natura organizzativa complessa “abbiamo una serie di criticità e complicazioni che vanno gestite lato It, ‘pagando’ tuttavia il fatto di aver avuto, fino al 2010, un dipartimento informatico sostanzialmente ‘fermo’, nel senso che rappresentava un centro di costo ‘necessario’ per l’erogazione di determinati servizi di base ma non era ancora visto come elemento di valore che potesse essere parte attiva del business”, premette Padovano prima di descrivere l’evoluzione che il suo dipartimento ha avviato qualche anno fa. “Gli ultimi cinque anni sono stati gestiti facendo scelte ‘prospettiche’ in vista di un business che sta mutando e crescendo soprattutto in chiave di internazionalizzazione”.

L’IT come l’acqua

Luca Padovano, Responsabile dei Sistemi Informativi di Cmb Carpi

La flessibilizzazione dei sistemi è il primo grande obiettivo che si è dato lo stesso Padovano per supportare la crescita dell’azienda, tanto da parlare di vero e proprio It “liquido” caratterizzato cioè da rapidità, agilità e sicurezza. “Mi piace utilizzare la metafora dell’acqua, immaginando l’It come un fluido che va là dove serve, a coprire spazi vuoti”, commenta Padovano, “nel senso che deve essere agile e veloce nel servire le aree di business dove vi sono le maggiori necessità (inteso sia come criticità ma anche come obiettivi/opportunità) ed al tempo stesso sicuro, elemento quest’ultimo che deve essere trasversale e pervasivo rispetto a qualsiasi scelta di investimento e progetto”.
Partendo da questa vision, Padovano spiega in dettaglio quali sono stati i passi intrapresi al proprio interno per preparare l’It verso nuovi modelli di fruizione che rispecchiassero in termini tecnologici l’idea della liquidità dei servizi (in particolare, verso nuovi approcci di Managed Services alla cui base c’è l’agilità garantita dal modello cloud).
“Abbiamo innanzitutto rivisto il ‘paniere’ dei fornitori selezionando quelli che potessero realmente affiancarci in una logica di partnership, senza ‘abusare’ del termine ma cercando in pratica coloro in grado di ‘mettersi in gioco’ con noi, traendone vantaggio anch’essi, naturalmente”, ci tiene a precisare il responsabile SI. “Al nostro interno abbiamo lavorato duramente sui processi e l’organizzazione passando da una visione organizzativa incentrata sulle operations a un modello focalizzato sulla governance, con evidenti ripercussioni sulla ri-qualificazione delle risorse e delle competenze. Dal punto di vista tecnologico, abbiamo iniziato a preparare i sistemi verso modelli cloud con una visione generale che tende a concentrarsi più sui servizi che non sugli asset (che economicamente significa poi più opex e meno capex)”.

I pilastri del cambiamento

L’idea di fondo nei piani di Padovano è concentrare all’interno tutte le competenze di dominio (cioè la conoscenza delle logiche di processo e di organizzazione riferite alla tipicità del business, con particolare riferimento alla gestione dei contratti di servizio) e i ruoli di gestione/governo dell’It, affidandosi invece all’esterno per servizi di consulenza specifici nonché per l’esperienza tecnica e le attività di operations.
“Il tutto – spiega Padovano – tenendo conto che in cima alla piramide ci sono gli utenti con i quali si stabiliscono delle policy condivise (per l’accesso ai servizi It). Sulla base di queste policy, siamo arrivati addirittura a definire diversi contratti interni per l’erogazione dei servizi (che ‘obbligano’ l’It al rispetto di determinate regole nei confronti dei propri utenti) e contratti esterni attraverso i quali, partendo dalle nostre policy interne, definiamo insieme ai vari fornitori i livelli e la qualità dei servizi (in questo caso che essi erogano a Cmb Carpi)”.

Backup e data protection con servizi gestiti via cloud

A testimonianza del cammino intrapreso, Padovano illustra un recente progetto sviluppato attorno alla protezione dei dati, il quale, “seppur rappresentando una nicchia, è emblematico circa l’importanza delle scelte che stiamo prendendo sul fronte cloud e dei Managed Services”, puntualizza il manager.
“Abbiamo adottato la soluzione Avamar di Emc per poter contare su un’unica piattaforma integrata ove consolidare tutto il backup del gruppo”, spiega il manager. “Nell’ottica illustrata prima, cioè di ‘liberarci’ dell’operatività, abbiamo scelto di avere questa piattaforma disponibile via cloud affidandone la gestione da remoto a Dedagroup. L’obiettivo era avere dati protetti e archiviati subito erogabili in caso di necessità aziendali senza tuttavia avere all’interno l’incombenza di gestione della tecnologia abilitante il backup”.
Il risultato è la concretizzazione della visione strategica insita nel concetto di It liquido cui Padovano sta tendendo: “Internamente abbiamo la responsabilità di governo (definizione delle policy, monitoraggio degli Sla, gestione dei contratti), ma lasciamo a Dedagroup non solo la gestione delle operations relative alla data protection e backup, ma anche l’onere e la responsabilità di governare in autonomia l’evoluzione delle piattaforme tecnologiche di riferimento”.
È sulla gestione dei contratti che Padovano spende qualche riflessione in più, sottolineando come “questi ‘compiti’ facciano ormai parte delle nuove responsabilità in capo all’It; la gestione dei contratti per l’accesso ai servizi It e l’erogazione degli stessi in forma di servizi al business diventa un’attività strategica per poter valorizzare al meglio l’apporto dell’It sia nei confronti degli utenti interni sia nelle modalità di erogazione di servizi all’esterno”.
Per poter governare internamente il sistema nel modo più efficace, spiega ancora in dettaglio Padovano, “Abbiamo definito una vera e propria ‘carta dei servizi’ riconosciuta a tutti i livelli aziendali e monitorabile direttamente dagli utenti all’interno della quale sono riportate tutte le informazioni necessarie a comprendere e valutare in modo trasparente l’operato dell’It; si tratta in particolare di un’area web accessibile agli utenti ove sono contenute tutte le politiche adottate dal reparto It per la gestione dei dati (come viene gestito il backup, quali sono i tempi di recupero/ripristino in caso di problemi, ecc.) nonché l’indicazione dei livelli di servizio contrattualizzati con i fornitori esterni. Attraverso questo semplice meccanismo (ossia una console applicativa abbastanza intuitiva che permette di verificare il rispetto di policy, Sla, procedure e contratti) diventa quindi piuttosto semplice monitorare il tutto, per gli utenti di business ma anche per l’It stesso”.
Il backup dei dati attraverso una scelta di Managed Services rappresenta solo un esempio circoscritto, se si guarda al più ampio percorso di digital transformation nel suo complesso, “ma significativo dei vantaggi raggiunti in termini di flessibilità, rapidità e sicurezza – osserva Padovano in chiusura – che rappresentano i tre pilastri fondamentali attorno ai quali stiamo definendo l’evoluzione dei nostri sistemi. Pilastri che, in pratica, solo guardando a questo singolo progetto, ci hanno permesso di raggiungere differenti benefici: una maggior trasparenza e controllo sui costi (pagando ‘as a service’ sappiamo esattamente quanto spendiamo nell’arco dell’anno); più tempo delle risorse interne, non più impegnate nella manutenzione e gestione operativa dei sistemi, da dedicare a progetti innovativi; minore complessità in termini generali, con livelli di efficacia maggiori per l’It nel servire il business”.

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