Adp e Byte: percorsi di integrazione post fusione

L’ingresso della casa torinese in una società di dimensione globale già ben presente sul nostro mercato crea una realtà che ridisegna il quadro dell’offerta nei servizi HR in Italia, ma soprattutto apre agli utenti nuovi vantaggi sul piano delle soluzioni e nuove opportunità su quello dei servizi

Pubblicato il 27 Gen 2011

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Come è noto, lo scorso novembre si è conclusa l’operazione di fusione per acquisizione di Byte, specialista in soluzioni e servizi per l’amministrazione e gestione del personale, da parte di Adp (Automatic Data Processing), società americana leader del settore e con una forte presenza in Italia, che ha rilevato dal gruppo Unicredit il 94,89% del capitale della software house torinese. La nuova società, che si chiama Adp Byte, si presenta quindi oggi come di gran lunga la maggiore realtà operante in Italia nell’area Hr, con una quota del mercato totale (costituito dai 18,5 milioni di lavoratori stipendiati italiani e dove operano decine di fornitori) stimata al 20%, il triplo del suo più vicino concorrente, e una netta leadership nel proprio mercato di riferimento, dato dalle medio-grandi imprese, con quote nelle aziende oltre i mille e oltre i tremila dipendenti del 19 e del 44% rispettivamente. Nel giorno dell’annuncio della fusione, Roberto Gamerro, già amministratore delegato di Byte e ora Ceo della nuova realtà, aveva dichiarato come l’unirsi ad Adp rappresentasse per clienti e dipendenti una straordinaria opportunità: “Godremo di un nuovo potenziale di crescita e saremo meglio posizionati per servire i clienti a livello locale e sul mercato internazionale”. Oggi, a tre mesi di distanza, abbiamo voluto approfondire il senso di quelle parole. “Abbiamo un’unica struttura – esordisce Gamerro – un marchio unico e dobbiamo pensare e agire come un’unica azienda. Non avverrà in una notte, ma ci stiamo provando”. In questo compito aiuta il fatto che, anche per la diversa storia delle due società (l’italiana con un’offerta che dal software si è allargata ai servizi, l’americana con un percorso inverso), Adp e Byte non erano dirette concorrenti, puntando la prima alla medio-piccola impresa e la seconda alla fascia più alta del mercato con offerte anch’esse in parte complementari: Adp focalizzata su paghe e stipendi, Byte sulla gestione in outsourcing. Anche per questo, non è prevista una riorganizzazione massiccia dell’offerta.
Nel 2011, secondo i piani fatti ancor prima dell’acquisizione, sarà rilasciata la nuova Byte Suite versione 6. Questa verrà offerta a tutti i clienti già Adp “…che quindi potranno avere – osserva Gamerro – una soluzione molto più completa e allo stato dell’arte. Ci sono però anche da parte Adp prodotti interessanti, specie in ambito Web. Per ora teniamo tutto, poi nel tempo razionalizzeremo”. Sul fronte dei servizi si è invece preparato un nuovo listino e un nuovo contratto, che comprende e supera i due precedenti e che è già stato rilasciato alla struttura commerciale e viene proposto ai nuovi clienti (i contratti definiti, come ovvio, non si toccano). Non si tratta comunque di una rivoluzione: “Abbiamo messo assieme il meglio di entrambi, ma facevamo lo stesso mestiere nello stesso Paese, per cui eravamo già molto vicini” conclude Gamerro. La novità vera sta invece nelle opportunità che la dimensione internazionale acquisita apre ai clienti italiani. Per esempio, tramite la rete diretta e indiretta di cui Adp Byte può disporre nel mondo, sarà possibile gestire il personale delle filiali commerciali o delle aziende produttive all’estero con i sistemi usati sul posto ma garantendo l’uniformità dei dati tra estero e Italia, elemento essenziale per un governo omogeneo delle risorse umane.

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