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Innovazione senza disruption: la ricetta di Avaya per la transizione al cloud

La multinazionale specializzata in esperienze di comunicazione racconta come sta vivendo il passaggio alla nuvola e in che modo sta strutturando l’offerta as-a-service

Pubblicato il 23 Set 2022

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Multinazionale specializzata in soluzioni di comunicazione, con circa 7.900 dipendenti e 4.200 reseller autorizzati, Avaya sta vivendo la transizione verso il paradigma as-a-service, che decide di affrontare con decisione, ma senza strappi con il passato.

Il passaggio al cloud, nella strategia dell’azienda, non è considerato un elemento disruptive, ma piuttosto un modo per coniugare mondi on-premise e sulla nuvola, preservando gli investimenti pregressi e arricchendo l’esperienza digitale con servizi aggiuntivi.

Così i manager della società hanno raccontato alla stampa italiana la ricetta per un cloud journey felice, offrendo una panoramica sull’evoluzione dei prodotti a portafoglio.

Avaya verso la nuvola, con una crescita a doppia cifra

“Avaya – esordisce Andrea Ragazzi, Vice President Europe – vanta oltre 100mila clienti in 190 Paesi. Siamo la prima azienda a livello globale per le soluzioni di Contact Center e abbiamo oltre 100 milioni di linee UC distribuite in tutto il mondo. Investiamo circa 200 milioni di dollari all’anno per attività di ricerca e sviluppo”.

Ragazzi presenta come fiore all’occhiello di Avaya il forte presidio nel settore della Pubblica Amministrazione, servendo le istituzioni governative in quaranta Stati.

“Abbiamo una lunga storia e un’ampia base installata” prosegue il Vicepresidente. “Siamo un’azienda tradizionale, ma ci stiamo muovendo verso il cloud. La strada è tracciata e ne siamo convinti”.

Insomma, la svolta as-a-service è inevitabile, ma va intrapresa con cautela. Come dichiara Ragazzi, la componente on-premise va protetta, perché non tutti i clienti sono pronti a salire sulla nuvola. L’interesse verso il cloud è in crescita, ma “il mercato si muove più lentamente rispetto alle previsioni di qualche anno fa”.

Nell’esperienza diretta di Avaya, i ricavi generati dalla vendita di servizi cloud stanno aumentando significativamente, ma ancora non eguagliano i risultati della componente tradizionale. Secondo il report finanziario pubblicato dalla multinazionale e relativo al terzo quarter 2022, le entrate annuali ricorrenti di OneCloud (la piattaforma unificata di soluzioni as-a-service a marchio Avaya) ammontano a 838 milioni di dollari, con una crescita del 12% rispetto allo scorso trimestre e del 97% negli ultimi 12 mesi.

Italia, mercato frizzante per le iniziative cloud

L’intervento diAlessandro Catalano, che dall’ottobre 2021 guida la filiale italiana di Avaya, offre una fotografia del cloud nel nostro Paese. “Il mio incarico di Country Manager è arrivato ormai al giro di boa” racconta. “In questo anno, ho potuto osservare che l’Italia sta vivendo un periodo particolarmente frizzante. Ci troviamo infatti all’intersezione di vettori che spingono il cloud, come lo smartworking forzato dalla pandemia e la necessità per le aziende di attuare la digital transformation”.

Avaya sta cavalcando l’onda lunga del recente cambiamento organizzativo e tecnologico e, secondo le dichiarazioni di Catalano, la crescita della componente cloud in Italia si attesta nella parte alta del double digit.

“Con una rete di oltre duecento partner in Italia, tra system integrator e società di consulenza informatica – prosegue Catalano – serviamo qualsiasi tipologia di azienda, dalla piccola amministrazione locale della Calabria alla grande società dei settori Media e Telecomunicazioni. Tra le nostre referenze, figurano alcune istituzioni dell’Esercito e l’Agenzia delle Entrate, che nel periodo marzo-aprile 2020, allo scoppio della pandemia, ha potuto remotizzare oltre 30mila utenti grazie alle nostre soluzioni”.

Se la Pubblica Amministrazione rappresenta una fetta di mercato importante, le soluzioni Avaya trovano terreno fertile anche nel privato, in modo trasversale ma soprattutto nei comparti Sanità, Fashion, Luxury, Retail, Manufacturing e Gdo.

L’obiettivo di Avaya in Italia è raggiungere maggiore capillarità, aumentando il numero dei partner (dal piccolo installatore al system integrator) e offrendo loro supporto nella transizione al cloud. In programma ci sono anche nuove collaborazioni con alcuni Indipendent Software Vendor.

Un unico cloud per esperienze di comunicazione fluide

Dal punto di vista tecnologico, la transizione di Avaya si concretizza nella piattaforma componibile OneCloud che include tutte le soluzioni as-a-service a portafoglio, per un’esperienza di comunicazione unificata e ricca di funzionalità.

La tecnologia Avaya Media Processing Core, che permette di portare in cloud l’elaborazione multimediale astraendola dai dispositivi, è il cuore dell’architettura di OneCloud. Fungendo da substrato collante, il Media Processing Core permette l’integrazione delle quattro soluzioni di OneCloud, ovvero: CCaaS con funzionalità di contact center; UCaaS e Workstream Collaboration per le comunicazioni unificate; CPaaS che include Api, funzioni e strumenti per lo sviluppo applicativo.

Come suggeriscono i tecnici di Avaya, l’elevato livello di integrazione della piattaforma OneCloud, che permette di connettere e utilizzare le funzionalità di Contact Center e Unified Communication, con un’esperienza fluida e trasparente, rappresenta il principale elemento di differenziazione della multinazionale.

Secondo Catalano, inoltre, la garanzia di continuità con le tecnologie on-premise (“le aziende sanno che le nostre soluzioni sono resilienti”) e la proposta di una transizione ibrida sono ulteriori frecce nella faretra di Avaya. Un altro plus, è la compatibilità della piattaforma OneCloud con diverse applicazioni software e tecnologie emergenti, ad esempio i dispositivi IoT e i droni.

Tra le novità che verranno presto annunciate, infatti, è previsto il lancio di occhiali intelligenti che, integrati con le soluzioni CC e UC, abiliteranno applicazioni d’avanguardia, come la manutenzione da remoto o le visite virtuali.

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