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Portare online 2,6 miliardi di persone per colmare il divario digitale



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Non ci sono mai state tante persone connesse a livello mondiale, tuttavia, un terzo della popolazione mondiale è ancora off-line e il ritmo di connessione, che aveva raggiunto una crescita a due cifre durante la pandemia, è ora rallentato.

Pubblicato il 21 mag 2024



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Il 67% della popolazione mondiale ha l’accesso a Internet, secondo dati forniti da ITU, Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, agenzia ONU focalizzata sul tema comunicazioni. Tuttavia, è ancora lontano l’obiettivo di una connessione per chiunque da qualunque luogo come presupposto per uno sviluppo mondiale sostenibile, indicato dai 17 obiettivi SDG (Sustainable Develoment Goals) per il 2030.

I numeri del digital divide globale

Miliardi di persone resteranno indietro, senza l’accesso a Internet, strumento essenziale per ottenere servizi cruciali, essere connessi alle altre persone e far parte dell’economia digitale.
Un ulteriore problema deriva dal fatto che le persone off-line non sono equamente distribuite. Nonostante l’incremento del 17% dell’accesso a Internet nei paesi a reddito più basso, in queste aree solo un terzo della popolazione è connessa.

Legenda: LDCs least developed country; LLDCs landlocked least developed country, 32 paesi generalmente senza accesso al mare che includono alcuni fra i più poveri; SIDS 39 stati sovrani e 18 territori dipendenti con particolari vulnerabilità sociali, economiche e ambientali

Inoltre, a fronte dei 148 abbonamenti per 100 abitanti nei paesi ad alto reddito, ce ne sono solo 33 per 100 abitanti nei paesi a basso reddito. Il principale ostacolo alla connettività universale è l’accessibilità economica. Nelle economie a basso reddito, il prezzo mediano di un abbonamento entry-level a banda larga mobile ammonta all’8,6% del reddito medio, una quota 22 volte superiore a quella dei paesi ad alto reddito dove incide per lo 0,4%.

Persistono il digital divide di genere, con uno sbilanciamento di 259 milioni a favore degli uomini che utilizzano Internet, e fra gli abitanti delle aree rurali e quelli delle città che accedono a internet 1,6 volte in più. Infine, come prevedibile, il 79% dei giovani (fra 15 e 24 anni) ha usato Internet nel 2023, superando di 14 punti percentuali il resto della popolazione.

L’analisi del traffico Internet e della copertura della rete 5G evidenzia ancora una volta il divario tra paesi ad alto reddito e paesi a basso reddito. Nel 2022 il volume del traffico Internet è avvenuto per l’80% su reti fisse a banda larga, di gran lunga superiore a quello delle reti mobili, evidenziando la disparità nella connettività globale, non solo a causa dei prezzi elevati ma anche per la carenza di infrastrutture. Lo stesso vale per la copertura della rete 5G che raggiunge il 40% della popolazione mondiale, accessibile però dall’89% delle persone nei paesi ad alto reddito e quasi assente nei paesi a basso reddito per i quali il 3G è spesso l’unico modo per connettersi a Internet.

Tuttavia, il 3G non è sufficiente per accedere a benefici come la diagnostica medica a distanza e l’apprendimento online, mentre il 4G raggiunge solo il 39% della popolazione nei paesi a basso reddito.

Quali azioni per una connessione globale entro il 2030?

Come evidenzia l’Agenda di Accelerazione Digitale SDG, le tecnologie digitali non sono una panacea né uno strumento neutrale. Possono avere effetti moltiplicatori positivi e negativi, che devono essere identificati, gestiti e affrontati di conseguenza. Vanno affrontate sfide tecnologiche, come la sicurezza delle soluzioni digitali, ma anche aspetti non tecnologici. Ad esempio, affrontare le norme sociali che impediscono alle popolazioni emarginate di utilizzare soluzioni digitali modellando le competenze per consentire a tutti di partecipare a economie e società sempre più digitali.

In primo luogo, serve però l’adeguamento delle tecnologie di comunicazione e dei prodotti digitali per adattarsi anche alle condizioni dei paesi a basso reddito. Si tratta, peraltro, di soluzioni che potrebbero essere impiegate anche per portare la connettività in tante aree rurali e montane italiane oggi scarsamente raggiunte. È il caso della tecnologia Fixed Wireless Access (FWA) che può raggiungere gli utenti che non hanno accesso fisico alla banda larga. FWA consente, attraverso le onde radio, il trasferimento dati ad alta velocità, soprattutto se abbinata alla tecnologia 5G. Internet satellitare offre alternative inclusive, soprattutto per gli utenti mobili, grazie alla capacità di connettere aree geografiche che non dispongono di collegamento fisico a Internet ad alta velocità. Va segnalata la recente collaborazione fra GSMA e Agenzia Spaziale Europea per incoraggiare l’innovazione nell’uso dei satelliti per le comunicazioni con l’obiettivo di raggiungere sempre più persone.

Attraverso i collegamenti in fibra, radio e satellite, si raggiunge la copertura del 95% (dati ITU) della popolazione mondiale che potrebbe avere accesso a Internet, ma ancora non basta. Per superare il digital divide è necessario lavorare sull’accessibilità economica e sull’usabilità delle tecnologie. I prodotti e i servizi dovrebbero avere un prezzo adeguato per gli utenti dei paesi più svantaggiati, consentendo di pagare solo ciò di cui hanno bisogno e rispettando i loro budget, prevedendo eventuali integrazione tramite sussidi governativi.
L’adozione di un Design Thinking inclusivo che tenga conto dell’usabilità e dell’accessibilità, per le persone di ogni cultura e background, è fondamentale per accelerare l’adozione delle nuove tecnologie. Secondo gli analisti di Gartner l’intelligenza artificiale potrebbe svolger un ruolo fondamentale per rilevare l’accessibilità in modo rapido e accurato, andando ad affiancare gli sviluppatori.

Le azioni possibili, proposte e messe in atto dai diversi organismi internazionali e dalle fondazioni che hanno come obiettivo il superamento del digital divide, si riassumo dunque in una combinazione di formazione, adeguamento dei prezzi e sovvenzioni, una progettazione inclusiva delle soluzioni di comunicazione e dei prodotti.

Due esempi di iniziative globali in corso

L’Agenda di Accelerazione Digitale SDG, evidenzia l’importanza di un’azione ad ampio raggio delle tecnologie e dei dati digitali, portando ad esempio: soluzioni di telemedicina che stanno migliorando l’accessibilità e l’efficacia dell’assistenza sanitaria; l’Internet delle cose (IoT) per ottimizzare le pratiche agricole, di conservazione e industriali; piattaforme e canali digitali per fornire istruzione alle popolazioni più emarginate; connettività che sta rimodellando il commercio.

EDISON Alliance, lanciata in occasione della pandemia per offrire una risposta rapida, olistica e guidata dall’ecosistema alla digitalizzazione dei servizi di base, accelera oggi gli sforzi per promuovere l’inclusione digitale attraverso un’unica piattaforma globale e multistakeholder. L’obiettivo della sfida è migliorare la vita di 1 miliardo di persone entro il 2025 attraverso soluzioni digitali economicamente convenienti e accessibili in tre aree: istruzione, servizi finanziari e sanità.

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