Comastri, Ca Technologies: “ È un’ Italia che avanza”

Grandi aziende che investono per aumentare i livelli di digitalizzazione interna e migliorare la relazione con la clientela, qualche progetto della Pa guardato con interesse dagli altri paesi europei e un ruolo importante nella formazione universitaria. È tutt’altro che lenta e in ritardo l’Italia vista da Marco Comastri, Presidente Emea di Ca Technologies.

Pubblicato il 17 Ott 2016

LONDRA – Per un’azienda riuscire ad essere efficiente sul piano operativo e produrre nuovi risultati di business in contesti globali, magari puntando all’innovazione di servizi e prodotti, sono obiettivi che non possono più prescindere dalla tecnologia, in particolare dal software. “Credo sia questo in sostanza che descrive al meglio l’App economy odierna”, riflette Marco Comastri, Presidente Emea di Ca Technologies, intervistato a margine di una conferenza stampa tenutasi nel cuore londinese per presentare i risultati di una ricerca condotta da Coleman Parkes Research sul livello di maturità dei percorsi di digital transformation delle aziende in Emea.

Marco Comastri, Presidente Emea di Ca Technologies

“L’Italia quanto ad investimenti tecnologici si dichiara meglio posizionata di altri paesi [con il 73% delle aziende che dice di avere raggiunto buoni livelli di ‘digital reach’ grazie all’investimento in tecnologie, su un panel globale di 1.770 responsabili aziendali e It di grandi aziende; 695 gli intervistati in Emea – ndr], con risultati tangibili dal punto di vista del miglioramento della relazione con la clientela e dell’efficienza operativa, in linea se non addirittura superiori in alcuni casi agli altri paesi Emea”.
L’Italia registra un vantaggio europeo anche sul fronte delle identità digitali dei cittadini, prosegue Comastri: “Il progetto Spid è un caso osservato con interesse dagli altri paesi; anche se vi sono complicanze burocratiche e si avanza con più lentezza rispetto al previsto sono sicuro che possa rappresentare una forte ondata di innovazione e possa dare al paese quella spinta che gli serve ora”.
Infine, secondo Comastri l’Italia ha davanti a sé un futuro da guardare con positività anche grazie alla proposta educativa e formativa, in particolare “se guardiamo alle eccellenze prodotte dal Politecnico di Milano sia come laureati sia come startup e programmi di formazione scuola-lavoro, grazie alle quali si comincia ad assottigliare il gap di competenze digitali che servono alle aziende per compiere i propri percorsi trasformativi (data scientist, user interface designer, digital experience designer & developer, ecc.)”.

BuzzMyVideos parla italiano

Paola Marinone, Ceo e co-founder di BuzzMyVideos

A Londra, a tenere alto lo spirito italiano c’era anche Paola Marinone, Ceo e co-founder di BuzzMyVideos, startup con sede in Inghilterra che si definisce come ‘incubatore di talenti’ (youtuber per lo più), una sorta di broadcaster che crea e diffonde contenuti video identificando i canali più adatti perché producano valore per i clienti. “Noi nasciamo con la tecnologia e il nostro intero business è basato su di essa – osserva Marinone – ma il successo dipende dalle competenze e dall’uso che si fa degli strumenti tecnologici. Credo sia fondamentale misurare costantemente i risultati per poter intervenire tempestivamente se qualcosa non funziona o non è in linea con le previsioni”. E anche se da startup è quasi sempre più semplice cambiare rotta (per via delle poche sovrastrutture che, sia dal punto di vista operativo/procedurale sia dal punto di vista tecnologico, rendono più semplice e dinamico un percorso di cambiamento rispetto agli obiettivi originari) ciò che descrive la Ceo in realtà non è altro che l’Agile Management, nelle parole di Comastri “uno dei pilastri portanti della digital transformation, inteso nella sua accezione più ampia di gestione, in ottica metodologica Agile, sia dei progetti di trasformazione sia dei nuovi modelli It focalizzati sull’erogazione del servizio digitale dove il servizio, le applicazioni, la user experience diventano i ‘nuovi’ tasselli It da governare”.

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