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Da istituto di vigilanza a Global Security Provider: il caso Axitea

La convergenza di sicurezza fisica, cybersecurity e mondo IoT ormai è sollecitata dal venir meno di una netta distinzione tra le sfere, materiali e immateriali, soggette a possibili attacchi. Lo dimostra la vicenda di un’azienda con più di 100 anni di storia che oggi integra le attività di sorveglianza tradizionale su siti di interesse con la protezione in ambito IT

Pubblicato il 07 Apr 2023

security by design

L’ultimo rapporto Clusit, nel rilevare il maggior numero di attacchi informatici di sempre, ha reso evidente quanto il confine tra sicurezza fisica e cybersecurity sia diventato ormai labile. Lo dimostra il fatto che ad esempio il manifatturiero sia uno dei settori più colpiti, con quello italiano a rappresentare il 27% del totale degli attacchi censiti a livello globale nei confronti di questo segmento. La convergenza della protezione di ambienti tangibili con quella di asset immateriali sta modificando, non da oggi, l’offerta di alcuni operatori, spingendoli a difendere entrambe le sfere.

È il caso di Axitea, la cui genesi risale al 1914, anno in cui nasce a Pisa l’istituto di vigilanza che costituirà una delle aziende cha andranno poi a confluire in uno dei più importanti gruppi di vigilanza privata italiana. Posseduta a partire dal 2008 dal fondo Stirling Square Capital Partners, la società è passata da una fase di ristrutturazione, con un’operazione di concordato preventivo che si è conclusa positivamente di recente. A guidare questa fase, iniziata nel 2014, il CEO Marco Bavazzano che ha condotto Axitea fino all’attuale fisionomia di Global Security Provider.

Come si è evoluta la filiera della sicurezza

“La filiera della sicurezza ha conosciuto un’importante evoluzione dal punto di vista delle tecnologie e delle strategie di protezione e gestione. Gli operatori del settore ricoprono un ruolo essenziale nelle nostre vite, fisiche e digitali. Pensiamo al lavoro svolto per garantire il presidio e il controllo di snodi critici, come ospedali, supermercati, centri logistici, ma pensiamo anche agli attacchi malevoli sempre crescenti che stanno interessando istituzioni, imprese e privati” spiega Bavazzano.

Per quanto riguarda il primo versante, l’azienda ad esempio si occupa della sorveglianza dei circa 800 siti e stabili di proprietà del Comune di Milano, con servizi di pronto intervento garantiti mediante pattuglie di vigilanza e manutenzione degli impianti di allarme intrusione, antincendio e tv a circuito chiuso. Con riferimento alla cybersecurity, Axitea mette a disposizione un SOC (Security Operation Center) che gestisce oltre 60 mila allarmi al mese utilizzando sistemi automatici di analisi e correlazione degli eventi, oltre ovviamente a profili specializzati in questo campo.

“Per un servizio di sicurezza gestito in modo ottimale sono necessarie competenze umane. Per questo offriamo un programma di formazione interna, in modo da mettere a disposizione dei nostri clienti competenze sempre aggiornate, e parallelamente provvediamo anche alla formazione dei dipendenti delle aziende nostre clienti, in modo da garantire loro la massima autonomia in tema di sicurezza” tiene a sottolineare il CEO.

Le tante declinazioni nel campo della security

Da istituto di vigilanza privata a system integrator focalizzato nell’ambito della cybersecurity, la trasformazione di Axitea si è concentrata nell’integrazione di tecnologie di ultima generazione, come IoT e intelligenza artificiale, con i classici servizi di sorveglianza di immobili civili e industriali, mezzi di trasporto e aree critiche.

La cooperazione con la città di Milano ad esempio, oltre alla salvaguardia del patrimonio immobiliare del Comune, si declina nella collaborazione con la control room dell’amministrazione meneghina i cui sistemi sono ridondati nel SOC di Axitea. Ulteriori contesti di intervento sono quelli della drone security per il controllo dall’alto di zone specifiche o la video security che si avvale dell’intelligenza artificiale per la rilevazione di pericoli in tempo reale. L’impiego di sensori e piattaforme IoT, invece, si presta ad applicazioni in altri casi d’uso. Uno di questi è consistito nell’implementazione di soluzioni di biosecurity durante la pandemia che sono servite a misurare temperatura corporea e a tracciare il distanziamento sociale.

Marco Bavazzano, CEO di Axitea
Marco Bavazzano, CEO di Axitea

Più di recente, i dispositivi IoT di Axitea sono stati scelti da Ultranet per il monitoraggio continuativo della propria rete. Parte del gruppo HGM, Ultanet è proprietaria di un’infrastruttura di Backbone, Backhauling e accesso con un’estensione di 12 mila km circa e 700 PoP distribuiti su 19 regioni italiane. Tra i clienti che si servono della sua dorsale, rientrano le principali telco che operano nel nostro paese.

Axitea e Ultranet: collaborazione nel segno dell’IoT

Il progetto, avviato alla fine del 2022, per ora è si è tradotto nel posizionamento di una ventina di sensori IoT provvisti di GPS e accelerometro sulla rete in fibra ottica. In prospettiva, è prevista la collocazione di un sensore su tutti i pozzetti di accesso alla dorsale di Ultranet, in maniera tale che si attivi in occasione di movimentazioni anomale e solo dopo un numero prestabilito di secondi.

Giulia Sangiovanni, Chief Operating Officer di Ultranet, illustra le ragioni alla base della partnership: “Qualsiasi interruzione e manomissione alle infrastrutture di rete oggi comporta perdite in termini di costi che, nel caso delle applicazioni industriali, si abbina anche a potenziali rischi di sicurezza per le persone. L’infrastruttura innovativa implementate insieme ad Axitea ci garantisce elevati standard di sicurezza, con un valore che possiamo estendere anche ai nostri clienti telco. Sulla base di questa collaborazione, possiamo anche pensare a implementazioni future che vadano nella direzione dell’efficienza energetica e del potenziamento della connettività”.

È un altro esempio di come la frontiera della sicurezza, fisica e digitale, intercetti ormai esigenze di monitoraggio e ottimizzazione dei processi che esulano dal tema della protezione di beni e informazioni. Già adesso, uno dei risultati della cooperazione tra le due realtà è l’efficientamento della gestione organizzativa del personale incaricato della manutenzione. Grazie alla visualizzazione su una dashboard, che offre una panoramica della localizzazione e dello stato dei cosiddetti “chiusini”, il flusso degli interventi delle squadre tecniche sul territorio è soggetto a meno errori. È una delle applicazioni che anticipa una delle tante possibili che si potranno realizzare con la raccolta dei dati lungo la dorsale di Ultranet in un futuro che è dietro l’angolo.

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