Ibm Innovation Center: accelerare l’innovazione

È entrato a regime l’Ibm Innovation Center di Segrate che, insieme agli altri 40 centri sparsi per il mondo, aiuta partner, clienti e università a sviluppare soluzioni basate su tecnologie Ibm o open: un’iniziativa a supporto dell’innovazione

Pubblicato il 20 Ott 2010

Sono circa quaranta gli Innovation Center creati da Ibm in tutto il mondo. Posseduti da Big Blue, ma connessi con una infrastruttura di rete separata per questioni di riservatezza e sicurezza dalla rete del vendor Ict, gli Innovation Center mirano ad aiutare i partner, i clienti e le università a sviluppare soluzioni basate sulle tecnologie software e hardware di Ibm (o open) oppure a effettuare il porting di quelle già esistenti su queste piattaforme.
Per concretizzare questi obiettivi, gli Ibm Innovation Center (Iic) mettono a disposizione gratuitamente dei loro partner, clienti e del mondo accademico l’accesso a tecnologie, consulenza e formazione (sia sotto forma di seminari che di training-on-the-job). Da sottolineare che gli Iic operano come un network che mette a fattor comune expertise locali o conoscenze di singoli tecnici e, allo stesso tempo, imprese partner e clienti.
L’Iic italiano, situato nell’Ibm Forum della sede di Segrate del vendor, è stato presentato ufficialmente di recente, ma in realtà le sue radici affondano su un’attività iniziata già quattro anni fa, rivolta solo agli Independent software vendor (Isv), mentre la configurazione e la mission attuali sono state preannunciate alla fine dello scorso anno.
Ridurre il gap di accesso alla tecnologia
Nei primi mesi del 2010 la struttura è entrata a regime. Solo nel primo trimestre dell’anno l’Iic italiano, di cui è responsabile Massimo Colorio, ha visto il coinvolgimento di 100 tecnici, per un totale di 981 giorni. Nel 2007 i tecnici coinvolti erano stati 75 (per un totale di 224 giorni), mentre nel 2009 sono stati 278 (2340 giorni). “L’Innovation Center – sottolinea Colorio – riduce il gradino di accesso alla tecnologia a partner, clienti e mondo accademico. Le Pmi possono sperimentare nuove soluzioni senza dover fare investimenti ad hoc”.
“Siamo orgogliosi di presentare un’iniziativa a favore dell’innovazione nel nostro Paese – afferma Gianfranco Previtera, vice president Strategic Initiatives di Ibm Italia – in un momento in cui gli investimenti in innovazione in Italia non sono così numerosi”.
La struttura si avvale di dieci persone a tempo pieno. Dal punto di vista hardware sono presenti tecnologie di proprietà del centro ma anche prodotti di partner, come il sistema storage enterprise per ambienti open Xiv conferito da Mauden, un partner Ibm specializzato in infrastrutture It. Sono presenti anche server P 6 e 7, sistemi iSeries (l’Iic italiano è molto focalizzato sulle Pmi) e xSeries. Qualora fosse richiesto l’uso di un mainframe (zSeries) l’Iic si connette con il centro Ibm di Montpellier. La dotazione software comprende gli ambienti operativi Linux, Windows, Aix, i5/Os e zOs. Il middleware è targato Ibm ma non solo. Come infrastrutture per la virtualizzazione sono proposte VMware e Xen. Grazie a connessioni Vpn ad alte prestazioni, i partner e gli Isv che lavorano con l’Iis possono accedere e gestire le loro soluzioni anche da remoto.

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