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Tanti auguri, Cefriel !

30 anni di innovazione digitale in Italia, ponte tra università e imprese ed esempio virtuoso di sintesi tra pubblico e privato. Attività di ricerca e sviluppo progettuale allineati alle principali aree di innovazione tecnologica per questo polo multidisciplinare guidato da Alfonso Fuggetta che, alla presenza del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, inaugura la propria nuova sede.

Pubblicato il 22 Feb 2018

L'inaugurazione della nuova sede del Cefriel con Paolo Gentiloni, allora Presidente del Consiglio, e Beppe Sala, Sindaco di Milano

C’era il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta e il rettore dell’università Milano-Bicocca, Cristina Messa. Davanti a loro una platea di top manager e Ceo di imprese utenti e di aziende di tecnologia. Tutti per celebrare oggi il trentennale del Cefriel, una realtà che ormai rappresenta un punto fermo e riconosciuto per l’accelerazione dell’innovazione digitale in Italia. Come ha detto il “padrone di casa” e Ceo della società, Alfonso Fuggetta “Il Cefriel è nato per costruire un ponte tra università e industrie, per promuovere le attività di ricerca e di formazione nelle tecnologie digitali e nelle telecomunicazioni. Nel corso degli anni – ha continuato il professore – ha sempre accettato le sfide che l’evoluzione del mercato e della società gli ponevano, fino a diventare oggi un soggetto in grado di svolgere un ruolo fondamentale di cerniera tra il mondo della ricerca e l’applicazione industriale paragonabile a realtà internazionali come i centri tedeschi del Fraunhofer Institute, ma, a differenza di questi, non riceviamo finanziamenti pubblici”.

Trent’anni di lavoro non sono pochi, soprattutto in un settore con così profondi e continui cambiamenti, in un Paese, l’Italia, non proprio così attento e permeabile all’applicazione delle tecnologie Ict. Oggi il Cefriel, esempio virtuoso di pubblico-privato (è nato nel 1988 da un progetto condiviso tra Politecnico di Milano e l’Università degli Studi di Milano come polo accademico, Regione Lombardia e Comune di Milano come polo pubblico e un polo industriale costituito da Assolombarda, Bull, IBM, Italtel, Pirelli e Telettra) cresce in media del 10% l’anno, con ricavi a fine 2017 per 12,5 milioni di euro (di cui circa il 50% provenienti dall’estero, principalmente USA e Nord Europa) realizzati nello sviluppo e nell’implementazione di progetti di innovazione digitale e formazione in settori che si modificano via via nelle diverse “ere digitali”: oggi, ad esempio, tra i principali focus ci sono progettualità legate a Data Analytics, Industria 4.0, IoT e, in generale, a quei percorsi di trasformazione digitale dei modelli di business di impresa e di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti digital based. Sottolineiamo come modello imprenditoriale illuminato che ai dipendenti del Cefriel, oltre 130 persone, di cui 117 a tempo indeterminato, viene ridistribuita ogni anno una quota importante degli utili (il 50% circa nel 2017). L’età media è al di sotto dei 40 anni e circa un quarto è sotto i 30. Principalmente sono laureati in ingegneria, statistica, economia e industrial design, molti con titoli accademici plurimi (master post-laurea, PhD, MBA, etc).

Al Cefriel ha reso omaggio il premier Paolo Gentiloni il quale, probabilmente stupendo anche parte della platea con precisi riferimenti a Blockchain, Big data, IoT, robotica (terminologia in genere non proprio così usuale presso la nostra classe politica), ha ribadito l’importanza di tenere vive e forti realtà di connessione tra università e industria come il Cefriel. Gentiloni ha sottolineato, con precisi riferimenti a lavori fatti e leggi approvate, la necessità di costruire un “gioco di squadra” tra i vari soggetti legati ai processi di innovazione che possano muoversi su un terreno maggiormente sgombro da vincoli burocratici, sottolineando la necessità di una “indispensabile seconda stagione di riforme che eviti di disperdere i risultati raggiunti negli anni di lavoro del governo”. “E’ un momento delicatissimo – ha continuato il premier – per Industria 4.0. Ci sono scelte e modalità con cui attuare questo processo, ma non dobbiamo subirlo, bensì essere parte attiva, approfittando di una congiuntura economica internazionale molto favorevole, perché oggi tutte le principali aree economiche del mondo sono in crescita. Tutto questo – ha concluso Gentiloni – va accompagnato da investimenti sul capitale umano, sulle persone. Che tipo di trasformazione determineranno queste innovazioni tecnologiche sulla struttura del lavoro e sulle competenze? Un recente studio di McKinsey dice che ben il 60% delle professioni cambieranno nei prossimi anni a seguito della diffusione delle nuove tecnologie digitali. Non dobbiamo avallare o peggio ampliare una frattura tra competenze che rischiano di essere soprattutto appannaggio di elite di conoscenza digitale e realtà che sono profondamente legate al territorio, che di questa innovazione digitale devono farne parte e traino. Dobbiamo investire e continuare le azioni di riforma”. Tanti auguri, Cefriel! Siamo convinti che continuerai a fare la tua parte!

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