Asset aziendali: ridurre i consumi

Per Infor la maggior parte della sostenibilità ambientale è attualmente correlata ai risparmi reali sui consumi degli asset aziendali “non it”. Per questo il focus per un approccio realmente green non è tanto sul software in sé o sull’It in generale, come spiega Sandro Turci (nella foto), account manager Eam di Infor 

Pubblicato il 09 Giu 2009

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Quali sono gli strumenti e le modalità per identificare in azienda le problematiche ambientali e prendere coscienza delle possibili aree di intervento? Lo abbiamo chiesto a Sandro Turci, account manager EAM di Infor (www.infor.com) che dice: “Le opportunità di miglioramento in termini di consumi energetici sono quasi sempre concentrate nell’attività “core” dell’azienda e non necessariamente nell’ambito IT”.
Come anticipato nel numero di marzo 2009 di ZeroUno Green Economy, infatti, il concetto di Green It di Infor non è tanto rivolto agli strumenti hardware/software utilizzati dagli utenti per la loro informatica individuale (consumi dei Pc, della carta, dei server, utilizzo delle postazioni di lavoro, supporto remoto ecc.) ma è invece orientato ai principali processi delle operations delle aziende produttive (quindi la Produzione, il Packaging, la Logistica, l’Asset Management & Manutenzione, ecc.).
Per esempio, “Con la soluzione Infor EAM Asset Sustainability Edition che si occupa di Asset Management & Manutenzione (si tratta, lo ricordiamo, di un programma di gestione degli asset; in chiave “green” consente di raccogliere, immagazzinare ed elaborare informazioni relative a tematiche come il consumo energetico, lo status degli asset e la loro produttività, ndr), – spiega Turci – integrata con contenuti di efficienza e risparmio energetico, è possibile affrontare il tema dei consumi degli asset principali (quelli che consumano più energia) tenendoli sotto continuo controllo”. Il punto chiave sul quale insiste il manager di Infor è proprio nel monitoraggio continuo: “Non si può prevedere (se non per casi eccezionali) quando un certa apparecchiatura o un certo impianto si metteranno a lavorare in modo inefficiente, o comunque in modo non adatto al loro normale utilizzo”, asserisce Turci. “Quello che noi proponiamo è dunque “istruire” il sistema (Infor EAM Asset Sustainability Edition) a controllare costantemente una serie di parametri, anche con logiche complesse e situazioni di correlazioni molto articolate”. Quando si verifica la condizione pre-impostata, per esempio, il sistema agisce ed invia una mail, apre un ordine di lavoro, attiva un processo di controllo, ecc.; ed ecco che, intercettato il problema sul nascere, si può intervenire prima che il problema abbia causato degli elevati sprechi di energia.
In un’ottica green, come vanno dunque ottimizzati gli asset? “Anche in questo caso occorre partire a controllare gli asset che hanno un loro consumo diretto rilevante, oppure asset che hanno consumi meno importanti ma che sono presenti in azienda in grande quantità (es. alcuni tipi di motori, pompe, compressori ecc.)”, risponde Turci. “Per poter procedere concretamente e trasmettere all’applicazione le informazioni sui consumi, occorre predisporre opportuni sistemi di rilevamento dei consumi stessi (per esempio le “pinze amperometriche”) con le loro relative modalità di trasmissione (magari wireless) dei dati stessi”.
In altre parole, occorre un certo investimento in infrastruttura.“L’ottimizzazione energetica sarà poi studiata in funzione della specifica situazione dell’azienda, in base ai turni di lavoro, alle apparecchiature controllate, alle criticità produttive ecc. – conclude Turci – e il sistema andrà quindi a controllare che non si verifichino delle situazioni critiche o delle combinazioni di fattori che possano indurre evenienze di grave inefficienza energetica”.

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